Luca Ghielmetti
Luca Ghielmetti
Luca Ghielmetti: tra Pupi Avati, Andrea Vitali e l’inverno in arrivo.
“Ti sembra strano che passino di qui” canta Luca Ghielmetti nella sua canzone “I treni di un’ora”, a me sembra strano che ci sia ancora chi sappia comporre e realizzare un disco come questo, che sa tanto di artigianato, di musica scritta ancora su pezzi di carta, pensata prima con il cuore che con la testa, abbozzata tra le calde mura di casa o nello scantinato, senza alcun riguardo verso un mercato discografico asfittico, senza preoccuparsi se avrà mai successo oppure no.
Così, partendo da questi presupposti, può accadere come in questo caso che avvenga il miracolo, che all’improvviso intervenga la magia e come d’incanto ne nasca un gioiello, un disco prezioso da tenersi stretto proprio ora che l’autunno è ormai inoltrato e diventa piacevole chiudersi in casa, accendere lo stereo ed ecco ascoltarsi magari un disco come questo, per scaldarsi il cuore.
Si parte così con “Antes que muda el mar” un fado che sa di luoghi lontani, di mare e di amore, quello tra un cantore di boulerias con “Due spalle da sorreggere un tecnigrafo / il figlio prediletto degli dei” e una “bella madame davvero quella svizzera / portata a riva dalla nostalgia / volata un po’ più a sud come le folaghe / al colmo della sua fertilità”, brano splendido ed esotico con quel suono suadente di marimba.
“Quei bei baci a Paris” è piena di nostalgia per un passato in cui “non perdevi una nota eravamo felici” fino all’oggi in cui “la dolce agonia della vita da grandi / come tiri in tribuna nascondiamo i rimpianti”, qui c’è spazio per immagini o meglio rumori di un’infanzia lontana “ma il motore del mondo lo sentivi girare / come un vecchio trattore pupupum pupupum”, non sembrano ricordi come quelli che popolano i film di Pupi Avati?
Ancora nostalgia in “Le corniole di nonno Rassouli” (canzone già presente nel suo primo disco omonimo) e lo intuisce già dal titolo, io stesso ho dovuto fare una ricerca per saper cosa fossero le corniole, un frutto d’altri tempi simile alla ciliegia e utile per composte o salamoie. Anche il testo è rivolto ancora nostalgicamente al passato “quanto mi manca quel lessico infantile / pieno di pochi verbi e tanti sguardi”.
“A un passo dalle nuvole”, anch’essa già pubblicata precedentemente, è una canzone d’amore, per chi ancora si lascia sorprendere da questo sentimento come narra l’incipit e che presenta immagini magnifiche così come il finale “però certe ragazze è meglio stringerle / prima che il vento se le porti via / lanciare loro un boomerang d’amore poi / vederle ritornare qui…”.
Molti cantautori si sono cimentati nello scrivere una canzone per la nascita di un proprio figlio, forse proprio per questo, per evitare paragoni, Luca ha voluto ribaltare il discorso e scrivere una canzone come se fosse il figlio a parlare di lui e non viceversa e ne è nata l’originale e tenerissima canzone “La faccia del papà”.
Breve ma intensa è “I treni di un’ora”, in cui è come se si fosse fermato il tempo, non si parla di metropolitana e di gente che corre indaffarata, si parla dei “treni di un’ora / sempre a portata di ogni emozione / follie improvvise, amori nuovi / o un film di Pupi Avati da affittare / sembra strano che passino di qui…” e magnifico è il finale strumentale.
Uscita dalla penna dello scrittore bellanese Andrea Vitali e non da quella di Luca, com’è in realtà, sembrerebbe essere “Il dottor Carlo” una storia d’amore ambientata nel passato e nella pianura padana, tra gli argini del Po, nata tra il Dottor Carlo “medico condotto di un paesino in riva al Po / single convinto quasi un orso” e una lei “maestrina di trent’anni / sani principi e per di più / qualche puntura di zanzara / che il dottor Carlo quel mattino le curò”, davvero deliziosa.
Ancora amore ma questa volta sinuoso ed intrigante, giocato tra le note di un tango è “Barbara” che inizia con questa splendida immagine poetica “certo, morir danzando è perlomeno un gran finale, / due colpi d’arancione sul bianco di una biografia” ed il cui seguito non è da meno “… soffiava primavera, mi spingeva addosso a te / che gioia nel sentirsi talmente vulnerabili / accorgersi di essere nati per rincorrersi”.
Chiude il disco “Le rosse di Amsterdam” canzone ironica, velata di nostalgia per un passato che è passato, in cui due uomini si ritrovano a veder le “rosse biciclette di Amsterdam” e si dicon “guarda che due bischeri che siamo / d’accordo, in fondo un po’ lo meritiamo / ma è inutile rimpianger col testone / quella breva che è passata” per finire come quelli che con “la grinta di chi non è in saldo e un coraggio mai visto si torna a sfrecciar”.
Non ho detto molto fino ad ora dell’aspetto musicale, riassumerò il tutto in un nome quello di Greg Cohen che ne ha curato gli arrangiamenti creando un mosaico perfetto, in cui non manca nulla e nulla eccede, grazie anche ad artisti come lo stesso Cohen al contrabbasso e non solo, a Mario Arcari alla sezione fiati, Jimmy Villotti alla chitarra elettrica, Greg Leisz che ha segnato con la steel guitar e la lap steeel la coda di “I treni di un’ora” e gli altri che trovate nei crediti.
E’ un disco imperdibile, correte a prendervelo… che l’inverno è alle porte.
Luca Ghielmetti
Luca Ghielmetti
Genere: Cantautorale
Brani:
- 1) Antes que muda el mar
- 2) Quei bei baci a Paris
- 3) Le corniole di nonno Rassouli
- 4) A un passo dalle nuvole
- 5) La faccia del papà
- 6) I treni di un'ora
- 7) Il dottor Carlo
- 8) Barbara
- 9) Le rosse di Amsterdam
Informazioni tratte dal disco
Greg Cohen: contrabasso, chitarra, armonium, percussioni, marimba
Cyro Baptista: percussioni
Tim Sparks: chitarra
Greg Leisz: steel guitar, lap steeel, weissenborn, chitarra elettrica
Mario Arcari: oboe, clarinetto, armonica, flauti
Franco Piccolo: fisarmonica
Jimmy Villotti: chitarra elettrica
Missato alle Officine Meccaniche Recording Studios da Greg Cohen, Paolo Mauri e Giuseppe “peppa” Salvadori
Parole e musica di Luca Ghielmetti
“A un passo dalle nuvole” di Ghielmetti-Ruggeri
Edizioni ODD TIMES
“A un passo dalle nuvole” Edizioni Penelope Edizioni Musicali Anyway Music Warner Chappel Music Italiana
“Le corniole di nonno Rassouli” Edizioni Universal Music
Registrato dove capitava da Carlo Cantini, Claudio Pacini, Roberto Barillari, Riccardo Parravicini, Giuseppe “peppa” Salvadori e Craig Parker Adams.
Masterizzato da Claudio Giuliani al Nautilus di Milano.
Cover Art: Buenaversa Advising
Prodotto da Greg Cohen
Promozione discografica, ufficio stampa eventi e concerti, management Carta da Musica