Fausto Rossi / Faust'O
Blank Times
Fausto Rossi è un cantautore che ha dalla sua una grande fortuna: quando sì è uomini veri, lo si è per sempre; l’artista invece è frutto di uno status mentale transitorio. La storia di questo guru (oggi si direbbe indie, negli anni addietro underground) è un vortice di rivelazioni che con il tempo hanno costruito una figura enigmatica, ma al contempo senza compromessi. Dalla new wave, al rock puro, al cantautorato ogni tappa della sua vita, ancor prima che della sua carriera, ha segnato una transizione personale, un percorso di sofferenza e crisi nel senso nobile del termine. Da Faust’o a Fausto Rossi la mutazione nel tempo ha lasciato molti strascichi sia in termini di stile sia di pubblico. L’interesse, però, è rimasto immutato per le situazioni a scapito delle etichette.
Blank times è l’ultimo episodio di questo straordinario artista, un nuovo capitolo che parte da una constatazione empirica: cantare solo in italiano ti fa lavorare come un somaro, perché i testi necessitano di una certa musicalità. Un limite che rende difficile scrivere un intero album in una sola notte. L’intento dell’autore diventa allora quello di “sistemare” il meno possibile per non svilire la scrittura di getto, utilizzando anche l’immediatezza dell’inglese. Risultato? Non perdere l’urgenza espressiva dell’istinto. La trovata? Mischiare le carte tra testi in madrelingua e non, in modo di aggiungere un tocco da avanguardista all’intera operazione.
La figura schiva di antieroe non ha smarrito la sua concezione etica della musica, tipico di un poeta moderno quale ama definirsi Fausto Rossi. Siamo di fronte a un flusso di coscienza sincero che parte con Tu non lo sai (esempio calzante di testo che “parla”) e prosegue per tutto il disco toccando il suo apice con Il vostro Mondo. Testi polverosi con quella patina vintage che dissimula uno spirito libero indomito. Musiche che attraggono per la loro luce spettrale e per le loro costruzioni ambientali desolate al limite del drammaturgico. Sarebbe scontato citare David Bowie o Nick Cave, invece semplici reminiscenze dicono Suede. La loro capacità di essere magnificamente e pomposamente drammatici (anche se autentici di fronte al racconto delle proprie sofferenze esistenziali) ha da sempre coesistito con derive pop accattivanti ricche di accorati ritornelli.
Ballate a tinte fosche, che escono dai binari del semplice cantautorato, in Sogni e in The Hill. Giochi fatti di riff rallentati, basso sordo e sessioni ritmiche importanti, per un effetto spurio e sperimentale. E poi semplicemente Can’t explain un pezzo di raffinata eleganza con i suoi mood tra il free jazz e l’avant-garde rock. Un album ancestrale per intenditori, per tutti quelli che non si fermano a meditare, ma si fanno travolgere dalle proprie naturali inclinazioni. Perché, come dice Fausto Rossi: “Io sono cambiato, ma il mondo non è cambiato”.
Fausto Rossi / Faust'O
Blank Times
Genere: Cantautorale , Rock , Rock
Brani:
- 1) Tu non lo sai
- 2) Stars
- 3) Sogni
- 4) The hill
- 5) I write aloud
- 6) Names
- 7) Il vostro mondo
- 8) Can’t explain
- 9) Non ho creduto mai
- 10) Down down down