Corrado Coccia
Il circo di Mastrillo
Il cantautore pavese di stanza a Milano libera il proprio DNA artistico affidandosi all’onda lunga del canzoniere contiano nelle inflessioni del cantastorie di ballate impregnate di quel minimalismo padano sciolto tra nebbie, Oltrepo e Piemonte collinare, dove l’ascendente del cantautore astigiano va a braccetto con quello più scarno e rurale del fratello Giorgio e con il graffio blueseggiante di un Ghielmetti.
Tutti riferimenti ai quali il nostro offre un pomeriggio al circo tra le fiabe borderline, beffarde e un po’malinconiche del clown. Ne nasce questa breve storia che come una piccola suite tratteggia, senza soluzione di continuità, le esili distanze che separano clown di professione da quelli per vocazione.
In un disco impostato unicamente su un arrangiamento “one man band” (piano e voce, un tocco fugace di fisarmonica oltre una snare drum sussurrata e un contrabbasso nel brano di chiusura) e con alcune introduzioni parlate a rafforzarne l’aura di racconto, ecco che ai ritratti di marginalità quotidiana e spicciola di “Una Dura Realtà”, si contrappongono scorci su clownerie involontarie e millantatrici, con esiti meno efficaci in una “La Televendita” un po’sentenziosa e – per converso – con fiera e spumeggiante verve nella irridente e narrativa “Geronimo Mastrillo”, e ancora con punte più riflessive e indulgenti in “Chapiteau” e nel bell’epilogo di “Arriva Rataplan” che completa in modo meritorio questo gustoso piccolo ritratto di varia umanità.
Un buon inizio in attesa che questi spunti di vita popolare e attaccamento sincero a padri di spessore, lascino schiudere definitivamente il guscio di una nuova, sana e viva creatura artistica, devota a quei padri e ribelle quanto serve per riplasmarli in una nuova e ardita espressione.
Corrado Coccia
Il circo di Mastrillo
Brani:
- 1) Prologo
- 2) Una dura realtà
- 3) La burla di Barnum
- 4) La televendita
- 5) Chapiteau
- 6) Il cappellaio magico
- 7) Geronimo Mastrillo
- 8) Arriva Rataplan