Massimiliano D’Ambrosio

Cuore di ferro

Recensione
Pubblicato il 05/11/2008
Voto: 8.5/10

Cuore di ferro: disco colto, raffinato e dal cuore… di carne.

A distanza di tre anni dal precedente “Il mio paese” Massimiliano D’Ambrosio pubblica questo nuovo disco dal titolo “Cuore di ferro”, non conosco il precedente lavoro se non per qualche fugace ascolto di quanto disponibile sui suoi siti personali, però una cosa è l’ultima sua fatica merita grande attenzione perché è un disco fortemente ispirato, in cui testi colti e raffinati si incastrano alla perfezione con le musiche dello stesso Massimiliano e gli ottimi arrangiamenti del bassista Fabio Fraschini e del batterista Gianpaolo Rao.

E’ decisamente di quelle che rimangono in testa la canzone d’apertura stile folk “Sette noti senza luna”, il cui testo è giocato a mo di cabala sui numeri celando ma neanche tanto uno sguardo attento e critico alla nostra società “cinque gli esami dei fuori sede /in sei anni fra code e attese / e al funerale del soldato / sette i ministri dello stato” oppure i versi conclusivi “Una nave avvistata al largo / e due corvette ad impedir lo sbarco / sono tre i silenzi della sposa / quattro le amiche che l’aspettano scontrosa / cinque i premi già assegnati / da sei critici ubriachi / e sarà ancora un caso o forse è la sfortuna / sette le notti senza luna”.

Su un altro registro più malinconico e sofferto è “La danza immobile”, evocativa canzone d’amore o meglio su un amore giovanile vissuto ai tempi del Folkstudio, triste il finale “Tutto rinnegare tutto / per un po’ di vita / tutto rinnegare tutto / tutta la fatica / settimane ad aspettarsi / tanta strada per fermarsi, qua”.

Una ballata è il vestito indossato da “L’ufficiale” canzone sulla fine carriera di un ufficiale dello stato, quasi fosse un treno vecchio che ha concluso la propria corsa, una vita fatta di contraddizioni e conti che non tornano per un finale senza alcuna via di fuga “E adesso vado in giro per il porto / e mi trascino come un vecchio cane / adesso che mi sono quasi assolto / e che nessuno più mi chiama infame / adesso quasi tutto mi commuove / e sento ogni problema della gente / adesso l’ufficiale se ne muore / adesso sente il freddo solamente”.

La via sul porticciolo” è una dolce e solare canzone d’amore, tratta liberamente da una poesia di L. Ferlinghetti e sprigiona immagini piene di contemplazione e di desiderio rivolte alla bellezza femminile “Stupenda e incandescente / camicia aperta seno quasi nudo / appende i suoi peccati / appena un po’ sbiancati / mi salva almeno in parte / mi salva almeno in parte dal futuro”.

Su toni drammatici e a tratti epici, carichi di sofferenza, si torna con la title-track “Cuore di ferro” che è caratterizzata da un testo poetico davvero ricercato ed accurato “Salutami cuore di ferro, / saluta il coltello / che ho perso quando ti ho incontrato / o forse quando ti ho lasciato / cadere in un prato, / ma non ti ho sentito / e non ti ho cercato”.

Ma non c’è tregua è già ora di cambiare nuovamente, per far posto a “La scuola più strana del mondo”, una filastrocca stile country, musicata da Massimiliano su un testo decisamente ironico del poeta Stefano Benni, ecco d’esempio l’incipit iniziale “C’è il professor di storia che odia i Fenici, / la prof di matematica che strappa le radici / c’è il professor di scienze che abbatte tutti gli alberi / e quello di latino che tiene per i barbari. / E quello di disegno ci dice che Dio è tondo / perché questa è la scuola più strana del mondo”.

Ispirata al celebre libro “Teresa Batista, stanca di guerra” di Jorge Amado è “Teresa Batista” bellissima canzone che racconta con immagini di vivida poesia e profonda liricità la vita della protagonista Teresa fino alla splendida chiosa “Lì dove il fiume si unisce al mare / dove ogni cosa è da immaginare / dorme lansa, vergine eterna / dormi Teresa, stanca di guerra”, un’eterna dolorosa pace dopo tanto dolore”.

Preceduta nel libretto da questo frammento di F.G. Lorca “... e luna lunanera, che sorriso aveva tra le labbra” è la successiva “Luna Lunanera” magnifica folk-ballade, pura poesia che sarebbe potuta essere scritta da un giovane De André e che vede anche la partecipazione della mitica voce di Marino Severini dei Gang, solo un cenno “Luna Lunera oscura / si specchia cento volte / che l’anima è insicura / e il vento troppo forte / fra meno di mezz’ora / lei legherà ai suoi fianchi / duecento cavalieri / tre limoni e due cantanti”.

A chiudere degnamente questo disco è “An schatan” lenta solenne e distesa ballata cantata a due voci con la dublinese Kay McCarthy e cantata in due lingue italiano e gaelico, bello il testo “Il ragazzo va via soldato / si è umiliato, si è difeso ed ha ucciso, / ha sorriso sentendosi offeso / sul suo volto riflesso si è arreso. / La ragazza ha un prigioniero / che il suo orgoglio combatte e difende, / troppa gente sostiene che è vero / che il suo amore ha esaurito il veleno.” e significativa la presenza del violoncello di Marco Cecilia oltre ovviamente alla chitarra solista di Davide Vaccari.

Il consiglio quindi e di cercarlo, perché è un disco che merita, colto, raffinato e che, a dispetto del titolo, nasconde un cuore di carne pulsante, un cuore che per essere scovato forse basta solo scovarlo sotto il cappotto stretto al collo con cui Massimiliano appare fotografato in copertina.

Massimiliano D’Ambrosio - Cuore di ferro

Massimiliano D’Ambrosio

Cuore di ferro

Cd, 2008,
Genere: Cantautorale

Brani:

  • 1) Sette notti senza luna
  • 2) La danza immobile
  • 3) L'ufficiale
  • 4) La via sul porticciolo
  • 5) Cuore di ferro
  • 6) La scuola più strana del mondo
  • 7) Teresa Batista
  • 8) Luna lunera
  • 9) An scathan

Informazioni tratte dal disco

Massimiliano D’ambrosio: voce, chitarra classica (6)
Fabio Fraschini: basso
Giampaolo Rao: batteria
Fabrizio Guarino: chitarre acustiche (1, 3, 4, 5, 6, 7, 8)
Gianluca D’alessio: chitarra elettrica (1, 7, 8), chitarra acustica (5), chitarra classica (2, 7)
Davide Vaccari: kazoo (6), chitarra (9), bouzuki (3), mandolino (1, 3)
Desiree Infascelli: fisarmonica (3, 4, 5, 8)
Ludovica Valori: bombardino (5, 8)
Stefano Tavernese: violino (1, 6, 7)
Danilo Cartia: banjo (3, 6)
Marco Cecilia: violoncello (7, 9)
Marco Quagliozzi: hammond e tastiere
Alessandro Facchini: cori (2)
KAY Mccarthy: voce (9)
Marino Severini: voce (8)

Testi e musiche di Massimiliano D’Ambrosio eccetto “An Scathàn” (K.McCarthy/M.D’Ambrosio) e “La scuola più pazza del mondo” S.Benni/M.D’Ambrosio) il cui testo appare per gentile concessione di Stefano Benni.
Kay McCarthy appare per gentile concessione di Helikonia.

Prodotto da Massimiliano D’ambrosio e Emerald Recordings.

Arrangiato da Fabio Fraschini e Giampaolo Rao.
Registrato e Missato da Fabio Fraschini e Luigi Colasanti Antonelli presso l’Emerald Recordings Studio.
Masterizzato da Fabrizio De Carolis presso Reference Mastering.

Foto e Artwork di Luigi Colasanti Antonelli per Studioentropia.

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