Girls Ray
Prestige
A primo acchito, le Girl Ray potrebbero sembrare una girl band come tante. Un gruppo giovane e simpatico, dall’appeal immediato, ma nulla di cui l’industria musicale abbia bisogno. E a questo si potrebbe ridurre il loro terzo album, dal titolo Prestige: un tassello pregevole, ma ultimamente dimenticabile, della musica pop dell’anno corrente.
C’è però, in Prestige e nelle sue esecutrici, una più sottile maestà che non merita di essere dimenticata. Piccoli colpi di genio, guizzi di innovazione e creatività, momenti che fanno capire non solo l’esperienza e la chimica del gruppo – le ragazze sono al terzo album – ma la loro versatilità.
Le Girl Ray vengono da Londra e sono Poppy Hankin, chitarrista, Iris McConnell, batterista, e Sophie Moss, bassista; tutte quante si cimentano al canto, e nonostante nessuno dei loro timbri sia particolarmente memorabile – classico canto sognante indie che già si conosce, dalle Haim alle First Aid Kit – hanno la simpatia spigliata che ci si aspetterebbe da questo stile e che si adatta bene allo stile di Prestige. Ma il loro vero talento emerge nella parte strumentale dell’album; esso è classificato come indie, ma c’è un elemento distintivo che lo rende speciale: quello della disco.
Il momento in cui i lati interessanti di Prestige iniziano a sbucare da dietro le tende è già la prima traccia, True Love. E sì, si potrebbe dire che il tentativo di nu-disco che si vede in mostra qui (difficile non pensare alla formula di Dua Lipa quando la si ascolta) è un modo delle ragazze per farsi vedere, per integrarsi nel panorama musicale corrente; se anche lo fosse è un valido tentativo,
La disco rimarrà un motivo ricorrente per tutta la durata di Prestige. A volte più smaccato e visibile, come nel completo pastiche di Tell Me (ragazze, se avete in mente un successo mainstream, proponetela come singolo), a volte solo come accompagnamento, che insaporisce le tracce e rende Prestige una delizia perfetta per la fine dell’estate. La tentazione di crogiolarsi nella melanconia bussa alla porta delle Girl Ray più volte, e non c’è momento in cui le ragazze non sanno gestirla correttamente.
Ne è esempio scintillante, ancora una volta, Tell Me. Musicalmente trae dal piacevole disco-chill di Sophie Ellis-Bextor, ricordando altresì quanto di lei si senta la mancanza (anche se, per chi non lo sapesse, anche lei ha pubblicato un disco quest’anno, si chiama Hana). Tematicamente si avvicina invece a un altro classico del pop elettronico, Dancing On My Own di Robyn, e la combinazione della solitudine e del ritmo ballabile – è una delle tracce più contaminate dall’elettronico – è riuscita.
Prestige rimane tuttavia un album piacevole, e la versatilità delle esecutrici è in pieno sfoggio nella sua lunghezza. I momenti in cui si abbandonano al romanticismo puro, come Up e Tell Me, sono adorabili e metteranno senza dubbio un sorriso sulle labbra; tra i momenti più emotivamente complessi spicca invece Easy, traccia disco-chill in cui le ragazze – in un occhiolino a Put Your Records On di Corinne Bailey Rae più efficace della cover dell’anno scorso di Ritt Momney – si immergono nell’atmosfera rilassante che le circonda.
Prestige non è un album trasformativo; non porta con sé messaggi sociali di pregio ed è facile inserirlo nelle correnti dalle quali riprende, ma dispiace vedere quanto poco se ne parli. Nella piccola scena indie, le Girl Ray sono una sorpresa piacevole; una sorpresa che fa bene.
Girls Ray
Prestige
Genere: Rock , Funk , Pop
Brani:
- 1) Intro
- 2) True Love
- 3) Up
- 4) Everybody's Saying That
- 5) Love Is Enough
- 6) Hold Tight
- 7) Begging You Now
- 8) Easy
- 9) Tell Me
- 10) Wanna Dance
- 11) Space Song
- 12) Give Me Your Love