Melanie Martinez

Portals

Recensione
Pubblicato il 03/04/2023
Voto: 5/10

Melanie Martinez, da sua concezione, si muove attraverso le gimmick. Cry Baby era la storia di una bambina triste “con un cuore troppo grande per il suo corpo”, attraverso la cui lente raccontava un percorso psicologico duro e coinvolgente. K-12 conduceva il medesimo personaggio nel mondo della scuola e allargava le metafore ad argomenti più globali. Dalla politica al sessismo quotidiano, dal prezzo della fama all’immagine corporea. Ora, resasi saggiamente conto che la gimmick di Cry Baby stava giungendo al capolinea – a meno che un album trip-hop che si serve di metafore sul mondo del lavoro fosse d’interesse per qualcuno – Martinez ha deciso di ucciderla e costruire un nuovo universo in cui muoversi.

O meglio una serie di universi, slegati tra di loro, che precedono persino sulla musica.

Se dovessi riassumere Portals in una parola sola sarebbe sbagliato. L’idea al suo fondo cerca di rovesciare la dinamica di base di Melanie Martinez – anziché usare immagini quotidiane per parlare di situazioni globali e gravi cerca di usare immagini fantasiose e astratte per parlare di pensieri e situazioni ben più quotidiane.

Cry Baby era una gimmick limitata, ma forniva agli spettacoli di Martinez un elemento umano che li rendeva veri e tangibili, ed elevava le sue storie oltre il melodramma fine a sé stesso. L’idea di ucciderla e “farla vivere come spirito”, parole dirette della cantante, sostituisce quella componente realistica con un astrattismo fine a sé stesso che, da solo, non riesce a reggere un intero ciclo. Anche il sound, allontanandosi dalle sue radici trip-hop, accoglie un sound più art-pop che a volte imita Billie Eilish e Caroline Polachek, a volte ricerca l’idea di Björk, a volte è così generico da non saperlo nemmeno collocare.

Ci sono riferimenti sfuggevoli al soprannaturale, al folclore fatato, al mistico femminile – MOON CYCLE cerca di allestire un quadretto etereo attorno all’immagine delle mestruazioni, ma crolla unicamente in una provocazione fine a sé stessa – e alle tematiche sociali che Martinez aveva già, molto meglio, toccato. NYMPHOLOGY, pur inciampando in un ritornello tozzo e poco musicale, apre a una decostruzione delle aspettative idealizzanti imposte sulle donne che colpisce nel segno. “I’m not crazy, I’m not wild/you’re just stupid, little child”. Un sentimento buono, che è però raramente condiviso all’interno del resto dell’album.

Persino TUNNEL VISION, il cui ritmo altalenante e l’accattivante drop pizzicato prometteva un ritorno alla forma dopo l’iniziale noia, si scioglie in allusioni sessuali che vanno dall’assurdo al grottesco. Nemmeno Megan Thee Stallion e Dua Lipa messe insieme riuscivano a far funzionare la metafora della torta, perché pensava di riuscire a farla funzionare lei? SPIDER WEB presenta qualche idea visuale interessante, ma spreca il tutto quando arriva il ritornello. Abbandonata qualunque pretesa di stranezza, Martinez si abbandona alle facilonerie da TikTok con un drop scampanante sinto-Bella Poarch. Le volte in cui gli orpelli hanno un senso di appartenenza, come l’uso degli effetti sonori alla base di THE CONTORTIONIST, sono troppo poche e slegate dal quadro d’assieme per costituire un elemento d’interesse.

Ne consegue che, in PORTALS, Melanie Martinez tira contro il muro nella speranza che almeno una delle sue idee funzioni. Il risultato che ne emerge è un quadro di sensazioni chiassose, apparenza senza sostanza, e una pretesa di stranezza e sperimentazione che non soddisfa né a livello istintivo, né a livello approfondito. Questo, combinato con l’eccessiva lungaggine del progetto, pone un punto interrogativo sul futuro di Melanie Martinez.

Se ci saranno nuove storie da raccontare, o nuovi personaggi da interpretare, potrà dirlo solo il futuro. La storia di Cry Baby, però, si perde nel vuoto insieme a lei e non lascia al pubblico tracce per seguirla.

Melanie Martinez - Portals

Melanie Martinez

Portals

Cd, 2023, Atlantic
Genere: Pop , Rock , Art-rock

Brani:

  • 1) Death
  • 2) Void
  • 3) Tunnel Vision
  • 4) Faerie Soirée
  • 5) Light Shower
  • 6) Spider Web
  • 7) Leeches
  • 8) Battle of the Larynx
  • 9) The Contortionist
  • 10) Moon Cycle
  • 11) Nymphology
  • 12) Evil
  • 13) Womb

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