KLEM
Ritagli di tempo
I Klem sono una nuova realtà del nord-est italiano (Bovolone in provincia di Verona), l’ennesima dimostrazione che da quelle parti vi sia un fermento d’idee sviluppatesi sottotraccia alla tradizione ufficiale, ma in realtà sottobosco zuppo di ferventi movimenti culturali.
Il trio, costituito da Leonardo Scali (voce e chitarra), Umberto Patuzzo (basso) e Francesco Schiavi (batteria), nasce dalle ceneri del progetto (poi naufragato) dal nome Jab. Ha come marchio di fabbrica un suono potente, rumoroso ma rotondo e pulito che gira per tutto l’album con la spietata precisione di una macchina da guerra. Un sound che omaggia innanzitutto lo stoner rock di band quali i Queen of the Stone Age, ma anche il vecchio grunge degli Alice in Chains o il post- grunge dei Foo Fighters. La vera rivelazione però sta nella proposta limpida e di carattere della band. Dieci tracce calde d’ascoltare tutto di un fiato senza mai alzare il piede dall’acceleratore. Una tempesta di sessione ritmica, graffianti riff di chitarra e poderosi giri di basso che rapiscono letteralmente l’anima e rilasciano un effetto energizzante d’altri tempi. Un vero inno all’essenza del rock‘n roll fatto di musica ignorante, testi diretti e un piglio libertario. Confesso che dopo tanto tempo mi è tornata la voglia di alzare il volume ascoltando musica; perché certi ritmi non possono che rimbombarti, sciacquarti e purificarti dentro sin giù nelle vene come un rito indigeno d’iniziazione.
Scacco Matto è la cartina di tornasole per capire la piega che andrà a prendere l’intero lavoro: ritmo incalzante, batteria in primo piano e chitarre tirate a lucido. Un’esplosione di vigore che avanza in modo serrato sino a travolgervi. Quando cogli un fiore è il brano di lancio dell’album e decisamente quello con maggior appeal per rapire un po’ di attenzione. Una canzone che fa da tramite tra vecchi e nuovi rocker fortemente consigliato per caricarsi prima di un’impresa. Mobile classico è il pezzo che più mi ha colpito per la sua capacità di compiere in maniera perfetta la funzione per cui è stato ideato: l’intermezzo. Sì perché, senza nulla togliere alla voce tra l’altro bella, particolare e perfettamente adatta allo stile mostrato dalla band, questa traccia strumentale è l’essenza del rock, quindi dell’America. Una cavalcata in sella a una moto tra le lande desolate del Far-West, dove per chilometri e chilometri si possono scorgere solo strada, strada, rocce, piccoli arbusti e qualche rado spaccio multi-market con i cani ad abbaiare tutto il santo giorno. Quei luoghi simbolici che fungono da collettore per viandanti e viaggiatori; quelle atmosfere disegnate per imprigionare lo spirito del bikers e del globe trotter. E sono i latrati che si sentono sullo sfondo di un country rock molto evocativo a ricostruire nell’immaginario dell’ascoltatore una pellicola suggestiva del “sogno americano”. Un rigurgito perfetto di un mito, chissà se ancora vivo o definitivamente scomparso, figlio di un cinema d’altri tempi. Rimane ancora il tempo per segnalarvi questa traccia: “2”. Un rock arioso dal ritornello accattivante, dove la melodia riequilibra la rudezza dell’impatto sonoro. Nessun spazio alla fantasia, ma un mood ascensionale seducente che arriva sottopelle come un fiume che scava nella roccia.
Insomma punk, rock, grunge chiamatelo come volete … Questi tre ragazzi veronesi ci hanno dimostrato che si può fare ancora dell’ottimo rock negli anni duemila senza essere per forza avanguardisti; perché il rock è già di per sé, quando non è una posa, l’incarnazione dello spirito trasgressivo e ribelle per antonomasia con o senza giubbotto di pelle nera! Led Zeppelin vi dice qualcosa? Peccato che alle nuove generazioni si abbia spesso riservato la versione caricaturale di questo genere musicale.
KLEM
Ritagli di tempo
Genere: Stoner , Rock
Brani:
- 1) Scacco Matto
- 2) Specchi Infranti
- 3) Quando Cogli Un Fiore
- 4) Date
- 5) Mobile Classico
- 6) Poi Si Fermerà
- 7) Sfera Di Cristallo
- 8) Fluo
- 9) 2
- 10) Acqua, Terra & Fuoco