Virginiana Miller
Il Primo Lunedì Del Mondo
Lunedì 21 Giugno 2010 dovevo andare alla Fnac di Genova alla presentazione live di questo disco da parte del gruppo stesso. Purtroppo una faringite ha fatto si che quando loro erano là alla Fnac, io fossi a casa a farmi l'Aerosol ("La prima macchina mondiale di plastica...") Eh si stesso gruppo, ma altro brano, altro disco e grande delusione per il mancato appuntamento!
Pazienza sarà per un'altra volta, infondo si può essere ugualmente contenti: dopo quattro anni, esce finalmente il quinto album del gruppo livornese.
Un gruppo particolare nel panorama italiano, intanto perché è riuscito a costruire uno stile personale ed immediatamente riconoscibile. Una voce dolce, melodica e malinconica (un po' alla Morrisey per dare un'idea), intrecci chitarristici che ormai riportano il loro timbro e soprattutto testi molto interessanti.
Non è banale spiegare cosa renda i loro testi così originali e al tempo stesso profondi. In genere non ci sono racconti come potevano essere quelli dei cantautori anni '70. Qua ci sono parole, che vanno dritte dritte a toccare un certo tipo di emozioni, quelle più profonde e radicate, spesso fatte di ricordi infantili o di sensazioni di vita, che risalgono prepotentemente a galla e che spesso sembra che possano appartenere a noi. Altre volte si parla del quotidiano, ma illuminato con una luce differente, dove l'attenzione per qualche dettaglio particolare fa cambiare la visione di tutta l'immagine.
I testi non sono propriamente immediati e questo è forse uno dei motivi del loro stato di eterno underground, del non essere mai arrivati (fin'ora) al successo.
"Il primo lunedì del mondo" ha tutte le carte in regola per piacere a chi già conosce il gruppo, per raccogliere qualche nuovo fans, ma ahimè non per farsi conoscere al grande pubblico.
E' un lavoro ben arrangiato, "misurato" in ogni suono per non essere troppo invadente e arricchito dall'aiuto di strumentisti esterni che aggiungono numerosi strumenti all'impasto consueto: sax baritono, clarinetto basso, trombone, flicorno, violino, viola, violoncello. Il tutto si aggiunge al consueto solido rock a cui ci hanno abituato, con i loro consueti ricami chitarristici.
I Virginiana ci hanno già abituati ad inserire dei brani in lingua inglese e questa volta lo piazzano direttamente in apertura: "Frequent flyer" è un brano elegante, misurato.
Ad un primo ascolto rimarranno impressi i brani più energici come "Lunedì" ed "Acque sicure", ma con i successivi ascolti si prenderà padronanza con tutto i lavoro, che viaggia su un livello qualitativo più che buono per tutti i brani.
Con il procedere degli ascolti ci rimangono attaccati frammenti di testi che difficilmente potremo dimenticare: "giurami che resteremo giovani e felici e sempre in bilico su queste superfici senza scivolare giù, giù dove non si tocca giù oltre le acque sicure, giù nelle nostre paure gli sguardi i frangenti i cambiamenti" (da "Acque sicure"), "voglio l’abbraccio di mia madre voglio le corse col mio cane, voglio un’ora d’aria e voglio anche un caffè, le parole sono mani e le mie mani sono stanche, se anche uscissero dall’acqua credo non le aiuteresti, voglio te" (da "La risposta"), "puoi farmi piangere, tanto dimentico, tu non ci riuscirai mai" (da "L'angelo necessario"), "no non guardi la televisione e lo so non hai eroi, hai 2500 amici ma nessuno è lì con te per prendere un caffè, occhi sguardi volti mani parti corpi pezzi brani bocche lingue versi suoni così umani troppo umani, ah l’inferno sono gli atri l’inferno sono gli altri e ognuno è nel suo spazio e ognuno ha qualcosa da dire" (da "L'inferno sono gli altri"), "slot machine nel retro di un bar, spendi inutilmente anche l'ultimo gettone, per l'oggetto piccolo (a) che non uscirà, mangia niente e vomita anche l'ombra di se stessa l'anoressica piccola (a) ma non basterà, succhia fino al filtro ficca il fumo nei polmoni aspira, piccolo oggetto piccolo oggetto piccolo (a), dov'è che cosa fa chissà come sta" (da "Oggetto piccolo"), "se l’ultima cosa che hai detto è stata rifletti, ora riesco a riempire gli spazi e quel che rimane rimane nel bianco degli occhi" (da "Cruciverba"), "vedi la palla che avevo lanciato nel parco, la palla che avevo lanciato giocando, è caduta per sempre" (da "Il presidente"), "tornando a casa stasera troverete i bambini, dategli quella carezza del papa, ma anche un calcio nel culo va bene, anche quello ogni tanto fa bene, come segno di amore sicuro, di contatto e calore animale senza tante parole, tutte queste parole che non cambiano niente, che non legano il sangue, spero tu mi perdoni" (da "La carezza del papa").
Chiude il disco "E la pioggia che va", cover di un brano dei Rokes con testo di Mogol, che per la parte musicale è a sua volta una cover del brano "Remember The Rain" del cantautore americano Bob Lind, pubblicato nel 1966. Un finale che dopo le atmosfere "tese" dei brani precedenti, lascia presagire qualche speranza: "Non importa se qualcuno sul cammino della vita sarà preda dei fantasmi del passato, il denaro ed il potere sono trappole mortali che per tanto e tanto tempo han funzionato. Noi non vogliamo cadere, non possiamo cadere più in giù, ma non vedete nel cielo quelle macchie di azzurro e di blu: è la pioggia che va, e ritorna il sereno è la pioggia che va, e ritorna il sereno è la pioggia che va."
Ulteriore conferma per un gruppo che malgrado stia aggiungendo tasselli da vari anni alla loro discografia, non ha mai deluso e sta erigendo una solida base per il rock d'autore in Italia.
Virginiana Miller
Il Primo Lunedì Del Mondo
Genere: Rock
Brani:
- 1) Frequent Flyer
- 2) Lunedì
- 3) Acque Sicure
- 4) La Risposta
- 5) L'Angelo Necessario
- 6) L'inferno Sono Gli Altri
- 7) Oggetto Piccolo (a)
- 8) Cruciverba
- 9) Il Presidente
- 10) La Carezza del Papa
- 11) E' la Pioggia Che Va
Informazioni tratte dal disco
Registrato allo Shape recording studio Cascina (Pisa) da Ivan A. Rossi
e all’Hanimo studio Livorno da Rino Sassi.
Missato all'Apricot Studio Milano da Ivan Antonio Rossi
Mastering Claudio Giussani al Nautilus Mastering Milano
Simone Lenzi - voce, chitarra acustica
Antonio Bardi - chitarra
Marco Casini - chitarra
Daniele Catalucci - basso
Valerio Griselli - batteria
Giulio Pomponi - tastiere
+
Beppe Scardino - sax baritono, clarinetto basso
Simone Pederzoli - trombone
Mirko Rubegni - flicorno
Claudio Perigozzo - violino
Andrea Cattani - viola;
Gian Paolo Perigozzo - violoncello
Produzione artistica Virginiana Miller con la collaborazione
di Ale Bavo, Rino Sassi e Ivan Antonio Rossi.
Arrangiamento archi e fiati Beppe Scardino.