Ordo equitum solis

Planetes

Pubblicato il 09/01/2010

Il 21 gennaio 1999 è uscito, dopo tre anni di attesa, il nuovo CD degli Ordo Equitum Solis, duo italo-francese dalla ormai lunga carriera artistica, essendosi formato nel 1988 e avendo ben cinque dischi alle spalle.

Il  lavoro si intitola Planetes ed è dedicato al tema del vagabondaggio. Come ci spiegano infatti gli O.E.S. nella presentazione del cd "Planetes in greco significa “errante” e il nome “pianeti” deriva proprio dal fatto che vagano intorno al sole, come parti di un puzzle sempre in movimento. Questo cd riflette pertanto le nostre esperienze personali, il continuo vagabondare dal momento della nascita degli O.E.S. E’ come una strana maledizione con cui abbiamo imparato a convivere e che abbiamo imparato ad apprezzare, perché irrimediabilmente la freschezza della scoperta finisce con l’appassire, la grigia ombra dell’abitudine cresce, il lacerante grido della terra diventa udibile. Non ci sono posti dove le cose sono differenti, ma nonostante questo abbiamo bisogno di continuare a cercarli. Abbiamo ancora molte terre da scoprire. Forse è per questo che vagabondiamo e ci divertiamo a farlo. Non vogliamo scappare da noi stessi, ma odiamo la squallida realtà che ci circonda, cambiamo lo scenario per meglio ignorarlo. Fuggiamo invano, ma a noi non importa".

Sicuramente questa presentazione dice già tutto, ma se a qualcuno il concetto non fosse ancora chiaro consiglio di leggere i testi delle splendide dodici canzoni di Planetes , che ancora meglio esemplificano il pensiero e la scelta di vita di questo duo. Quanto alla musica che dire? Chi già ha amato gli O.E.S. non potrà che commuoversi di fronte alla bellezza di questo cd che assomma tutto il repertorio sonoro e poetico dei precedenti lavori, senza per questo risultare ripetitivo o peggio ancora scontato, bensì piuttosto potenziato da una carica e da un’emozione sempre più intense. Chi invece non li conosce scoprirà uno dei gruppi più interessanti, originali, poetici, ossia più importanti di quest’ultimo decennio.

Eccovi infine una brevissima presentazione dei brani (scritta più con il cuore che con la mente)...

Là-bas apre alla grande il cd rivelando subito quell’atmosfera magica e sognante che solo gli O.E.S sanno creare, con la melodiosa voce di Leithana in primo piano, accompagnata dalla splendida chitarra di Deraclamo; tastiere e tamburi in sottofondo riportano a mondi lontani, ad un passato oscuro e dimenticato...

A stranger ci riporta alle classiche ballate dei primi lavori degli O.E.S,, quasi un classico, direi, fuori dalle mode e dal tempo come tutta la loro musica. Sempre Leithana al canto, con un uso molto suggestivo delle percussioni e delle tastiere...

Through the Fog inizia con un assolo di chitarra quasi fiabesco, poi ecco improvvisa un’esplosione stridente di suoni che introduce una languida e malinconica canzone, alimentata dal canto sofferto e struggente di Leithana...

Vagabondaggio è quasi una recita che mette in primo piano la chitarra e la voce molto particolare di Deraclamo, un brano dalle atmosfere soffuse, dai toni ispidi e dal testo particolare, con un finale splendido fatto da un contrappunto di toni di voce...

Furthermost segna il ritorno ad atmosferiche più romantiche, con tastiere dominanti che cullano la voce di Leithiana come in una dolce ninna nanna, ma via via i toni si incupiscono sempre più e inizia una lenta discesa verso il buio...

Into this funny play è un’altra ballata lieve e melodiosa, molto “in stile O.E.S.”, in cui domina un’atmosfera di gioia e serenità nei confronti del mondo e delle cose ...

How è una breve lirica, intensa e sognante, quasi una preghiera, con la voce di Leithana che si erge limpida su un solido tappeto sonoro di tastiere e di percussioni ... impossibile anche per i cuori più gelidi non emozionarsi almeno un po’ all’ascolto di questo brano ...

Storie e leggende del Conte di Framura è da un certo punto di vista il brano che preferisco dell’album, per quel modo unico che ha Deraclamo di cantare (o sarebbe meglio dire recitare?), per la varietà dei toni, per l’ironia e la spregiudicatezza del testo che racconta due storie una dentro l’altra, per l’atmosfera da antichi cantastorie che riesce a ricreare, mischiandola però a momenti quasi sperimentali... (per non parlare del trucido finale del testo!) Insomma una canzone decisamente unica e insuperabile nel suo genere ...

Oublier et sourire è invece la ballata che più amo, forse perché viene subito dopo le asprezze del brano precedente, o forse per l’intensità della musica, per l’eleganza del testo e la dolcezza della voce di Leithana ...

Signs continua sulla stessa splendida strada, con chitarra acustica accompagnante la voce sempre ispirata di Leithana, per poi lasciare spazio a suadenti tastiere. Anche in questo brano gli O.E.S. percorrono tutto sommato territori già noti, ma lo fanno con una freschezza che lascia quasi stupiti ...

River of Life è una canzone più introspettiva, dai suoni avvolgenti e ammalianti, quasi una pausa di riflessione e di presa di coscienza nei confronti dell’esistenza umana….

Still chiude l’album in perfetta armonia, deliziandoci con toni pacati e atmosfere soffuse dominate dalla perfetta chitarra di Deraclamo, ma poi la voce di Leithana si innalza al di sopra della musica diventando di un’intensità quasi straziante…

Non c’è un brano fuori posto in questo lavoro e nemmeno una pur minima caduta di tono, tutti i brani sono assolutamente perfetti e potrebbero essere benissimo degli splendidi singoli! Non vi resta che ascoltare...

Ordo equitum solis - Planetes