Paola Turci
Le storie degli altri
Con 'Le storie degli altri' Paola Turci completa la sua trilogia personale iniziata nel 2009 con 'Attraversami il cuore' e proseguita nel 2010 con 'Giorni di rose'; se il primo capitolo era dedicato all'Amore in tutte le sue accezioni ed il secondo era dedicato all'universo femminile in generale, questo tassello conclusivo invece focalizza l'attenzione sul sociale e sulle storie personali.
Anche in quest'ultimo cd, sempre composto da 8 canzoni e prodotto da Francesco Barbaro, la cantante romana si fa aiutare nella scrittura dei brani da personaggi del calibro di Marcello Murru, Alfredo Rizzo e da Francesco Bianconi (leader dei Baustelle) ed i temi affrontati riguardano soprattutto la nostra vita di tutti i giorni ed anche e forse soprattutto la vita degli altri, di chi ci vuole bene ed in generale di chi vive e 'frequenta' questo mondo.
In sostanza la cantante romana descrive piccoli spaccati di vita quotidiana, sintetici affreschi dove a volte prevale la tristezza e la rassegnazione e a volte c'è spazio per la speranza e l'ottimismo.
Come diceva qualcuno "noi siamo le storie" e con questo disco la Turci sembra proprio voler ricalcare in pieno le orme di tale affermazione.
Nel fare ciò Paola si contorna di un piccolo combo di musicisti formato dal fido Fernando Pantini alle chitarre, Pierpaolo Ranieri al basso e contrabbasso e Fabrizio Fratepietro alla batteria e vibrafono; inoltre tale combo cura anche gli arrangiamenti e produce artisticamente l'album.
Il cd si apre con 'La seconda canzone': le batterie spazzolate di Fabrizio Fratepietro introducono la voce delicata di Paola che cresce con lo scorrere del brano (insieme ai suoi fraseggi armonici), mentre a fare il resto ci pensano sia il bellissimo testo di Marcello Murru sia la viola suonata dal fidato Andrea Di Cesare.
Si prosegue con 'Ragazzi bellissimi', che inizia come una marcetta con la voce decisa e determinata della Turci, voce che poi esplode nel ritornello insieme al resto degli strumenti, con la chitarra elettrica di Fernando Pantini in evidenza; il brano regala speranze ed evoca la volontà di cambiare il mondo e di sentirsi parte integrante del mondo stesso, godendosi appieno tutte le gioie dell'esistenza.
Alla fine del ritornello la stessa Turci se la canta con aria scanzonata sulle note di un 'la la la' liberatorio.
La terza traccia è 'Figlio del mondo', scritta da Alfredo Rizzo (autore tra l'altro di 'Bambini', 'Ringrazio Dio' e 'Questa parte di mondo'), e racconta la vita degli emarginati, dei senza voce; musicalmente il brano parte lento con una batteria molto sussurrata e poi si apre nel ritornello e nel resto della trama, con la chitarra elettrica di Fernando Pantini ancora sugli scudi.
Si continua con 'Le storie degli altri', canzone che dà il titolo all'album e che rappresenta il gioiello dell'opera.
Qui anche si parte lentamente con un riff che ti entra in testa e non ti lascia più e successivamente si cresce con la voce della Turci a suo agio tra le chitarre leggermente distorte accompagnate dalla batteria, con la trama musicale che si alterna tra lento e veloce per poi esplodere nel finale.
Il tema affrontato è ovviamente il fulcro del lavoro, ossia lo sguardo sul sociale e soprattutto sulle storie degli altri che ci insegnano la nostra, includendo implicitamente il rispetto per qualsiasi esistenza 'altra'.
In 'Devi andartene' la Turci sperimenta una sorta di jazz con atmosfere molto blues e rallentate; ivi il riferimento del "devi andartene" potrebbe essere qualsiasi uomo politico che ha fatto il suo tempo, o comunque la politica in generale, non più in grado di venire incontro alle esigenze dei cittadini onesti.
Si arriva poi alla cover di Giorgio Gaber 'Si può', canzone attualissima inclusa nell'album 'La mia generazione ha perso' del 2001.
E' questa una canzone propriamente alla Gaber, ironica e pungente, con la Turci che con la sua stupenda voce modula a suo piacimento le varie strofe, sostenuta dal suo combo di musicisti sempre impeccabile.
Si va verso la fine con 'Utopia', primo singolo estratto dall'album, scritto da Francesco Bianconi dei Baustelle; il brano ha venature rock e ci porta dritti alla canzone finale del lavoro dell'artista romana, ossia 'I colori cambiano'.
E' il brano che chiude degnamente l'album e qui la Turci, accompagnata solo al pianoforte da Michelangelo Carbonara, canta dolcemente la speranza in un futuro migliore, in cui si possa passare dal nero attuale ad un colore più vivo che sappia far risorgere le speranze di tutti.
'Le storie degli altri' chiude la trilogia in maniera impeccabile portando Paola Turci ancora una volta ad un livello elevato e mai banale nell'ambito della canzone italiana cosiddetta 'impegnata'.
Paola Turci
Le storie degli altri
Genere: Pop
Brani:
- 1) La seconda canzone
- 2) Ragazzi bellissimi
- 3) Figlio del mondo
- 4) Le storie degli altri
- 5) Devi andartene
-
6)
Si può (Giorgio Gaber)
- 7) Utopia
- 8) I colori cambiano