Concerto di Pippo Pollina (11/10/2012 - Krone Circus – Monaco di Baviera)

Pubblicato il 14/12/2012 - Ultimo aggiornamento: 06/10/2013

Argomento: Musica

11.10.2012 - Krone Circus – Monaco di Baviera

Pippo Pollina - Werner Schmidbauer - Martin Kälberer presentano “Süden”

 

L’11 ottobre scorso, ho avuto l’onore di essere invitato da Pippo Pollina al concerto di presentazione del nuovo disco “Süden”, tenutosi nel più grande circo stabile d’Europa, il Krone Circus di Monaco di Baviera.

So per certo di essere stato invitato come amico, ma penso che sotto sotto ci fosse anche l’intenzione di rendermi partecipe, di farmi toccare con mano, quell’enorme successo che sta riscontrando ormai non più solo nella sua terra d’adozione, la Svizzera, dove da anni risiede con la propria famiglia a Zurigo, ma anche in Germania, in Austria, in tutta quell’area che risponde al nome di Mitteleuropa.

Sinceramente avrei potuto anche scriverne a caldo, subito dopo aver vissuto quell’esperienza, direi indimenticabile, ma ho invece preferito lasciar sedimentare le emozioni, che quei magici momenti vissuti in terra straniera si stratificassero nel mio cuore.

Cercherò di essere obiettivo, anche se lungi da me il redigere una razionale cronaca della serata.

Semmai cercherò di riportare alla luce alcune suggestioni, partendo dall’attesa, l’arrivo composto dei ben 2500 spettatori paganti che da mesi avevano prenotato quella serata di presentazione di “Suden”, un disco a sei mani che porta la firma anche di Werner Schmidbauer e Martin Kälberer, l’attesa frenetica al bar per l’ultimo boccale di ottima birra bavarese, l’ultima sigaretta (quasi fosse quella concessa a un condannato a morte) per chi, poi la campanella, che avvisa che mancano solo quindici minuti all’inizio dello spettacolo previsto rigorosamente per le ore 20.00 (direi un orario impensabile da noi), mancano ormai dieci minuti ma già gli uscieri si apprestano a chiudere i battenti.

Entrato in quella magnifica struttura, in cui il legno è il materiale che domina, dalla forma circolare come tutti i tendoni da circo (sebbene questo non sia un tendone), mi rendo conto del motivo di tanto rigore nel far rispettare gli orari d’inizio concerto, c’è tanto di televisione tedesca che riprenderà il tutto per poi trasmettere in seguito l’intero concerto.

Tra il pubblico e il palco quindi ci sono un po’ di addetti alle riprese e il braccio della gru che poi farà sorvolare la telecamera telecomandata radente, le teste degli spettatori, ma è un disturbo del tutto sopportabile.

All’ingresso dei tre musici sul palco io provo subito a scattare qualche fotografia, faccio in tempo però solo a scattare una foto, un addetto alla sicurezza mi si avvicina, mi dice qualcosa in tedesco che ovviamente non comprendo, ma mi è comunque chiaro che non potrò più fotografare nulla da quel momento in poi, probabilmente per motivi legati ai diritti televisivi. Meglio quindi rispettare le regole, qui non siamo certo in Italia …

E’ proprio Pippo, accolto da un calorosissimo applauso, ad aprire lo spettacolo con “Dove sei stato” uno dei brani contenuti nel nuovo disco dal quale i tre attingeranno per gran parte dell’intera serata, s’intuisce da subito che la struttura del Krone Circus è di quelle che garantisce un’acustica impeccabile per questo genere di musica. Si parte alla grande.

Tra una canzone e l’altra Pippo e Werner, cercano di spiegare com’è nata la loro amicizia, l’idea di realizzare questo disco insieme, io ovviamente non comprendo nullo visto che il tedesco mi è totalmente oscuro, intuisco solo di cosa stiano parlando grazie ad una precedente intervista realizzata con Pippo. Non capisco nulla ma percepisco che il pubblico è letteralmente rapito dai due, spesso il racconto è sottolineato da fragorose risate del pubblico, sembra quasi di essere a un cabaret dove i confini e i ruoli si confondono, non so bene se la parte della spalla la stia reggendo Werner o Pippo, so solo che la gente ride divertita.

Non tutto pero quanto è rappresentato sul palco è da ridere, perché Pippo a un cero punto parla della propria terra natia, marchiata a fuoco dalla presenza invadente e opprimente della mafia, è il momento di una toccante “Centopassi”, è l’occasione per parlare del suo fuggire dalla sostanziale privazione di libertà di pensiero, del suo migrare all’estero di cui “Chiaramonte Gulfi” rappresenta solo l’aspetto più ironico.

Il legame con la tradizione e con la propria terra natia non è mai rinnegato, superba la sua esibizione con il tamburello, arte musicale trasmessale dal percussionista Alfio Antico, che qui s’intreccia con uno strumento nato invece proprio in territorio svizzero, il curiosissimo Hang, che nelle mani sapienti di Martin, capaci di passare continuamente dalla fisarmonica, alle percussioni, alle tastiere e a tanto altro, riesce a ipnotizzare tutti i presenti.

E’ il momento di una pausa, di un’altra sigaretta per chi proprio non ne può fare a meno, poi è ancora Pippo a far ripartire lo spettacolo con “Qualcosa di grande”, una delle canzoni più belle del nuovo disco insieme a “Bruno”, la canzone dedicata a Bruno Manser, lo speleologo misteriosamente scomparso in Borneo, dopo aver duramente contrastato i disboscamenti selvaggi voluti dalle multinazionali del legname, per l’occasione sul palco a cantare c’è anche Madlaina Pollina, figlia di Pippo, giovanissima autrice del brano. La sua esibizione è quasi da consumata frequentatrice di palchi musicali, alla fine il pubblico apprezza con grande entusiasmo.

Voglio però sottolineare una cosa che mi ha colpito, seppur caloroso il pubblico tedesco è incredibilmente rispettoso di chi sta sul palco, ascolta con la massima attenzione ogni singola canzone, solo alla fine applaude o no quanto appena ascoltato, un comportamento che in Italia purtroppo è riscontrabile solo nell’ambito della musica classica.

Durante la seconda parte del concerto c’è spazio ancora per un classico del repertorio di Pippo, “Sambadio” accolto con grande entusiasmo dai presenti, segno che la sua musica ha ormai fatto breccia nel DNA del pubblico tedesco, la conclusione dell’intera sera è affidata a “Passa il tempo”, un brano che permette ai tre di ringraziare tutti quelli che hanno garantito questo spettacolo di altissimo livello.

Qui termina ufficialmente la serata, la televisione chiude le riprese ma la musica continua, un pubblico ormai scatenato non vuole staccarsi dai suoi beniamini, si susseguono ben quattro pezzi tra cui un’incredibile “Bella Ciao”, con tutto il pubblico tedesco in piedi a battere il tempo con le mani, un qualcosa che in Italia forse sarebbe possibile vedere solo al Concerto del 1° maggio.

Già, a proposito di Concerto del 1° maggio, non sarebbe ora che anche in Italia qualcuno si accorgesse del talento di quest’artista, capace di smuovere e accalorare anche i freddi spiriti teutonici?

Fotografia di Fabio Antonelli
Fotografia di Fabio Antonelli