Folkstone

Damnati ad Metalla

Recensione
Pubblicato il 08/05/2023
Voto: 8/10

Anche in questo secondo album, uscito a due anni di distanza dal primo omonimo, si respirano luoghi di altri tempi, ed echi che arrivano dal medioevo.
Troviamo interessanti evoluzioni, dovuti probabilmente anche ad un maggior numero di collaborazioni nella stesura dei brani. Si registrano miglioramenti nelle chitarre, nella voce di Lore, nell'audio più cristallino. Ci sono stati cambiamenti di lineup, ad esempio la chitarra (Lucas ha sostituito Ghera) e l'arpa (Clara ha sostituito Becky) che hanno portato ad inevitabili diversità stilistiche.
Per i curiosi, con la locuzione "Damnatio ad metalla" si indica la condanna ai lavori forzati perpetui, in particolare in miniera, inflitti frequentemente nell'antica Roma.
Si parte con un pezzo strumentale acustico, per entrare poi in ambiente metal con il bel "Longobardia" dove si narrano le gesta di antichi avi e conquiste territoriali e dove possiamo ritrovare le nostre radici. In questo brano si notano l'arpa e i cori che si inseriscono perfettamente insieme agli altri strumenti.
"Aufstand!" in tedesco vuol dire rivolta e fa da ritornello ad un altro tiratissimo ed epico pezzo, che all'interno ha delle belle mitragliate di chitarra.
"Anime dannate" è un pezzo bellissimo, che inizia solo con chitarre, in perfetto thrash metal. Il ritornello con il coro, lo stacco a metà brano, l'aria cantata dalla voce femminile, lo fanno diventare un classico per la band. D questo brano è presente un videoclip girato a Genova insieme a dei fans del gruppo.
"Frerì" racconta la vita dei bambini minatori ("loro che al ferro la luce donano") e nel ritornello è contenuto il titolo dell'album. Su internet c'è un riferimento alla miniera di ferro dimessa sul monte Gaffione, in provincia di Bergamo, ora trasformata in parco minerario.
Il veloce "Un'altra volta ancora" ci immerge in danze, cibarie e brindisi alcolici da antica taberna. Da notare la prima apparizione della voce di Roberta, come seconda voce. Le danze proseguono con lo strumentale "Luppulus in fabula", che storpia il famoso detto per trasformarlo in "luppolo nel discorso".
Una breve chitarra acustica inizia "Terra santa" per poi partire con una cavalcata elettrica alla conquista della Palestina, dove si insinuano nel ritornello melodie mediorientali e dubbi sul significato di combattere per un Dio di vanità. E' stato ispirato da Palästinalied, una canzone delle crociate scritta nel tredicesimo secolo da Walther von der Vogelweide.
"Senza certezze" anticipa in qualche modo temi più personali che compariranno negli album successivi, con similitudini più introspettive ("Come lama nel vento i tuoi giudizi spezzerò, schiavi di illusioni la tua superbia ucciderò"), ma ritmi sempre serrati.
"Vortici scuri" è introdotta dalla consueta meravigliosa arpa, per poi proseguire granitica a cercare una musa che indichi la via.
"Nell'alto cadrò" descrive le emozioni di scalare una vetta ed il senso di libertà che dona, omaggiando al tempo stesso Roby Piantoni, alpinista bergamasco deceduto nel tentativo di scalare lo Shisha Pangma in Tibet. E' suonato con la cornamusa bergamasca di origini medioevali, chiamata baghèt.
"Vanità di vanità" è la cover di un brano di Angelo Branduardi, tratto dall'album "State buoni se potete", colonna sonora del film omonimo del 1983. Il testo è la rielaborazione di un componimento poetico di San Filippo Neri (Firenze, 21 luglio 1515 – Roma, 26 maggio 1595). Si inserisce perfettamente all'interno degli altri brani, sia come tematiche che come arrangiamenti.
La conclusiva "Rocce nere" riprende il brano già presente nel primo album, in versione solo voci, con l'ausilio del Coro Alpino "Le Due Valli"

Il libretto interno contiene tutti i testi (esclusa la cover), ha 18 facciate, degli splendidi disegni e una foto del gruppo.
Rispetto al primo lavoro che aveva un suono più grezzo, qua troviamo una registrazione molto definita degli strumenti, ed i pezzi sono tutti molto buoni.

Folkstone - Damnati ad Metalla
Folkstone - Damnati ad Metalla

Folkstone

Damnati ad Metalla

Cd, 2010, Fuel Records
Codice: FUEL 520

Genere: Metal , Folk

Brani:

  • 1) Ol bal di Òss
  • 2) Longobardia
  • 3) Aufstand!
  • 4) Anime dannate
  • 5) Frerì
  • 6) Un'altra volta ancora
  • 7) Luppulus in fabula
  • 8) Terra santa
  • 9) Senza certezze
  • 10) Vortici scuri
  • 11) Nell'alto cadrò
  • 12) Vanità di vanità (Angelo Branduardi cover)
  • 13) Rocce nere (a capella)

Informazioni tratte dal disco

Formazione:

Lore - Voce, cornamuse, bombarde, chitarra, bouzouki
Teo - Cornamuse, bombarde, cori
Ferro - Basso, cori
Andreas - Cornamuse, percussioni, cori
Lucas - Chitarra, cori
Fore - Batteria
Roby - Cornamuse, bombarde, secoda voce
Clara - Arpa, sonagli

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