Borghese
L'Educazione Delle Rockstar
Borghese é un progetto in combustione e, apparentemente, pieno d’amore amato. Conta e canta, con carattere e smisurato senso ironico, la vita senza sogni dei giovani.
Già il nome scelto da Angelo Violante lascia presagire un uso provocatorio delle immagini e delle parole con quell’ingenuo sarcasmo che fa sempre capolino con fare scanzonato. Proseguendo con l’ascolto però si capisce come si possa dettare l’agenda politica di una generazione con spirito, freschezza e il giusto grado di disincanto. La formula musicale non è proprio una novità stilistica, a meno che non s’intenda per tale il rimescolio dei vari ingredienti nostrani e internazionali di un recente passato. Un pizzico di Tiromancino, un goccio di Stato sociale, forse una punta di Subsonica, un cucchiaio di new-wave e infine una bella spolverata di “una scimmia artica qualsiasi” per un rock-pop elettronico con venature cantautorali. Il ritmo incalza a volte sbrodola, comunque sempre con un piglio determinato. L’emergenza espressiva è svuotata, di tanto in tanto, da un’amarezza di fondo figlia della crisi.
Ma la differenza rispetto al resto la fanno i testi. Parole sempre condite, ma mai esagerate, un po’ simboliche, ma dai concetti immediati. Il loro è un parlare della propria esistenza con fare emozionato e un poco ermetico. In concreto: parlare di qualsiasi particolare irrilevante della quotidianità è per molti coetanei l’inno della loro stessa generazione (che condivide il modo più che i temi). Si badi bene non parliamo di rockstar, ma di ragazzi più o meno cresciuti e disamorati dei modelli sociali trasmessi nell’ultimo ventennio come Avatar reazionari. Peccato che i conti si facciano sempre sulla pelle delle vite reali. Persone che fanno fatica ad avere dei punti di riferimento e degli esempi da seguire e per questo non cantano di speranza, ma di rabbia. Molto bella la frase cantata “i giovani di oggi ignorano di avere un passato, come possono immaginare di avere addirittura futuro …” in Dio ha un profilo su Facebook , oppure la versione rivista e aggiornata di Bella ciao sempre più un pilastro metaforico dei “nuovi” giovani che saltano addirittura due generazioni per gettarsi nelle braccia dei bis-nonni dai principi integerrimi. Il disco ci lascia per ultima una dedica significativa al personaggio Enzo Tortora in Preghiera per un uomo per bene una riprova del fatto che le cose più serie sono anche quelle che spesso passano inosservate.
Una band ribelle e anarchica per ragioni anagrafiche più che stilistiche: irruenza un po’ confusa e velleitaria tipica dell’età giovanile. Quello che mi piace però è il tentativo di evitare un certo manierismo d’appartenenza in salsa intellettuale. Una dimostrazione di carattere che probabilmente ha ancora bisogno di decantare per non apparire solamente onesto. Ma è giusto così. Tutti siamo cresciuti con il tempo e con l’esperienza abbiamo imparato a disconoscere e a disconoscerci. Il vantaggio loro è di essere stati tanto lucidi da averlo capito sin dall’inizio!
Borghese
L'Educazione Delle Rockstar
Genere: Rock , Pop , Elettronica
Brani:
- 1) Annie è tornata
- 2) Non sono
- 3) Luoghi in comune
- 4) Mississipi picture blues
- 5) Bella ciao
- 6) L'odore
- 7) Lasciare Berlino
- 8) Dio ha un profilo su facebook
- 9) La rosa
- 10) Cosa hai da guardare?
- 11) Preghiera di un uomo per bene