Ivan Francesco Ballerini

Cavallo Pazzo

Brani:

  • 1) Cavallo Pazzo
  • 2) Preghiera Navajo
  • 3) Ragazza Sioux
  • 4) Gufo Grazioso
  • 5) Lo Sciamano
  • 6) Mio Fratello Coda Chiazzata
  • 7) Il Canto Di Mia Figlia
  • 8) Vecchio Fumo
  • 9) Penne D'Airone
  • 10) Non Piangetemi Mai

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Ivan Francesco Ballerini - Cavallo Pazzo

Ivan Francesco Ballerini

Cavallo Pazzo

Cd, 2020
Genere: Cantautorale

Informazioni tratte dal disco

La triste analogia degli accadimenti di fine 800, e gli sconvolgenti attuali flussi migratori di disperati che fuggono da guerre e carestie, in cerca di un posto dove poter vivere serenamente, mi ha dato la forza per portare a compimento questo per me appagante e bellissimo lavoro.
Buon ascolto

Per anni ho sognato di produrre un disco tutto mio. Ma non si può scalare una montagna senza allenamento e soprattutto senza mezzi.
Quest’anno tuttavia, all’età di cinquantadue anni, ho sentito chiaramente dentro di me la necessità per cimentarmi in questa bellissima avventura.
Nel mese di Gennaio mi sono fatto coraggio ed ho provato a comporre alcune canzoni affrontando varie tematiche, sia di attualità, sia di accadimenti passati.
Mi avevano incuriosito molto i personaggi di Cavallo Pazzo e di Nuvola Rossa.
Il primo un guerriero, un pazzo scatenato, dai capelli ricci anziché lisci, che gli uomini bianchi cercavano disperatamente di uccidere senza mai riuscire nell’impresa (da qui la leggenda che fosse invulnerabile), il secondo nato per essere un politico, ed infatti è stato l’unico capo indiano a tessere le fondamenta di numerosi trattati di pace, che era riuscito in poco tempo a capire e a parlare la lingua dell’uomo bianco… basta guardare una sua foto per comprendere esattamente quello che sto scrivendo.
Così, leggendo le loro storie ed annotando su un taccuino le cose che più mi avevano colpito, ho composto due brani: “Vecchio Fumo”, zio materno di Nuvola Rossa, e “Cavallo Pazzo”, brano che da il titolo all’intero album.
Ho fatto ascoltare questi pezzi a mio fratello Antonio, insegnante e scrittore, persona dal linguaggio colto e raffinato che mi avrebbe senza dubbio messo in guardia se qualcosa non gli fosse piaciuto.
Invece è stato proprio lui a spronarmi, ad incitarmi ad andare avanti, a scrivere senza sosta, perché secondo lui, ma ne sono pienamente convinto anch’io, più si scrive più si riesce a tirar fuori uno stile autentico che non ricordi altri autori.
A questo punto, con in mano circa cinque brani completi nel testo e nella musica, mi sono messo in cerca di un professionista che, una volta ascoltati i pezzi, potesse darmi aiutarmi negli arrangiamenti.
Per questo delicatissimo lavoro mi sono avvalso della collaborazione di Alberto Checcacci, artista poliedrico che è riuscito a tirare fuori da ogni singolo brano, direi l’anima, quello che io esattamente intendevo comunicare da un punto di vista musicale. Grazie Alberto, grazie di cuore.
Arrangiare un intero disco, composto da 15 inediti, alcuni brani sono stati scartati, non è certo una passeggiata o cosa semplice... ci vuole tempo.
Intanto, durante i fine settimana, unico momento in cui sono libero da impegni lavorativi, ho composto il brano “Preghiera Navajo”.
Si tratta di una preghiera vera e propria, in cui il personaggio che parla, personaggio immaginario, prega per cercare di stabilire un contatto con l’uomo bianco, usurpatore di terre e di libertà.
Questa canzone l’ho inviata ad un concorso della casa editrice Aletti - Mogol, assieme ad altri due canzoni.
Questa tra migliaia di brani inviati, è stata premiata e selezionata dalla casa editrice per essere inserita in una loro antologia del “Premio Cet Scuola Autori di Mogol”.
Giunti a questo punto la strada mi sembrava segnata, e l’idea di produrre un disco con canzoni interamente dedicate agli indiani d’America, mi sembrava la scelta più giusta.
Tutti, i miei fratelli Mauro e Antonio, il caro Alberto, gli amici che ho più cari, tutti mi hanno incitato a seguire la strada del concept album.
Le canzoni sono uscite fuori da sole, come se le avessi già scritte da anni, il caro Alberto e coloro che mi conoscono bene ne sono testimoni.
Evidentemente, la triste analogia degli accadimenti di fine 800, e gli sconvolgenti attuali flussi migratori di disperati che fuggono da guerre e carestie, in cerca di un posto dove poter vivere serenamente, mi ha dato la forza per portare a compimento questo per me appagante e bellissimo lavoro. Buon ascolto.
Un abbraccio a tutti. Ivan 

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