Simone Agostini

Green

Recensione
Pubblicato il 17/09/2009
Voto: 6/10

E' bello immaginare che la composizione di questo disco sia avvenuta, invece che in una buia cantina, nei prati che vediamo in copertina e nel retro.
Una compenetrazione tra la natura e la musica, tra la quiete di un prato ed una chitarra acustica. Una passione quella per la terra, che è sottolineata dalla laurea in geologia e dal titolo del primo disco, "Green".
Simone Agostini è un giovane musicista (l'anagrafe recita Roma, 12 maggio 1981), che i lettori di Estatica possono mentalmente collegare con Paolo Tocco, già recensito in precedenza, perchè suona con lui nella band de "I banditi".

"Green" è un lavoro strumentale, unicamente sorretto dalla chitarra acustica, con titoli tutti in lingua straniera (se ne escludiamo uno in dialetto romano), quasi per sottolineare la voglia di evadere dai luoghi noti.
Il fatto che non ci sia la parte cantata non vuole dire che ogni singolo brano non possa esprimere o raccontarci qualcosa. I sentimenti, ad esempio possono essere, in base al brano, di quite e pace o essere velati di una leggera malinconia, oppure colpire con la loro energia.
Un buon esordio, consigliato agli appassionati della chiatarra acustica, ma non per tutti: un cd interamente strumentale che per di più utilizza per tutta la sua durata un solo strumento, richiede una certa dedizione e passione.

Simone Agostini - Green

Simone Agostini

Green

Cd, 2009, Autoproduzione
Genere: Folk

Brani:

  • 1) L'enchantement du Phare
  • 2) Childhood memories
  • 3) A25
  • 4) The bridge of sounds
  • 5) Brigante se more
  • 6) Dialogues
  • 7) El llanto de luna
  • 8) Waiting for May
  • 9) The village of gnomes
  • 10) Little suite DS

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