Intervista a Pippo Pollina intorno a “Süden”.
Da chi è partita l'idea di realizzare questo disco a tre voci e due lingue?
Io Werner e Martin siamo diventati amici per caso, dieci anni fa e sai come?
Se ti va, t’invito a guardare questa presentazione del progetto:
Il video mi ha rubato la seconda domanda, che era appunto perché avete voluto intitolare il progetto “Süden”?
Sia io sia Werner, siamo originari dal sud delle nostre rispettive nazioni ma esiste anche il tentativo di spiegare il sud attraverso una prospettiva legata alle emozioni, c'è una canzone di Werner che s’intitola appunto “Im Süden von meim Herzen” (A sud del mio cuore) come se anche il cuore potesse avere una sorta di connotazione geografica.
Da un ascolto complessivo del disco mi sembra di poter dire che si respiri aria di anni '70, con quei cori a tre voci e melodie spesso sognanti, quasi aveste realizzato il disco in un'immaginaria Woodstock o è solo una mia impressione? Si guarda al passato ma c''è molta speranza in un possibile futuro migliore...
Hai azzeccato in pieno. Ci siamo ispirati un po’ a Crosby, Still, Nash and Young ed è stata una cosa abbastanza dichiarata, gli argomenti, ma anche gli arrangiamenti. Abbiamo deciso di fare un cd praticamente da soli, solo in tre brani v'è l’aggiunta di tre ospiti, altrimenti tutto è suonato da noi e, cantato, naturalmente.
“Passa il tempo” è il brano che apre il disco ed è uno di quei pezzi che riascolteresti all'infinito, “Passa il tempo … però non passa il mio amore” è questo il motivo per cui continuare a sperare?
Ci sono cose che "non passano", basta con le cose usa e getta, forse cambia la relazione ma il sentimento umano che sta alla base del medesimo rimane, il suo presupposto cioè l'amore non finisce, forse cambia, ma se qualcuno ti vuole bene, lo farà sempre.
Bellissimo, hai ragione, a proposito di sentimenti, di emozioni una delle canzoni più toccanti del disco penso sia “Bruno” è firmata e cantata, in parte, da tua figlia Madlaine Pollina, penso ci sia da esserne fiero no, segno che quel che si è seminato non è andato perso.
Sono felice che lei faccia le cose che più ama. Fra queste v'è la musica, scrive delle bellissime canzoni come Julian mio figlio. Se un giorno penseranno di intraprendere questa strada sarò al loro fianco, altrimenti sarò ... al loro fianco, ugualmente (sorride). Bruno è dedicata a Bruno Manser, scomparso in Borneo nel 2000, ucciso dalla lobby del legno, non so se lo conosci ... Bruno Manser, svizzero di Basilea, s’impegnò allo strenuo per salvare la foresta del Borneo, minacciata da ditte australiane che iniziarono a devastare la foresta di quel luogo. Manser si trasferì in Borneo e familiarizzò con gli aborigeni, diventando uno di loro, imparandone la cultura, la lingua e il modo di vivere. Fu accettato da quella tribù, tornò in Svizzera per organizzare delle manifestazioni che dessero risalto alla problematica della difesa della foresta in Borneo davanti all'ONU a Ginevra, insomma, si fece malvolere poi, quando tornò in Borneo nel 2000, scomparve misteriosamente e nessuno lo vide più.
La canzone gli rende merito e tocca le corde del cuore, “La vita è bella così com'è” è invece dedicata a Elke? Chi è Elke e com'è nata questa meravigliosa canzone?
Beh, questa è una storia più personale, Elke è una persona importante che non c'è più, ma la cosa che posso dire è che il nostro problema è che ci poniamo delle domande alle quali non siamo in grado di rispondere, poiché la nostra dimensione non lo consente e le persone che possono darci risposta hanno perso queste percezioni di spazio e tempo che ci governano. Entrare in contatto con loro non è facile o forse non è neanche possibile ... chissà. Non ci resta che accettare la vita nel pieno delle sue contraddizioni.
Personalmente trovo molto bella anche “Eis und Schnee”, con quel suo incedere sicuro, quell'armonica a bocca, l'intrecciarsi delle voci, il tuo ingresso che purtroppo è l'unico pezzo che capisco? Perché non avete pensato a una traduzione totale del disco nelle due lingue usate?
Sai perché Fabio? Perché non avrei mai pensato che questo cd vedesse la luce in Italia, Storiedinote ha deciso di pubblicarlo all'ultimo momento, è un esperimento ardito, in Italia c'è un provincialismo pazzesco e questo genere di cose non sono molto apprezzate, sempre che non ti chiami De André o Vasco Rossi, ben inteso.
Non tocchiamo questo tasto altrimenti apriremmo una parentesi che non chiuderemmo più, no?
Ah si, eppure queste sono le cose che fanno specie. Se ti va, sei cordialmente invitato a uno dei nostri concerti oltralpe, giacché in Italia non metteremo piede, mi farebbe piacere e penso che così riusciresti ad avere una chiara visione di come vanno le cose da queste parti.
Guarderò il calendario e ti farò sapere, grazie, intanto continuerei il percorso intrapreso lungo i solchi, pardon, le tracce del disco, “Ultima dolcezza” è davvero una piccola dolcissima canzone, stupenda con quell'immagine “Sarai un'ombra tutta / scolpita nel meriggio / sarai una lunga sete / figlia del miraggio”, com'è nata?
Ho immaginato il momento struggente dell'addio e di com’è difficile lasciar andare vie le persone cui si vuole bene, c'è qualcosa di profondamente magico nell'addio, che ci riconduce all'essenza.
Prima della vita non avevamo percezione di nulla poi, improvvisamente, questo regalo e ci accorgiamo di esserci senza che lo avevamo chiesto e senza che lo siamo guadagnato. Poi, ancora, non siamo soli ma c'è tanta gente con noi ma è tutto un passaggio, che conduce chissà dove e in questo passaggio c'è la consapevolezza di condividere.
Una canzone escatologica dunque?
Si parte dalla "banalità" dell'amore, visto come una cosa terrena, un addio non voluto ma "dovuto", per poi passare a una successiva dimensione che punta più in alto, ma sempre di "ultima dolcezza" si parla e si canta.
Si cambia registro con “Il mondo è la mia patria”, forse tra i pezzi più belli, carico di fiducia in questo mondo che dovrebbe essere la patria di tutti, bellissimo quel “lo rifarei”, il non rinnegare mai le proprie scelte.
Sono contento che ti piaccia, questa traccia è viva per miracolo, non volevo metterla, poi, però Werner e Martin mi hanno convinto. Io mi sento un cittadino del mondo veramente, con delle chiare radici italiane e siciliane, con un’identità precisa che è la e nessuno la tocca, né la discute. Tuttavia mi sento partecipe del destino di questo pianeta, certo ho delle mie propensioni, quindi ci sono luoghi dove sono più a casa che altri, in generale, ma la questione è capirsi con gli altri e non è l'appartenenza geografica che per me è fondamentale, è piuttosto l'appartenenza umana, ci sono siciliani che detesto e con cui non ho nulla a che spartire, conosco giapponesi meravigliosi con cui condivido amicizia e altro. A contrario ci sono amici inseparabili italiani. L’Europa è un progetto interessante e importante se parte dalla cultura e non dall'euro.
Pienamente d'accordo soprattutto su quest’ultimo punto e ringrazio allora Martin e Werner per averti convinto a inserire questo brano.
(sorride).
Volando ancora alto “Qualcosa di grande” è una meravigliosa preghiera, uno sguardo rivolto verso il cielo, la ricerca di un'altra vita, un canto pieno di speranza, è sta scritta e pensata con Werner? Com'è nata?
Le canzoni le abbiamo scritte separatamente, poi ciascuno di noi le ha proposte all'altro e ha aggiunto un cameo o una strofa o due nella sua rispettiva lingua. “Qualcosa di grande” è il desiderio di rigenerazione che nasce dopo un periodo di crisi, la crisi è crescita. Ogni crescita presuppone uno sforzo di superamento di difficoltà le quali spesso hanno a che fare con le abitudini alle cose e alle persone.
Una curiosità, la foto di copertina dove è stata scattata? In Sicilia?
Si. Siamo in cima alle colonne distrutte del tempio grande di Selinunte.
Ancora uno sguardo al passato per guardare con speranza al futuro?
Bella questa, non ci avevo pensato.
A proposito di presente e futuro come sta andando il tour?
Abbiamo iniziato da una settimana, 6 concerti 7500 persone finora e continueremo fino alla fine di marzo, avremo novanta date, a Praga, Vienna, Berlino, Salisburgo, Amburgo, Zurigo, ecc. Il cd è entrato nella hit parade tedesca per quattro settimane, sono fiero. Non credo che la canzone d'autore italiana abbia fatto presenza lì a parte la Nannini, sempre che si possa definire canzone d'autore, non so.
Mah ... quindi un grande successo, date ovunque, tranne che nella tua Italia ...
A ottobre anche a Washington e persino a Tirana in Albania, te ne racconto una: venerdì scorso abbiamo suonato a Monaco di Baviera, il teatro tenda era esaurito da marzo, 3800 persone. Allora chiedo al mio ufficio stampa italiano: “Perché non facciamo venire un giornalista importante a Monaco, una firma di quelle storiche, del Corriere delle Sera oppure di Repubblica oppure un settimanale di contenuti ma di larga diffusione?”. L'organizzazione era pronta a pagare le spese di alloggio, di viaggio. Dopo un mese di lavoro hanno alzato bandiera bianca … non interessava a nessuno. Eppure le notizie c'erano tutte, disco in hit parade e 4.000 persone in teatro.
Forse erano presi con le preselezioni di X-Factor o di Amici ...
Sarà …
E' davvero vergognoso, ma è lo specchio di com’è considerata la musica di qualità in Italia …