Fabrizio Tavernelli

Homo Distopiens

Recensione
Pubblicato il 24/12/2020

Fabrizio Tavernelli proviene da un iniziale percorso darkwave con gli "En Manque D'Autre" e un successivo gruppo Acid Folk Alleanza che ha pubblicato tre album con i "Dischi del Mulo" legata al Consorzio Produttori Indipendenti, etichetta che è stata molto importante tra il 1994 e il 1999, gli anni della sua attività. Del periodo andatevi a recuperare "Fumana Mandala" e "Nomade Psichico".

La carriera solista di Fabrizio Tavernelli è iniziata nel 2010 e questo è il quinto album, un concept che ruota attorno a canzoni distopiche, frammenti immaginari di un futuro cupo in cui ogni cosa sembra sfuggire di mano e l'album tenta di lanciare un ultimo grido prima che sia troppo tardi per tentare di recuperare la situazione.
Prendiamo il brano di apertura, "Cose sull'orlo", le cose si sanno ("Come la balena con la pancia piena di plastica e immense isole fatte di rifiuti conquistano gli oceani. Ghiaccio che si scioglie") ma purtroppo non sorprendono, ormai si è abituati a tutto ed è più facile far finta di niente e proseguire la vita come se nulla fosse.

In "Distopia muscolare" il nostro mondo è ormai alla fine "la terra si incendia, rende l'aria tossica" e non rimane che tentare di fuggire su altri pianeti.
"Tormenti e tormentoni" critica i tormentoni estivi "Con il culo che twerka e la mente che arranca, non ho tormentoni da darti, ho solo tormenti".
Ancora fantascienza in "Oumuamua" che in lingua hawaiana significa "messaggero che arriva per primo da lontano" o "messaggero da un lontano passato" e in "ll mondo senza di noi".
"Secondo fine" appare un brano più personale e parla di sentimenti "Non ho un secondo fine, non ho secondi fini. Se ti guardo, ti guardo soltanto, se ti parlo ti parlo dentro".
"Ruscarola" è in dialetto emiliano e "Bargigli e pappagorge" chiude cantando della decadenza fisica che porta la vecchiaia, nella quale l'autore si chiede se non è meglio forse farla finita prima ("Senza il coraggio di vivere fast and die, senza il coraggio di buttarsi dalla pietra di Bismantova, o impiccarsi al palo della cuccagna. Per le condanne prostatiche, per le conversioni bioniche, con u naltro pezzo di corpo che si rompe").

I testi sono cupi, vi catapulteranno in un mondo spesso fantascientifico, inquieto e desolante, dove c'è ormai poco spazio per la speranza. Le parole non raccontano storie, ma cercano di creare sensazioni o descrivere ambientazioni. Curioso che le musiche siano decisamente più rilassate, senza nessun tipo di etremismo, ma anzi più vicine al pop rock e come dice lo stesso Tavernelli suonano "con una infida dolcezza".

Cose sull'orlo

Fabrizio Tavernelli - Homo Distopiens

Fabrizio Tavernelli

Homo Distopiens

Cd, 2020
Codice: SCAF15

Genere: Rock

Brani:

  • 1) Cose Sull'Orlo
  • 2) Distopia Muscolare
  • 3) Tormentoni E Tormenti
  • 4) Lune Cinesi
  • 5) Spire
  • 6) Oumamnua
  • 7) Il Mondo Senza Di Noi
  • 8) Secondo Fine
  • 9) L'Uccello Giardiniere
  • 10) Pessimismo Cosmico
  • 11) Ruscarole
  • 12) Bargigli E Pappagorge

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