Chiara Dello Iacovo ha partecipato al Festival di Sanremo 2016 con "Introverso" un brano pop di cui è l'autrice davvero fresco ed accattivante. Ha ottenuto il secondo posto nella gara di Sanremo Giovani, ha vinto il premio Sala Stampa Lucio Dalla e il premio Assomusica 2016. Siamo felici di saperne di più su questa promettente cantautrice.
Come si arriva così giovani, a poco più di venti anni a cantare al Festival di Sanremo?
Come in tutti gli eventi di tale portata, è un cocktail ben riuscito di una serie di ingredienti: intuito, fortuna, caparbia, lavoro di squadra, sintonia, impazienza, irruenza, un pizzico di incoscienza…e perché no, anche un po’ di talento da qualche parte dovrà pur esserci, spero.
"Introverso" è un pezzo fresco, al passo con i tempi (come purtroppo non sempre accade al festival). E' stato rapido comporlo, o si è trattato di un parto travagliato?
All’incirca un pomeriggio intero, ma l’insofferenza e i ragionamenti che ne sottendono la stesura mi gravavano in corpo da mesi.
Anche il video è decisamente simpatico. Come è nata l'idea e l'utilizzo delle installazioni di Antonio Catalano?
Il nostro è stato un incontro del tutto casualmente sincronizzato, guidato da una sensibilità simile che ci accomuna e che probabilmente mi ha spinta verso di lui. Da tempo volevo andare a visitare il suo mondo, e l’occasione mi si è presentata proprio nel periodo in cui stavo cercando idee per la narrazione che avrebbe dovuto guidare il video. Il resto è venuto da sé.
Il secondo video "Scatola di sole" colpisce per freschezza, semplicità e per la tua giocosa ironia. In penombra c'è forse un abbandono ("è servito a poco dato che il problema non deriva dalle suole, ma dal modo sgangherato in cui cammino senza te"), ma il tutto è trattato in modo soffice.
Potrebbe essere la canzone di un clown: malinconia e spensieratezza camminano a braccetto. In realtà questo video risale a quasi due anni fa, “Scatola di Sole” è una delle prime canzoni che ho scritto e quindi avevo mosso i primi passi per realizzarne produzione e video ben prima che avessi in progetto un album. Fortunatamente avevo lo stesso taglio di capelli.
E' vero che l'album è stato registrato in presa diretta con poca post produzione? Della serie "la prima è buona", volevate puntare sulla spontaneità, piuttosto che sulla perfezione? In effetti spesso alcuni album iper prodotti danno un senso di finto e pre confezionato...
Passando del tempo col mio produttore e imparando reciprocamente a conoscerci, era emerso che la spontaneità fosse di sicuro una delle mie caratteristiche di spicco. Siccome a livello di tematiche e di sonorità non si presentasse un filo rosso evidente tra le canzoni dell’album (essendo i miei primi lavori non immaginavo neanche avrebbero davvero fatto parte di un progetto unitario, quindi sono nate tutte come realtà a se stanti) abbiamo decretato che il punto di congiunzione del tutto potesse proprio essere la naturalezza e la spontaneità. Questo ha connotato il lavoro a livello di sound.
Sei una cantautrice, che a differenza dei mostri sacri delle generazioni precedenti, utilizza gli strumenti del pop. Pensi che sia importante l'immediatezza del linguaggio e delle musiche per la tua comunicazione?
Non sono sicuramente la prima a muovere la sua matrice cantautorale tra le nervature del pop. D’altronde dopo la generazione degli anni ’70 non dimentichiamo che c’è stata e c’è ancora quella degli anni ’90. Onestamente non mi sono mai posta il problema del fattore immediatezza, i miei brani nascono con queste caratteristiche perché sebbene i miei maestri possano essere i grandi di qualche decennio fa, sono nata e cresciuta con i piedi nel mio tempo che mi ha inevitabilmente influenzato. Detto ciò non credo di aver trovato ancora del tutto la mia chiave espressiva, questa è solo una fase.
Quando scrivi a chi ti rivolgi? Ad un pubblico della tua età, oppure non hai un target particolare?
In particolar modo in un momento privilegiato come quello dell’atto creativo, mi sento una creatura esente dalle costrizioni di sesso ed età: per questo motivo, oltre a non avere un destinatario particolare per le mie canzoni, spesso scrivo al maschile. Ambisco minor numero di costrizioni e connotazioni possibili.
Precedentemente hai partecipato al programma di talent show "TheVoice of Italy", fino al terzo live show. Non voglio entrare nel merito della limitatezza di tali tipo di programmi dove dal mio punto di vista viene premiata troppo la voce e l'interpretazione, rispetto ad altre qualità.
In ogni ambito bisogna fare il massimo con quello che si ha. Avere dei vincoli può essere anche fonte di ispirazione, la creatività cerca sempre delle scappatoie. Questo ovviamente esula dal discorso strettamente legato all’ambito talent, i difetti di quei meccanismi sono molti e sotto gli occhi di tutti, quindi mi pare anche superfluo continuare a ribadirli. Che i talent non facciano bene alla musica è palese, ma d’altronde si parla di mondo dello spettacolo che è tutta un’altra faccenda.
Immagino che partecipare a un tale tipo di programma televisivo sia destabilizzante dal punto di vista psicologico, soprattutto per quanto riguarda il dopo show.
Qual è il tuo punto di vista?
Per quanto mi riguarda è stata una scelta che ho preso per mettermi deliberatamente in disequilibrio, quando ho iniziato TheVoice stavo attraversando un periodo di stallo e avevo bisogno di un elemento esterno che mi desse una brusca scrollata. Così è avvenuto. L’ho attraversato mantenendo salde le priorità che mi ero prefissata prima di iniziare, il che mi è costato davvero una grande fatica, ma sul lungo periodo quel disincanto consapevole mi ha permesso di non scottarmi.
Che tipo di ambiente hai trovato in "The voice"?
Dire “televisivo”, è abbastanza esauriente?
Eh eh, si.... :-)
Se potessi scegliere, ti piacerebbe proseguire la tua esperienza in televisione?
Mi voglio occupare di arte, non di spettacolo. La televisione può essere utile soprattutto ad inizio carriera, se usata con intelligenza e parsimonia, ma non ho ne l’indole né l’intenzione di diventare un personaggio televisivo. Là tutto si limita al “verosimile” e non è quello di cui sono in cerca.
Dalle foto e dai video mostri una immagine positiva, piena di energie e di idee. Sei effettivamente così?
Ad ogni dose di entusiasmo corrisponde la consequenziale dose di frustrazione e scoraggiamento. Non credo di ostentare il mio lato positivo sui social, sto attenta a non creare quell’alone di finto benessere che accomuna la maggior parte delle realtà mediatiche.
Ci parli del tuo rapporto con il pianoforte? Hai iniziato a suonarlo fin dall'età di 8 anni...
E ancora adesso lo suono. Continuiamo a stringere i pugni e restare insieme nonostante gli alti e i bassi. Siamo una coppia quasi collaudata ormai, sebbene io sia in fase di esplorazione verso altri orizzonti, dubito ci potremo mai separare veramente.
E invece come ti rapporti con la musica classica? Personalmente pur ascoltandola saltuariamente anche da ragazzo, l'ho approfondita solo in età avanzata. Immagino non sia semplice avvicinarcisi così da giovani.
Infatti come quasi sempre accade, sono stata avvicinata a lei da mio padre. Ho imparato ad apprezzarla davvero solo negli ultimi due anni, specie nel periodo in cui stavo preparando l’esame del quinto anno. È stata un’epopea.
Nel 2015 sei stata la coprotagonista del lungometraggio "Oltre la nebbia” del regista Giuseppe Varlotta. Com'è andata questa avventura?
Interessante. Quello che mi interessa di più in questi frangenti, al di là del bagaglio lavorativo e di esperienza che per forza di cose finisci col metterti in saccoccia, è il fattore umano. La magia di questi campi sono le interazioni con le persone che condividono con te quella determinata avventura: ne sono tornata a casa arricchita, ma succede sempre, quando mi ricordo di stare in ascolto.
Cantautrice, musicista, attrice, regista, grafica... ho dimenticato qualcosa? :-)
Di sicuro hai esagerato qualcosa… ;-)
Sono tutte queste figure, ma solo di me stessa, il che diminuisce non poco le responsabilità che dovrebbe assumere ognuna di queste professioni se dovesse lavorare per dei datori di lavoro esterni.
Quante cose hai fatto! Pensi che tra qualche tempo avrai necessità di focalizzarti su alcune di queste discipline, oppure hai intenzione di portare avanti tutte le tue passioni?
Purtroppo credo di essere destinata alla polivalenza, ma d’altronde questa forse è una peculiarità che si sta rivelando quantomeno comune alla mia generazione. Viviamo in un mondo sempre più orizzontale. Per quanto mi concerne io sto cercando di creare una diagonale.
Quali sono gli artisti musicali che ti piacciono di più e che forse consciamente o incosciamente, metti nelle tue composizioni?
Negli ultimi tre/quattro anni sono andata decisamente in overdose da cantautori, ora sono in periodo di disintossicazione. Ho bisogno di meno parole e di maggior spunti a livello di sound e composizione.
Nell'immediato futuro hai già dei nuovi progetti che bollono in pentola?
Sicuramente il secondo album. Comincerò le pre-produzioni nelle prossime settimane e non sto più nella pelle.
Non mi rimane che ringraziarti per il tempo che ci hai concesso e noi... non vediamo l'ora di ascoltare il tuo prossimo lavoro!