Ugo Mazzei
Mezzogiorno o giù di lì
E’ mezzogiorno o giù di lì, ma è la luna a dominare i cieli
“Mezzogiorno o giù di lì” è il titolo del secondo album del cantautore siracusano e potrebbe facilmente far pensare a un disco prettamente solare quasi spensierato invece, un po’ come il caposselliano “All’unaetrentacinquecirca”, è piuttosto notturno e intimista, così è più la luna che non il sole a ricorrere nelle varie canzoni.
Ugo Mazzei nella copertina del disco scrive “Mezzogiorno o giù di lì. E’ il momento del tepore di inizio estate, quando la strada sembra vibrare in una nube di polvere e caligine. Lì, in quel godere fiacco, incontro la mia vibrante canzone che mi tormenta la mente con immagini confuse e ricordi limpidi sotto forma di attimi. E’ l’ora delle vipere, il mare si unisce al cielo e la mia Sicilia mi appare come un orizzonte americano. E così le canzoni si vestono di suoni stranieri”.
A un primo ascolto ciò che colpisce maggiormente è la varietà e la pregevole fattura degli abiti musicali con cui sono rivestite le varie canzoni. Se si prendono ad esempio i primi brani, si trova “Roma ti somiglia”, che sin dalle prime note è pervasa da un romanticismo che ricorda il primo Cocciante con il pianoforte in primo piano e gli archi sullo sfondo, ma già con “Libera” si cambia atmosfera e la chitarra solista dell’introduzione sembrerebbe suonata da David Gilmour, ma poi con “Solo per te” si è più verso sonorità care a Venditti, “Il cane e la luna” invece ha chitarre che ricordano il tocco di Mark Knopfler.
Mi fermo però qui con i paragoni, perché non vorrei dare l’idea di un disco con poca originalità e nemmeno sminuire l’estrema piacevolezza che ne deriva dall’ascolto.
Anzi il mio sembrerebbe piuttosto il voler cercare a tutti i costi il classico pelo nell’uovo in un disco che invece, anche dopo ripetuti ascolti, non mostra segni di alcun cedimento o sbavatura, che è cantato da Ugo con voce calda e sicura, suonato magnificamente da tutti i protagonisti e con uno stile che è difficile trovare nella maggior parte della produzione discografica italiana.
Quali allora i sogni più belli di questo nuovo Mazzei?
Beh, è davvero difficile scegliere tra le undici tracce, direi che “Il cane è la luna”, forse una delle più americane del lotto, è canzone piena di fascino e immagini poetiche “La distanza tra un cane e la luna è una cosa lieve / Se si ferma sul ciglio del porto a leccare il sale / Il ricordo di una spina conficcata dentro il cuore / La distanza tra un cane e la luna è soltanto il mare”.
Poi c’è “Feste gitane” con quel canto d’amore che sembra continuamente sollevarsi in volo “E adesso io costruirò gli aquiloni in bianchi notte lontane / Specchi d’allodole e feste gitane / Tramanderò le orazioni di vecchi e stanchi sciamani / Mulini a vento, ronzini e rituali … C’è un solo ponte d’amore, rosso di brevi parole / Fiori d’alambrha e raggianti candele / C’è una finestra ogivale, solo per farti scoprire / Alberi immensi e tramonti, occhi di sangue ed arene”.
Infine, per non citarle tutte, farei il nome di “Miracolo a Compostela”, brano un po’ country che affronta un tema attualissimo nella nostra attuale società, ossia il desiderio di rimanere sempre giovani ma, come racconta la morale finale della canzone “La vita è una cosa seria e non si può non veder più scendere il sole, ingannando l’età o fuggire, perdendosi in Argentina, o invecchiare, cambiando città”.
Sicuramente un bel disco, tra i migliori del 2011.
Ugo Mazzei
Mezzogiorno o giù di lì
Brani:
- 1) Roma ti somiglia
- 2) Libera
- 3) Solo per te
- 4) Oh Marilina
- 5) Il cane e la luna
- 6) Fantasmi di Greenville
- 7) Feste gitane
- 8) Ninnananna degli amanti
- 9) La notte sempre accesa
- 10) Miracolo a Compostela
- 11) Al mercato del sole
Informazioni tratte dal disco
Crediti
Ugo Mazzei: voce, piano, chitarre acustiche (2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11)
Vincenzo Di Silvestro: dir. archi (1), violino solista (1)
Biagio Martello: basso frettless (1)
Derek Wilson: timpani (1), piatti (1), batteria (2, 3, 4, 5, 6, 7, 9, 10, 11)
Davide Alibrio: chitarra solista (2, 9)
Giovanni Di Caprio: chitarre elettriche (2, 3, 4, 5, 6, 7, 9, 10, 11)
Massimo Pennisi: basso (2, 3, 4, 5, 6, 7, 9, 10, 11)
Filippo Platania: chitarra solista (4, 6)
Tony Cercola: percussioni (4, 6, 7, 9, 11)
Massimo Bertusi: batteria
Fabrizio Luca: percussioni
Salvino Strano: fisarmonica (8)
Corrado Giardina: contrabbasso (8)
Giuseppe Leggio: batteria (8)
Massimo Lanzi: cori (6)
Testi e musiche di Ugo Mazzei
Prodotto da Luigi Piergiovanni per “Interbeat”
Registrato da Giuseppe Pernice al “The Artist Recording Studio”
Mixato e masterizzato da Paolo Iafelice presso “Adesiva Discografica” Milano.
Direzione artistica di Massimo Pennisi ed Ugo Mazzei
Foto di Paola Pisanelli e Franca Centaro