Natalie Merchant

Tigerlily

Recensione
Pubblicato il 05/11/2014

La storia

Siamo nel 1995.
Natalie Merchant, nata il 26 ottobre del 1963 a Jamestown (NY), ormai è già conosciuta al grande pubblico oltre che per la sua stupenda voce anche e soprattutto per essere la leader e vocalist dei 10000 Maniacs nel periodo 1981-1993.
La cantante statunitense, dopo i vari successi collezionati con la band d’appartenenza, sceglie di rompere l’idillio con i suoi sodali nel 1993, lasciando alle stampe quel capolavoro che è il cd ‘Mtv Unplugged’, dove Natalie ripercorre in chiave acustica tutti i maggiori successi dei Maniacs (da ‘Jezebel’ a ‘Noah’s dove’ fino alla riuscitissima cover ‘Because the night’ di Patti Smith-Bruce Springsteen).
La bella e dolce Natalie decide che è ora di intraprendere la carriera da solista e lo fa due anni dopo, nel 1995, con ‘Tigerlily’, album composto da 11 canzoni tutte scritte sia nelle parole che nella musica da lei stessa.
Nel far ciò si avvale di musicisti del calibro di Jennifer Turner alle chitarre elettriche ed acustiche, Peter Yanowitz alla batteria e percussioni e Barrie Maguire al basso oltre ad altri turnisti che le danno una mano a completare gli undici gioielli partoriti in meno di due anni.
La Merchant riassume con una frase rilasciata in un’intervista dell’epoca tutto il senso di questo primo lavoro da solista:
“Il mio lavoro come artista è quello di essere testimone dei miei tempi e di ciò che ci circonda.”
In ‘Tigerlily’ infatti la cantante americana affronta temi sociali mischiati con sapienza e maestria a temi riguardanti la quotidianità e l’amore nelle sue forme più profonde.
Il disco, pubblicato per la Elektra ed autoprodotto, ha un buon riscontro di critica e pubblico (si piazza al tredicesimo posto nelle classifiche statunitensi) e tre brani entrano nella classifica dei 40 singoli più venduti negli Stati Uniti: ‘Carnival’, ‘Jealousy’ e ‘Wonder’.
‘Tigerlily’ si pone come un trampolino di lancio perfetto per l’artista americana che successivamente nel corso degli anni saprà regalare al grande pubblico altri capolavori oltre che collaborazioni importanti e apprezzate.

Le canzoni

Tigerlily (dal nome di un giglio cinese) è il primo album solista di Natalie Merchant, dopo l’abbandono datato 1993 dai 10000 Maniacs, suo gruppo d’origine sin dai primi anni ’80.
Il disco autoprodotto, uscito nel 1995 per la Elektra Records, è costituito da 11 canzoni scritte tutte dalla cantautrice statunitense per una durata complessiva che supera i 50 minuti.
Si apre con ‘San Andreas fault’, dove le chitarre elettriche di John Holbrook e Matt Henderson insieme alle percussioni di Randy Grant mettono in evidenza la voce delicata e soffusa della Merchant sopra una lenta melodia.
La seconda traccia, ‘Wonder’, vira verso una maggiore velocità nella musica, grazie ancora una volta ai profondi e ripetuti assoli alla chitarra elettrica della brava Jennifer Turner; stavolta la voce solista si fa più incisiva e risulta a suo agio anche in quest’occasione.
In ‘My beloved wife’ si torna ad atmosfere più delicate e forse più consone alla vocalità particolare di Natalie.
Il brano, una profonda riflessione sulla scomparsa della moglie dopo 50 anni di matrimonio e sulla conseguente sostituzione dell’amore con la sofferenza che ha inizio, mette ancora una volta in risalto la commossa voce della Merchant; il tappeto sonoro formato perlopiù da piano, organo di John Holbrook oltre alla batteria ovattata di Peter Yanowitz conferisce un’aura di profonda tristezza a tutto lo sviluppo della canzone.
River’, dedicata alla memoria del giovane attore americano River Phoenix morto all’età di 23 anni nel suo pieno splendore a causa di una overdose di droghe, è uno dei gioielli dell’album; il brano, grazie soprattutto all’azzeccata commistione tra il piano della Merchant e la batteria “spazzolata” di Peter Yanowitz, è un andirivieni di alti e bassi (quasi a simboleggiare gli alti e bassi della vita di una star e di qualsiasi persona) con la voce solista assolutamente padrona della scena.
Un altro gioiello è la seguente ‘Carnival’, una delle tre canzoni entrate nella classifica dei 40 singoli più venduti negli Stati Uniti, insieme a ‘Jealousy’ e ‘Wonder’.
Dopo una introduzione di percussioni (qui suonate da A. L. Guevarra) e chitarre elettriche, la canzone si dipana attraverso la voce della Merchant accompagnata dalle backing vocals di Katell Keineg, voci sorrette in tutto il percorso dal succitato intreccio sonoro di chitarre elettriche e percussioni.
Si arriva poi alla torrenziale (8 minuti e 7 secondi) e delicatissima ‘I may know the word’, un altro dei momenti più alti dell’intero lavoro.
Ivi, oltre all’organo della Merchant, a farla da protagonista assoluta è la voce accennata, soffusa di Natalie; tuttavia il momento più bello del pezzo va ricercato nel dolce lungo assolo (più di un minuto e mezzo) alla chitarra elettrica della bravissima Jennifer Turner, che chiude a meraviglia questo prezioso diamante. La canzone è lunga, ma si vorrebbe che non finisse più.
Si prosegue con la breve ma intensa ‘The letter’ (traccia n. 7), che affronta il tema dell’amore non contraccambiato.
Il brano è incentrato solamente sulla voce e sul piano di Natalie Merchant che si dimostra ancora a suo agio più con le atmosfere acustiche che con quelle elettriche.
Si va verso la fine con ‘Cowboy romance’, storia d’amore tra un cowboy farabutto ed una donna non propriamente perbene, nella quale risaltano il bel violino di Jay Unger insieme al piano ed alla voce della cantautrice americana.
Si va avanti con ‘Jealousy’, traccia veloce e frizzante, con Eric Schenkman ospite alla chitarra elettrica e John Holbrook all’organo, che ricorda molto le atmosfere degli ultimi 10000 Maniacs.
Il penultimo brano, ‘Where i go’, è spensierato, solare, quasi da fischiettare sotto la doccia con le chitarre acustiche protagoniste insieme alle mirabili percussioni di A. L. Guevarra.
Il disco si chiude con la triste ‘Seven years’ (che racconta il tradimento di un uomo perpetrato ai danni di una donna dopo 7 anni meravigliosi passati insieme) con la voce delicata e rassegnata di Natalie ancora in primo piano accompagnata da un ovattato tappeto sonoro che esplode al ritornello ed arricchito anche dal cello di Michelle Kinney.
In definitiva un lavoro prezioso e quasi perfetto per un’artista che dopo questa prova spiccherà il volo verso altri successi ampiamente riconosciuti da critica e pubblico.

Carnival (1995)
Natalie Merchant - Tigerlily

Natalie Merchant

Tigerlily

Cd, 1995
Genere: Rock

Brani:

  • 1) San Andreas Fault
  • 2) Wonder
  • 3) Beloved Wife
  • 4) River
  • 5) Carnival
  • 6) I May Know the Word
  • 7) The Letter
  • 8) Cowboy Romance
  • 9) Jealousy
  • 10) Where I Go
  • 11) Seven Years

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