Anche Genova finalmente ha il suo festival per cantautori, il "Genoa Songwriters Festival" e ringraziamo Paolo Sussone per averci invitati a questa prima edizione. La location è suggestiva, di fronte al Bigo di Genova Porto Antico a pochi metri anche dall'Aquario e dalla “Bolla” di Renzo Piano: sono i riflessi nell'acqua delle luci notturne a rendere magica l'atmosfera circostante.
Siamo nella cosiddetta Piazza delle Feste e il pubblico che fa da cornice alla manifestazione non è poi così male sia in termini numerici sia in termini di calore. E' pur sempre un esibizione acustica (più o meno) e la platea è assorta in silenzio durante tutte le esibizioni. Certo il clima meteorologico è piacevole, una calda serata d'estate e gli applausi si moltiplicano con il passare del tempo e quando la confidenza comincia a prendere il sopravvento.
La prima ad esibirsi è Violetta Zironi cantautrice emiliana classe 1995 e finalista di Xfactor 2013. Voce tosta e di grande impatto, un' ispirazione countryfolk un po' da manuale e tanta, tanta voglia di stupire con la sua vocazione da giovane sognatrice e un po' malinconica. Lo stile è tutto americano e non lascia spazio a infiltrazioni di cultura italiana.
Segue Jack Jaselli e la sua band considerato nel circuito indie un vero genio. Milanese, si è fatto da sé girando il mondo senza una casa discografica e suonando al seguito di artisti del calibro di Ben Harper e Alberto Camerini, Lewis Floyd e Peter Harper. La sua esibizione è impeccabile, ben calibrata e soprattutto molto sentita.
Una capacità non comune di mettere in rima musica e parole e musicalmente troviamo un riuscito intreccio delle due chitarre, che dialogano fluidamente tra di loro.
Arriviamo quindi al vero asso del cantautorato genovese: Giua.
I nostri lettori più affezionati si ricorderanno che pochi mesi fa abbiamo realizzato questa bella intervista a Giua.
Pochi minuti per mostrare tutto la sua arte e la sua vocazione un po' folk, un po' sociale, si presenta con la sua chitarra e accompagnata dal violoncello e dalla batteria, che creano un ricco tappeto musicale.
Una donna che avrei visto bene al fianco del grande De Andre' con la sua poetica fine e disincantata, con una scrittura non annoia, perchè passa disinvoltamente dal malinconico all'ironia più attuale.
Nel brano "Disamore infinito / #Taggio voluto bene", ad esempio, parla di come nell'attuale epoca social, quando si lascia una persona è difficile chiudere definitivamente come si poteva fare un tempo, perchè con Facebook, Twitter e simili, in un modo o nell'altro si continuano a ricevere informazioni che probabimente non vorremmo.
Ancora a seguire i Dimartino un progetto del siciliano Antonio Di Martino. A parer mio (Michele) il vero colpo di fulmine della serata con un indie pop cantautorale discreto, ma abrasivo con testi per niente banali e musiche arricchite da tastiere e suoni new wave di baustelliana memoria.
Inizialmente ci sono alcuni problemi con il mixaggio, il pianoforte non si sente, ma viene prontamente messo a posto, alzando il volume dello strumento.
“Niente da dichiarare” è l'inno dell'uomo del nuovo millennio tra disillusione profetica e voglia di evadere da un mondo troppo ripiegato su se stesso.
E' proprio scritto in collaborazione con Francesco Bianconi (e da lui cantato nell'album "Un paese ci vuole") il brano "Una storia del mare".
Davvero un bella sorpresa per una musica carica di passione, testi sempre calibrati e una voce che ha bisogno di molto fiato e moltissime parole.
Per finire il nome più conosciuto della serata: Marcus Eaton chitarrista e collaboratore di David Crosby. Energia straripante e ritmica strabiliante, il cantautore americano ha offerto un assaggio del suo talento e della sua profonda umiltà.
Interessante notare che tramite i pedali della chitarra, registrava delle percussioni percuotendo la chitarra stessa, per poi metterle in loop e utilizzarle come base ritmica sopra la quale suonare. Un espediente per creare un suono più ricco e ritmato, pur suonando da solo.
Un bel personaggio che ha omaggiato il pubblico presente con la cover di "Fiume Sand Creek" di Fabrizio De Andrè cantata per l'occasione da Giua.
La sua tecnica invidiabile, unita ad una bella voce e ad una scrittura moderna e non troppo malinconica, lo rendono un personaggio decisamente interessante da seguire.
Per sugellare il ricordo della serata abbiamo acquistato il cd "Versions of the truth" che l'autore ci ha gentilmente autografato. Purtroppo oltre a Marcus Eaton, solo Giua ha pensato di proporre le proprie uscite discografiche in vendita al banchetto. Fatto abbastanza inspiegabile, perché è vero che gli artisti si possono cercare su Spotify, YouTube e altro, ma la vita è fatta di cose reali e un oggetto fisico ci permette di tenerci stretti i ricordi.
La qualità audio del concerto nella sua interezza è stata buona e questo è già un fatto positivo, perché altri live nella stessa location avevano avuto problemi.
Il Genoa Songwriters Festival si è rivelato una piacevole sorpresa, perché ha permesso di ascoltare giovani autori di qualità nella stessa serata, offrendo un mix tra cantato in italiano e in inglese, tra autori di sesso maschile e femminile, tra diversi modi di interpretare il songwriting.