Recensione cuffie AKG K518LE

Pubblicato il 04/12/2015 - Ultimo aggiornamento: 24/06/2022

Argomento: Riproduzione audio hi-fi

Packaging

La AKG non si è sbizzarrita un granchè nel fornire una scatola elegante. Le cuffie arrivano in una confezione in plastica che riporta il marchio della casa e da cui si possono intravedere i pad (del colore scelto, verde nel mio caso), cavo e relativo adattatore da 5,5mm placcato in oro.

Bundle

Decisamente molto scarso. Le cuffie arrivano con un adattatore, non di ottima qualità, e una sacca in semipelle per riporle durante gli spostamenti.

Materiali

Le cuffie sono fatte di una plastica molto bella al tocco e non male neanche a vista. Inoltre sull’archetto c'è una fascia di metallo che riporta il marchio inciso e verniciato.

Comodità

Punto molto dolente di queste cuffie. Sono cuffie denominate “DJ”, sovraurali e chiuse quindi ci si aspetta una pressione abbastanza marcata ma, anche chi come me ha una testa di dimensioni normali, tenendole al massimo di apertura delle fasce regolabili non può fare a meno di toglierle ogni 15/20 minuti per colpa della pressione davvero troppo elevata che fa risultare stancante l'ascolto prolungato e provocando fastidio ai padiglioni auricolari.

Isolamento

Qui invece le piccole K518 risaltano bene. L'isolamento dall'interno all'esterno è ottimo, chi vi è di fianco sente pochissimo a volume massimo quindi da interno a esterno test superato. Dall' esterno all' interno molto buono. Le uso per andare in giro e spesso ho rischiato di farmi investire anche senza tracce in play. Se qualcuno mi rivolgeva la parola non me ne accorgevo finchè non mi veniva davanti oppure (molto fastidiosamente) mi spostava un pad.

Rodaggio

Essendo cuffie basshead hanno bisogno, a parer mio, di almeno una cinquantina di ore di ascolto prima di sentire i veri bassi che queste AKG sono in grado di sprigionare. Però anche a primo impatto non suonano malaccio, ci si fa una prima idea del suono che potrebbe uscire dopo il rodaggio che per l’appunto, se non per le frequenze basse, risulta essere poco distaccato da quello iniziale.

Prova con dispositivi portatili

Le fonti musicali portatili che uso sono un Galaxy S3 (col suo penoso chip audio) e un lettore Samsung YP-Q2 che invece ha un suono oltre che più forte anche più definito, ma comunque due oggetti da comune mortale, niente di iperspaziale. I test effettuati sono stati fatti con file mp3 (minimo 320kbps), file waw e FLAC. Ogni mattina andando a scuola ho ascoltato album diversi. Essendo cuffie molto sbilanciate sui bassi ho cominciato con ascoltare Against the world di Tupac (via telefono) e smanetando un po' con l'equilizzatore di Poweramp sono riuscito a non far prevalere solo i bassi. Ascolto direi dettagliato, sono riuscito a cogliere dettagli che non conoscevo. Tutto sommato non mi hanno deluso in quel contesto. Il giorno dopo è toccato ai Led Zeppelin con Physical Grapphiti (FLAC) e qui già la tendenza hai bassi invadenti ha cominciato a dare un po' di fastidio. Le chitarre erano spesso soffocate dal basso e la voce sembrava quasi fuori campo. Si salva giusto la batteria che invece ha un bel sound dettagliato. Altro giorno, altro album arrivando quindi a The dark side of the moon dei grandissimi Pink Floyd (FLAC). Qui i vari strumenti, effetti speciali e voce erano un po' più equilibrate tra loro ed il posizionamento, pur essendo chiuse, non era affatto male, il tutto un po’troppo impastato però. Altro giorno ma con variante, dopo una lunga indecisione ho deciso di togliere le spugne presenti nei pad e devo dire che è stata una saggia decisione, i bassi erano molto meno impastati e prevalenti e sono riuscito a cogliere ogni singola nota dell album The girl in the other room della bravissima Diana Krall. Giorno dopo ero un po' arrabbiato quindi mi sono concesso l’ascolto del cd rippato di Recless ossia il nuovo album di Skrillex. Qui le K518 sono state quasi emozionanti, ogni singolo basso era ben definito e dava quell impressione di sfondare il cranio che ogni fedele ascoltatore di dubstep cerca. Finito il CD sono passato ad una cosa differente ossia l'album Encore di David Garret anche lui rippato da cd originale e qui il violino era un po' "opaco", non era vivace quanto un vero violino, quindi non soddisfatto ho deciso di seguire la lezione di matematica. Per i giorni seguenti la storia è sempre quella; quando ascoltavo album di Rittz, Gorilla Zoe & Co (quindi hip hop misto ad elettronica) le cuffie suonavano che una meraviglia. I giorni in cui ascoltavo i Deep Purple, Celin Dion, Eva Cassidy... le cuffie mi veniva voglia di sbatterle sotto il primo autobus. Un' altro pollice basso è il cavo: di scarsa qualità, fragilissimo (si è rotto dopo tre mesi perchè gli ho dato uno strappo involontario ma nulla di che) e sopratutto troppo corto, tanto che di questi tempi, anche se ho cambiato cavo (di qualità molto migliore infatti hanno cambiato parzialmente dinamica) ma l'ho mantenuto della lunghezza originale, sto usando un adattatore stereo blutooth perchè è impossibile camminarci.

Conclusioni

Sicuramente sono un buon (attenzione, buon non ottimo) acquisto per chi ama sentire i bassi prevaere e dominare, e questo è detto dalla mia parte che ama i generi molto bassosi. La parte che ama i generi più musicali invece le sconsiglia assolutamente perchè so che con pari prezzo si torvano prodotti molto superiori per l'ascolto vario. Soprattutto prodotti più comodi!

Aggiornamento del 24/06/2022 di Fabrizio Pucci

Ho acquistato anch'io queste cuffie, precisamente il 5 marzo del 2013. Generalmente quando si fa una recensione, difficile dare dei giudizi sulla durata del prodotto. In questo caso voglio farlo, perchè pochi giorni fa queste cuffie si sono rotte. Sono durate 9 anni di utilizzo non certo stressante: per molto tempo sono state ferme dentro l'armadio. Da diversi anni erano relegate all'ascolto saltuario di programmi TV in orari serali. Fa rabbia che non si sono rotte per usura, ma perchè la plastica di un'archetto si è sfaldata, probabilmente per il tipo di plastica utilizzata. Credo che si possa ritenere il classico prodotto a orologeria, leggi obsolescenza programmata, in cui un componente è stato studiato per durare un certo numero di anni e poi per rompersi, in modo da rialimentare l'acquisto consumistico di un nuovo prodotto.

Cuffie AKG K518, custodia e sacd The dark side of the moon
Fotografia di Fabrizio Pucci