Francesco Baccini
Cartoons
L'album "Cartoons", esordio di Francesco Baccini datato 1989 per l'etichetta CGD, vede uno degli ultimi cantautori della “scuola genovese”, uno tra i più eclettici del panorama musicale italiano, dotato di una vena ironica nonchè ottimo musicista, che lo inserisce a pieno titolo nella scia dei cantautori italiani. Nato a Genova il 4 ottobre 1960, Baccini ha studiato pianoforte fin da bambino, passando ovviamente attraverso lo studio dei grandi compositori del passato, rimane fulminato a 20 anni "sulla via di Damasco" dal rock e dalla musica pop. Alternando quindi la passione per la musica al suo lavoro di "camallo" (scaricatore di porto in ligure) nel porto della sua città, tentò di farsi notare nel mondo discografico con un primo singolo nel 1988 pubblicato con lo pseudonimo "Espressione Musica" per motivi che in seguito spiegherò compitamente. Uscito allo scoperto con il proprio nome e cognome, "Cartoons" fu premiato a Saint Vincent come rivelazione e si aggiudicò la "Targa Tenco" come miglior opera prima, mentre il brano "Figlio unico" vinse anche "Un disco per l'estate". Impostosi all'attenzione degli addetti ai lavori, nonostante un tardo riscontro di pubblico, vengono gettate le basi per la carriera del cantautore. In un omaggio al cinema di animazione, storicamente commentati musicalmente da ritmi veloci e sintetici facilmente rinvenibili nei più numerosi film comici dello stesso periodo, i virtuosismi di Baccini al pianoforte, con il suo suono cristallino e spedito, irrobustito dagli ugualmente virtuosi innesti di un grande chitarrista come Andrea Braido, compagno di avventure di Baccini fin da questo primo album, crea una sorta di effetto a sfondo comico per ogni canzone, anche se non mancano numerosi spunti di riflessione e momenti poetici. Le canzoni di questo primo album verranno illustrate con dovizia di particolari nelle numerose apparizioni del cantautore a diverse puntate del Maurizio Costanzo Show del periodo. L'ironia, elemento portante delle canzoni di Baccini, lo pongono fra gli eredi, con i dovuti distinguo propri della forte personalità di ogni artista, della tradizione artistica di Rino Gaetano, Enzo Jannacci e Fabrizio De André, questi ultimi due suoi grandi amici in seguito.
La copertina del disco raffigura appunto uno dei personaggi dei cartoon più famosi, Betty Boop, nella versione disegnata da Vincenzo Mollica, ed a tratti proprio i protagonisti delle singole canzoni sembrano contraddistinguere altrettani cortometraggi. Ecco in "Figlio unico" il cocco di mamma che sogna una donna altrettanto servizievole, in "Penelope" un affettuoso omaggio ad una gatta, su una melodia al pianoforte in stile Settecento, in "Fotomodelle" un ritratto semiserio delle top model, avvenenti quanto vuote, passando attraverso la mutazione di una ex-compagna di scuola che aveva "il corpo ovale ai tempi della scuola" assurta al ruolo di ragazza immagine, mentre in "Manager", ispiratagli da Gian Marco Mazzi lamenta l'assenza di un impresario in grado di curare la sua carriera di artista (questo brano è impreziosito da una parte finale in cui dopo un assolo fra virtuosismo e sintesi del grandissimo Andre Braido, metteno in mostra la loro bravura gli altri musicisti coinvolti nel progetto, Lele Melotti e Pier Michelatti. Si arriva al primo brano non firmato dal Baccini, "Ti amo e non lo sai", scritto con Valter Bartolozzi per le musiche di Oscar Prudente, talent scout di Baccini, dove il piano viene pregevolmente sostituito da una chitarra classica sempre suonata dall'immenso Braido in una ballata dolcissima e triste, contraddistinta comunque da una sottile e disillusa rassegnazione alla fine di una storia d'amore, sicuramente una delle più belle mai scritte da Francesco. In puro rock 'n' roll, con annesse citazioni dell'iconografia elvisiana alla cui "Blue suede shoes" si rifà, in "Armani cambiami il look" Baccini affronta le proprie insicurezze invocando un improbabile intervento del noto stilista che lo aiuti ad emergere, sottile ironia sulla necessità di imporre un'immagine comunque, a dispetto della qualità della proposta artistica. Segue "Vendo tuto" (dove volutamente "tuto" è scritto con una sola T, espressione del "vucumprà" marocchino protagonista a cui Baccini ha dichiarato di essersi ispirato in relazione ad una vero episodio di intolleranza razziale sfociato in tragedia, citato anche nella sua biografia, a cui aveva assistito con degli amici, il tutto raccontato su dei ritmi reggae che non mancano di citare alla fine "No woman no cry" dell'immenso Marley. Altra eccezione di classe alla regola del "testi e musica di Baccini" è costituita da "Rambo-rsè", canzone scritta da Giorgio Conte che prende di mira i cosiddetti palestrati in stile "Rambo" ed in cui il protagonista ne invita uno a soddisfare la propria moglie con la sua virilità, giocando sull'aggettivo "rimborsato" (o soddisfatto) in francese e sull'assonanza con il nome Rambo. Accesa virata ironica ne "Il moscerino", un dialogo tete a tete con la compagna, in cui l'insetto è metafora degli imbarazzi e delle reticenze di certe relazioni, come appunto lo scorgere "un moscerino nel caffè" e non toglierlo per non fare brutta figura, mandandolo giù!. Ancora una storia travagliata quella che fa da sfondo a "W gli scout" in cui il protagonista, mentre è in attesa di Gilda alla stazione, si imbatte in un'orda di scout e diventa uno di loro unendovisi e fuggendo via. Segue e conclude l'album il medley "I Wish [I Wish/I Wish I Could Afford to Live the Life I'm Living]" in cui, nel testo scritto a quattromani con Enrico Lisei, si inserisce il ritornello dell'omonima canzone del 1932 dei Mills Brothers, cantato ad arte simulando la voce dei microfoni dell'epoca. Nella ristampa in cd dell'album sono stati inseriti come bonus tracks due brani precedentemente pubblicati solo su 45 giri in vinile, "Golf" è la facciata B del singolo, storia a sfondo comico su una partita a golf dove lei colpisce lui, che si era invaghito della bella golfista, con un colpo maldestro, facendogli conoscere le pene d'amore nella maniera più inaspettata. Segue la facciata A del singolo, "Mamma dammi i soldi", affronta sicuramente non senza elementi autobiografici, il problema della produzione discografica: un artista esordiente può arrabattarsi per realizzare le proprie idee, anche con l'aiuto di qualche amico, ma se non si trova chi metta mano al portafogli e finanzi c'è ben poco da fare. Questa canzone fu attribuita su singolo allo pseudonimo "Espressione Musica" ed è stata la sigla finale del Festival di Sanremo del 1988. Questo soprannome inusuale fu adottato dalla discografica di Baccini, Caterina Caselli, per aggirare le regole della gara canora che impediva che altri artisti italiani comparissero o avessero visibilità dalla manifestazione senza concorrervi. Baccini successivamente al riguardo affermerà di non avere avuto tutta questa grande pubblicità, visto che la sigla andava sempre in onda alle 2 di notte al termine delle lunghe serate. Tra i musicisti che suonano nell'album sono da ricordare Enrico Guastalla, componente del gruppo Ladri di Biciclette con cui successivamente Baccini pubblicherà un fortunato singolo, che ha suonato i fiati (nello specifico tromba e flicorno), la sessione ritmica è composta dai già citati Lele Melotti alla batteria e Pier Michelatti al basso, mentre il poliedrico Andrea Braido oltre a suonare tutte le chitarre presenti nell'album ha curato gli arrangiamenti insieme a Baccini, di cui sono appannaggio tutte le parti di pianoforte (nessuna tastiera è stata suonata in questo album, sostituita abilmente da un Midi Sinth Guitar Casio suonata da Braido!). Un album divertente, a tratti geniale pur restando nel solco della tradizione pop, suonato egregiamente da grandi musicisti, tutti italiani!
Francesco Baccini
Cartoons
Brani:
- 1) Figlio unico
- 2) Penelope
- 3) Fotomodelle
- 4) Manager
- 5) Ti amo e non lo sai
- 6) Armani cambiami il look
- 7) Vendo tutto
- 8) Rambo-rsè
- 9) Il moscerino
- 10) W gli scouts
- 11) I wish.. (medley)
- 12) I wish I could afford...
- 13) Golf
- 14) Mamma dammi i soldi