Lucio Corsi
Cosa Faremo Da Grandi?
Viene dalla Maremma, e ci torna ogni tanto, ma soprattutto ora vive a Milano e gioca a prendersi gioco della realtà con raffigurazioni oniriche, mettendo in scena gli elementi naturali come simbolismo di temi universali. Veri e propri infusi di musiche e parole datate, mischiate con atmosfere fluttuanti dal profondo dell’essere. Al di là delle specifiche geografiche è comunque innegabile che Lucio Corsi ha dalla sua una scrittura evocativa e una cifra stilistica che pesca dalla canzone d’autore italiana (Ivan Graziani, Renato Zero e Franco Fanigliulo in primis), ma soprattutto da un ricco background di valori a cui è fortemente ancorato. Valori che conducono alla vita di campagna, quella in mezzo alla natura e a volte anche alla solitudine. La Maremma vista come il far-west dove la mente si perde e si lascia annegare nella poesia della vita rurale e nei suoni dei suoi ambienti. Anche il modo di suonare la chitarra riporta a galla le passioni più intime e viscerali per il glam rock di origine anglosassone tra Mick Ronson, T-Rex, David Bowie, Brian Eno e ovviamente i Genesis di Peter Gabriel. Per sua stessa ammissione anche il pianoforte è stato un altro compagno di avventure e ispirazione che lo ha particolarmente formato e forgiato nel suo atteggiamento verso la musica, tra immagini tradizionali e il modo particolare di suonarlo di Randy Newman, passando anche per la poetica dei nostri italianissimi Francesco Baccini e Paolo Conte.
Si parte quindi per un viaggio tra diversi riferimenti stilistici e inarrivabili vette di pacifica stagnazione tra cuore e ricordo, disagio cerebrale e infinita ricchezza della sua trama. Un rapporto con la natura e i suoi elementi che richiamano anche un altro maestro dei territori sconfinati e delle atmosfere magiche quale era Nick Drake. Rimane sempre nelle orecchie comunque un’ infinita tenerezza che fa contrasto con un’ innata energia esplosiva, capace di entrare dentro le nostre anime con totale onestà e umiltà.
Milano è sicuramente stata altrettanto importante per portare la fortuna, il mestiere (tra la poesia in prosa di Gaber e Jannacci) e l’incontro decisivo con Francesco Bianconi dei Baustelle anch’egli per ironia della sorte toscano delle sue parti! La Milano che lascia soli, ma che ti da la possibilità del riscatto, la Milano che stuzzica l’attenzione e brulica di novità. Un viaggio spaziale e metaforico lo accompagna tra la Toscana, attraverso le montagne liguri fino ad immergersi nella bianca pianura padana invernale prima di arrivare a Milano. Freccia bianca vista come un segnale indiano e poi tutti i bozzetti delle nove tracce presentate con stile acquarello e con un fare del tutto disincantato. Anche la cover del disco è un quadro della madre che il giovane cantautore evoca anche nei suoi testi. Spesso sembra di essere di fronte a delle filastrocche per bambini! Questo però è lo spirito che trasmette una naturalezza non casuale a queste composizioni che a volte possono apparire un poco barocche (al pari della posa artistica ed estetica del suo autore), ma che alla fine hanno il merito di non portarti da nessuna parte senza illudere nessuno. Alla fine il nostro funambolo risulta un conforto per i cuori sognatori e più sensibili. Diventa un pratico analista dei sentimenti più profondi che spariscono e riemergono tra le onde, tra il vento o il cammino di un lupo, descritti con assoluta dolcezza e pathos tra melodie carsiche e di conforto.
Una menzione particolare per la canzone Amico vola via per il testo, le musiche, ma in particolare per la capacità di innescare emozioni vere con una favola fantastica che solo un folle è così libero di poter sognare senza per questo chiedere di cambiare il mondo.
Lucio Corsi
Cosa Faremo Da Grandi?
Genere: Cantautorale , Progressivo
Brani:
- 1) Cosa faremo da grandi?
- 2) Freccia Bianca
- 3) L'orologio
- 4) Trieste
- 5) Onde
- 6) Senza Titolo
- 7) Amico vola via
- 8) Bigbuca
- 9) La ragazza trasparente