György Ligeti
Kammerkonzert / Ramifications / Lux Aeterna / Atmosphères
Teoria dei Quanti
A farmi incontrare Ligeti, fu, più di vent'anni fa, il suo "Lux Aeterna", ascoltato, per curiosità, dopo aver apprezzato una dedica mossa dagli Swans, nel mio amato "Die Tour Ist Zu", in "Ligeti's Breath".
Il serialismo del compositore, fatto di continui, inquieti micromovimenti, che sussurrano, implodono ed esplodono come in una nebulosa, unisce geometria a pura emozionalità, cosa che rende unico il suo percorso.
Tornando al brano citato, per voci sole, si tratta di composizione di una complessità esecutiva disumana, in quanto a tenuta di fiato richiesta e dinamiche. Le voci femminili sono portate ad iniziare frasi di lunga tenuta su note acutissime (sono richiesti soprano di coloritura), per il rispettivo registro, così come i bassi sono costretti ad impiegare le corde vocali false per intonare, note al limite possibile del registro. Ne deriva un ansiogeno moto continuo, che sfalda il sistema tonale, riducendolo a pulviscolo, ma non come nella pollockiana visione del free jazz, della cacofonia o dell'atonalità pura, ma in una visione che avvicina il microtonale indiano.
"Ramifications" è altra composizione massima di Ligeti. Uno sciame di violini e viole, che alterna in frazioni di secondo e confonde microfrasi, gestite su intervalli cromatici, fino ad un crescendo delirante, a cui seguono trilli tenuti a lungo che si trasformano in note singole, fino ad armonizzazioni piene con intervento dei violoncelli. Tutto appare un vortice spiraliforme, che solo a tratti diventa singhiozzare ritmico, o dramma di grossa ricchezza tardo romantica, seguito dalla classica dicotomia tra suoni iperacuti (ponticello di violini) e ipergravi dei contrabbassi, suonati con archetto. La piaga delle cavallette.
Impalpabile "Atmosphere", dove la poetica del compositore si fa ancora più estrema, nel rallentamento estremo delle singole note eseguite dagli strumenti (fiati inclusi), con dinamiche oscillatorie, pari a dei grafici che implodono ed esplodono in sfavillii di luce e cali di penombra. Come sempre, le possibilità timbriche degli strumenti, sono portate al parossismo tecnico. E' una visione nuova della musica, dove l'esecutore, non è applaudito per la brillantezza di esecuzione di una massima successione di note in un'unità di tempo, ma ognuno è funzionale alla resa complessiva. Una visione profondamente mistica della scrittura e della vita, comunque ben distante dalle ricerche di un La Monte Young, o di un Cage.
Il “Concerto da Camera per 13 strumenti”, raccoglie tutte queste istanze, ma con una pienezza armonica maggiore ed un andamento ritmico, sempre serpentineo, ma più esuberante. E' opera, solo a tratti cerebrale (primo movimento), che nel secondo, splendido movimento, prevede anche un eccellente intervento per organo. Di fatto, quanto eseguito dagli strumenti a tastiera, in questo affresco monumentale, sarà di grande ispirazione per i compositori della scena minimalista, che ne rifiutarono però l'enfasi drammatica e la concezione polifonica. Spaventoso l'irrompere di ribattuti all'inizio del Terzo Movimento, mentre le percussioni intervengono a creare una dimensione spazio-temporale, paragonabile a certo Edgar Varese. Si tratta di lavori eseguiti nel periodo di massima esuberanza creativa di Ligeti, nel decennio che va tra il 1961 e il 1970.
A completare il quadro essenziale della sua produzione, consigliato, l'ascolto di "Lontano", del "Requiem" e del "Continuum".
Queste esecuzioni, pubblicate come raccolta, dalla Wergo, nel 1988, sono ESSENZIALI.
Un genio, dal lascito incommensurabile, tanto per la musica cosiddetta”colta”, che per quella “popolare” (un tempo, non più oggi), del rock di confine.
Lux Aeterna
Ramifications - Boulez: Ensemble InterContemporain
Atmosphères
Chamber Concerto for 13 instrumentalists
György Ligeti
Kammerkonzert / Ramifications / Lux Aeterna / Atmosphères
Genere: Classica
Brani:
- 1) Kammerkonzert
- 2) Ramifications
- 3) Lux Aeterna
- 4) Atmosphères
Informazioni tratte dal disco
Interpreti:
Orchestra Ensemble "die reihe", Wien
diretta da Friedrich Cerha