On-Off: Intervista del 21/04/2016

Pubblicato il: 21/04/2016


Puro rock’n’roll è quello che propongono gli On-Off, un gruppo che si diverte e diverte e che suona con una grinta primordiale, per riportare il genere alle sue radici, senza orpelli!

ON-OFF è un nome semplice ed immediato, proprio come la vostra musica..

Esatto! Il motivo del nostro nome nasce proprio da questo: semplicità e coerenza!
L’idea di base è sempre stata quella di avere una band che facesse musica rock’n’roll vera, genuina e senza fronzoli, senza inutili effetti, utilizzando al massimo le proprie risorse e le proprie abilità per creare un sound vero, piuttosto che cercare a tutti i costi quell’elemento nel suono o nell’immagine per risultare diversi esclusivamente “sulla carta”, magari diventando alla fine poco credibili nella sostanza o addirittura ridicoli. Poche cose, fatte bene.. e non sempre la semplicità vuol dire semplificarsi la vita!

Il terzo album è un traguardo che non è da tutti. Molti gruppi si sfaldano in breve tempo. Ci raccontate qualcosa sulla genesi di "Borderline"?

Dopo aver portato in giro per concerti il nostro secondo disco “Don’t Forget The Roll” targato 2012, nonostante nell’aria c’era una grossa voglia di ricominciare a comporre materiale inedito, tra il 2013 e il 2014 la band ha subito due grossi cambiamenti in line-up che hanno fatto inesorabilmente ritardare l’inizio di questo processo creativo.
Le prime idee, quindi, sono proprio nate durante la fase di ricerca del nuovo chitarrista e con nuovo picchiatore MARCO MAPELLI seduto sullo sgabello dietro i fusti della batteria!
Successivamente, stabilizzata la formazione col nuovo chitarrista Davide Ermellini, per seri motivi lavorativi anche lo storico bassista Fabio Lazzarin ha dovuto mollare il colpo.
Con la band nella nuova veste: Matteo Vago, Davide Ermellini e Marco Mapelli, nonostante la momentanea mancanza del bassista, abbiamo continuato ugualmente a comporre i brani di quello che sarebbe diventato il nostro terzo album, fase che successivamente ha visto l’inserimento di SILVANO ANCELLOTTI, nostro amico di vecchia data, che ha collaborato con noi alla stesura dei brani, pre-produzione e registrazione del disco. (per questo trovate la sua foto del booklet!)
Nel frattempo la band rinforza la propria amicizia con ALESSIO FUSÉ, il nuovo bassista che ufficialmente entra a far parte della famiglia ON-OFF malgrado la sua non-collaborazione durante la registrazione dell’album, fase che era giusto completare con Silvano che aveva seguito, nonostante i suoi numerosi impegni lavorativi e musicali, tutto il processo compositivo. Alessio, comunque, si dimostra da subito una persona dal carattere molto disponibile e assolutamente in sintonia con lo spirito della band, dimostrando una correttezza ed un impegno davvero fuori dal comune! ..Non finiremo mai di ringraziare questi due disgraziati!!!

Ho visto che per la sua realizzazione vi siete appoggiati anche ad una raccolta crowdfunding su Musicraiser. Qual'è stata la vostra esperienza a riguardo?

L’esperienza con Musicraiser è stata sicuramente una strada, un tentativo, che abbiamo volutamente deciso di intraprendere, anche se con risultati sino ad ora poco entusiasmanti, calcola che nel momento che stiamo scrivendo questa intervista mancano ancora 13 giorni allo scadere del tempo disponibile per la campagna ON-OFF di raccolta fondi, quindi per certi versi non sappiamo ancora con precisione cosa ci riserveranno questi ultimi giorni…
L’obiettivo comunque non era la realizzazione dell’album, ma bensì di ottenere fondi adeguati per la promozione dello stesso.
Nonostante MusicRaiser sia una piattaforma online che offre un servizio SERISSIMO, con tanto di “personal trainer” che segue e consiglia la band, sino ad ora però ci siamo scontrati, a nostro punto di vista, con una grossa diffidenza da parte della gente a partecipare al progetto, ad effettuare un pagamento online o più semplicemente di “credere” nella band, magari anche semplicemente “regalando” una piccola ed insignificante cifra, infatti il sito offre anche la possibilità di effettuare una donazione libera;
Supponiamo sia un problema più di tempo, voglia e di malfiducia piuttosto che di mancanza di soldi!
Dopotutto non è che si chiede la carità tramite il portale, ma bensì si offre “ai supporter del gruppo” la possibilità di acquistare il disco in pre-order, di comprare il merchandising della band in stock, di partecipare ad eventi o di ottenere gadgets esclusivi creati apposta per la campagna! La cosa strana è che fino ad ora abbiamo ricevuto molte più offerte da Raiser, ovvero coloro che appoggiano finanziariamente la campagna o che acquistano un oggetto, dall’estero… elemento che fa riflettere no?
Anche perché il cardine fondamentale di Musicraiser è che se per caso non si raggiunge il tetto ipotizzato, tutti i soldi ricevuti vengono immediatamente restituiti! Concludendo.. momentaneamente troviamo difficile giudicare questo fenomeno!

Secondo me conta molto l'inflazionamento che sta subendo Musicraiser da parte dei gruppi. Ci sono tantissimi progetti che chiedono un finanziamento ai loro possibili ascoltatori...

Nei vostri testi si parla di crimini e corruzione (“Crime doesn't pay”), della musica stessa (“Drums beat riff”) e morti che ritornano (“I'm dead, I'm dead), ma soprattutto d'amore.. Come nascono i vostri testi?

Sono io, Teo, che scrivo tutti i testi… e come nasce un testo è sempre un mistero! Certo, il genere ha indubbiamente dei paletti, degli argomenti classici che spaziano dal sesso all’alcool, dal divertirsi con gli amici al suonare fino all’alba, però le lyrics possono anche toccare problematiche personali come solitudine o abbandono, oppure parlare di contraddizioni di una situazione socio-politico-economica poco rassicurante…
Quello che penso è che ogni tipo di musica ha uno scopo, un ambito dove meglio si esprime.. il nostro ritengo serva per sfogarsi, per staccare la spina, per lasciarsi alle spalle una giornata lavorativa o un problema che a primo acchito sembra irrisolvibile! Insomma.. quando voglio uscire voglio svagarmi, pensare alle cose belle, alle ragazze, a farsi una birra in compagnia o aprire una bottiglia di vino con 4 amici veri. Questo non vuol dire che non voglio interessarmi dei problemi, non ci penso in quel determinato frangente; infatti non approvo quando band premono troppo su problemi attuali in un concerto, ok che un palco è un buon pulpito, ma la gente potrebbe non apprezzare troppo uno stop prolungato della musica, per le ragioni elencate sopra!
Poi ovvio… in un testo posso “cacciarci dentro” una seria questione tipo criminalità e corruzione italiana, magari che si legga tra le righe di doppi sensi, allusioni o un pizzico di ironia, pur elencando gravi situazioni come quelle descritte in CRIME DOESN’T PAY.
In un testo si posso anche utilizzare perifrasi o metafore, come in I’M DEAD, I’M DEAD che tu segnali, dove si parla magari di essere riusciti ad uscire da una situazione complicata o ad un forte cambiamento alludendo come ad un ritorno dalla morte. Poi alcuni testi, come ad esempio DRUMS BEAT RIFF (hai preso proprio tre esempi azzeccati) sono magari bandiera del nostro modo di vedere band e rock’n’roll!

Si riesce ancora a dire qualcosa di nuovo suonando Rock'n'Roll?

Secondo me sì! Si può sempre riuscire a dire qualcosa quando si rimane umili e semplici!
Anche per gli stessi motivi elencati sopra! L’elemento fondamentale è l’alchimia di una canzone: un buon riff di chitarra sopra un ritmo suonato con la giusta intenzione, il giusto sound e un groove che fa muovere le gambe, unito magari ad una melodia accattivante o ad un ritornello che da solo fa venire voglia di gridarlo… beh, ritengo siano elementi che vadano al di là della novità! In molti giudicano il nostro genere come vecchio e superato... ed è vero! Allora per lo stesso motivo non dovrei mangiare più il pane?

Secondo voi l'era del rock come “musica giovane” è finita? La maggior parte dei ragazzini sembra ascoltare quasi esclusivamente musica rap.

Ogni generazione ha il suo genere di musica non possiamo farci niente! I gusti cambiano sempre più velocemente, le mode girano e tutto finisce masticato e sputato in un grosso calderone! Quello che cambia è la cultura e come ci si approccia ad essa! Oggigiorno difficilmente si cerca, ci si accultura raramente riguardo alla musica, alle band, agli artisti ed infine quasi mai si finisce per scegliere ciò che si preferisce; in molti ora scelgono ciò che gli viene propinato dalla televisione e dalle uniche trasmissioni, tutte uguali, aventi la musica come argomento. Io sono cresciuto musicalmente nel periodo dove andava per la maggiore grunge, punk, ska e rock… ho ascoltato, ho scelto ed ho optato per il blues e il classic rock!
Quante volte mi sentivo dire come facevo da adolescente ad ascoltare B.B.King o i Led Zeppelin.. è stata una mia scelta però! Ho insegnato chitarra per anni e spesso mi capitava di notare negli allievi gusti legati più ad una moda che ad un gusto/scelta personale. La musica è un prodotto, lo è sempre stato… e si vende ciò che si decide che deve andare oppure ciò che la gente, credendo di scegliere, vuole! Questa cosa col passare del tempo diviene sempre più radicata; un tempo però il lato di valore artistico o musicale di esecuzione e arrangiamento forse era un pochino più considerato! I ragazzini oggi ascoltano solo rap.. va bene, spero solo che un giorno avranno tempo di andare a verificare (anche solo sentire e verificare) che esiste dell’altro, magari poi non è detto che si appassionano a generi diversi trovando spesso vergognoso il proprio punto di partenza.

Avete mai provato a comporre testi in italiano?

Non con gli ON-OFF! Il progetto ormai è partito così, non credo che cambi rotta..
Però mi capita di scrivere spesso in italiano con altri progetti o differenti collaborazioni! Non saprei.. Scrivendo in italiano tutto diventa più facile e più difficile allo stesso tempo! Forse perché inesorabilmente, anche se si conosce benissimo l’inglese, quando si ascolta un testo in italiano ciò che arriva prima è il significato e poi la melodia, al contrario dell’inglese… la lingua italiana è molto più articolata foneticamente e strutturalmente, ha poche parole tronche o monosillabi.. però dopotutto è la nostra lingua madre, quindi alla fine dei conti dovrebbe essere più semplice!
Una cosa è certa: per noi che cantiamo in inglese, come diciamo spesso, siamo “”cagati”” poco in Italia perché cantiamo in inglese e all’estero siamo poco considderati come rocker in quanto italiani.. ho detto una castroneria?

No, per niente, l'inglese è un po' un'arma a doppio taglio, ma in effetti bisogna fare le cose come vengono, in modo naturale e se vi sentite di cantare in inglese... perché non dovreste farlo?

Il vostro produttore Paolo Dal Broi (che ha prodotto tra gli altri anche "Futuro imperfetto" e "Paranoia e potere" dei Punkreas), vi ha dato qualche suggerimento interessante?

Paolo è una persona indescrivibile sotto l’aspetto amicizia, disponibilità, onestà e comprensione!
Oltre ad essere un ottimo musicista/arrangiatore, un liutaio espertissimo ed un buon fonico, è soprattutto un amico vero della band, l’elemento del gruppo nascosto dietro le quinte che sa sempre elargire il consiglio giusto. Anche lui è dell’idea che se la macchina è stata avviata così, meglio che prosegua su questa strada! Forse perché anche il genere che suoniamo è meglio considerato all’estero piuttosto che in Italia, quindi in teoria, alla lunga, vince la lingua Inglese! Dai… Non è detto però che un domani si potrà collaborare ancora insieme per un diverso progetto cantato nella nostra lingua!!!

Come avete incontrato Giorgio Andreoli, che è stato anche fonico di Anna Oxa?

Giorgio è un amico di vecchia data sia nostro che di Paolo Dal Broi, quindi per certi versi è stato una scelta obbligata, ma garantita, nel momento in cui, come band, abbiamo iniziato quel processo che ci ha portato a registrare il nostro album di esordio. Inoltre lo studio di Giorgio è situato praticamente a 500 metri dalla nostra saletta! ..anche logisticamente diventa davvero semplice “appoggiarsi” alla sua esperienza e disponibilità ogni volta che abbiamo bisogno di registrare qualcosa!!!
Bisogna dargli anche ulteriore credito in quanto, pur essendo una persona dall’enorme esperienza anche all’estero (infatti ha lavorato per anni a Londra) rimane sempre il personaggio di cui fidarsi cecamente, che ti parla in faccia senza filtro, che dice la sua idea liberamente e che se ci deve dire che facciamo schifo lo dice diretto, senza troppe perifrasi; così come Paolo anche lui è mosso comunque da una grande passione per il proprio lavoro e per una amicizia/supporto enorme nei nostri confronti!

C'è una grande energia che traspare dai vostri brani e devo dire che fa piacere ascoltare qualcosa di divertente ed adrenalinico, visto che nella vita di momenti tristi ce ne sono a volontà (basta guardare il telegiornale).

Vedi? È la stessa identica cosa di cui si parlava poco fa! Il pensare positivo è il perno della vita! Se ci opprimiamo sempre seppellendoci suicidi sotto palate di problemi, malumori e tristezza, dopo un po’ si finisce per perdere quel radar, quel sesto senso, che ci fa scorgere le cose belle che ci circondano e che aiutano a tirarci sù di morale e a vivere meglio la nostra vita!
Per questo dico che se voglio divertirmi ad un concerto parlo di sesso, risate, donne, amicizia e di far casino! Senza però passare agli occhi dei perbenisti per un italiano medio menefreghista, vuoto ed inconsapevole della situazione che lo circonda! Se voglio interessarmi dei problemi leggo un libro, guardo un sito web di controinformazione, leggo un giornale… ma questo non lo faccio ad un concerto rock!

Eppure c'è gente che prende in mano il proprio strumento proprio quando è triste, creando poi brani malinconici.

Quello si chiama blues!! Le nostre radici più profonde! Altro che Hard Rock!!!
Comunque è vero, quando si è tristi, riflessivi o giù di morale possono uscire delle cosucce molto interessanti, capita anche a me ovviamente… e c’è qualche brano qua e là tra i nostri tre album che richiama un pò di malinconia, ma la regola che ci siamo dati è tassativa: NIENTE BALLADS o brani smielati con gli ON-OFF!!!

In un qualche modo è una vostra missione esprimere allegria con la musica, fa parte del vostro carattere, o che altro?

Quando siamo sul palco, o in saletta, o a casa mia per lavorare su un riff, innanzi tutto bisogna che ci divertiamo noi! Una band non è una band se non si divertono tutti! Suonare uno strumento dev’essere innanzi tutto divertimento, dev’essere una via di fuga dal mondo! Poi è chiaro che bisogna inserire in tutto questo il fattore di essere professionali, puntuali, educati e comunque responsabili di “dare” il 100% di se stessi! Tutte queste cose secondo me arrivano a chi ci ascolta! Mettersi su un palco significa “dire la propria”, magari alla quale qualcuno sarà d’accordo e qualcun altro no, però è necessario farlo sempre con passione e impegno… ma se non ci si diverte è finita!!!

Avete suonato per molto tempo come tribute band degli AC/DC.

Esatto! Anche se, lo ripetiamo sempre, noi siamo nati suonando cover (come poi fanno tutti) e con l’idea di lavorare su materiale inedito! Inizialmente il fare tributo AC/DC era considerato come una sorta di “serata speciale/evento” nella quale si presentava il repertorio AC/DC con lo spettacolo annesso! Un mezzo come un altro per attirare pubblico e mettersi qualche soldo in tasca! È stato successivamente che le tribute band sono diventate molto popolari e quasi unica alternativa della musica dal vivo nei locali.
Ammetto che suonare gli AC/DC ci ha insegnato molto sul discorso difficoltà nel fare le cose semplici, intenzione giusta che bisogna metterci quando si suona, amalgama della band e giusto sound… Sono stati una grossa scuola per il nostro progetto!

Sono anni ormai che per i gruppi è più facile trovare date suonando cover, che portando i propri pezzi originali...

Eh sì.. la musica dal vivo non è più popolare come un 10/15 anni fa.. la gente non ha più pazienza e voglia di ascoltare nuova musica, anche se nel nostro caso potremmo dire “nuove canzoni”, visto che il genere è comunque quello! Poi girano meno soldi, i locali sono sempre meno e sempre più spesso si affidato ad una programmazione “in sicurezza” organizzando concerti esclusivamente con i soliti tributi…. Ci siamo capiti!
Poi magari la gente, a causa di tutto questo, è possibile che non ci creda più, che non si vuole più far fregare e non si vuole più far prendere in giro da false promesse riguardo a band ed artisti superspinti ma che poi LIVE non valgono niente. Credo che prima o poi, come tutte le fasi e le mode, ci sarà un ritorno al genuino, al live musicale al posto del puro spettacolo visivo; anche se in tempi di facebook, internet e apparire, sempre di più il semplice sparlare di qualcosa o la sola copertina di un libro diventano gli unici elementi di cui ci si interessa.

É colpa dei locali, oppure è proprio il pubblico che è poco ricettivo?

Il locale deve pensare a rimanere aperto, pagare le pesanti tasse e cercare di mettere in tasca qualcosa per vivere, quindi ovvio che deve piegarsi al volere della gente… anche se spesso i “localari” non sono poi così professionali con la gestione del proprio locale (sempre secondo me) o riguardo la scelta della qualità della programmazione live. La gente però, dal canto suo, un pò si è abituata troppo bene a queste carenze da parte dei locali e un po’, contemporaneamente, diventa sempre meno recettiva, meno esigente, meno acculturata e meno paziente di scoprire cose nuove, nonostante basterebbe un po’ di voglia ed un veloce click nel posto giusto per aprire un mondo di cose nuove!
A questo punto potremmo dire, quindi, che la colpa è di entrambi.. invece anche le band, comunque, hanno fatto la loro parte: In molti casi con i tributi si è davvero esagerato e toccato il fondo del ridicolo, poi troppo spesso non ci si fonda sulla qualità, ma esclusivamente sull’immagine, spesso si ha a che fare con band super-acclamate, che hanno moltissime date, un grosso seguito ed un famoso show.. e quando vai a vederle si tratta di spettacoli da villaggio turistico, dove conta solo il “chissenefrega” del beviamo, cantiamo e facciamo serata! Ok divertirsi.. ma una cosa è un concerto, un’altra cosa è fare semplicemente serata! Poi con questo non vuol dire che un tipo di band del genere non ci voglia come intrattenimento in un locale! Ci vuole un giusto mix nella programmazione offrendo spazio ad ogni tipo di show, non esclusivamente a quello che porta gente… prima o poi quel tipo di gente non è detto che continuerà ad arrivare.

Consigliate ai nostri lettori qualche album in linea con i vostri gusti musicali?

Escludendo a priori le band storiche… sarebbe inutile accennarle per l’ennesima volta, direi di andare ad ascoltare al volo i lavori di band come RIVAL SONS, WOLFMOTHER, VINTAGE TROUBLE, TAME IMPALA, SCORPION CHILD, AIRBOURNE e questi quasi sconosciuti ON-OFF!!!

Non mi resta che ringraziavi! Avete qualcosa da aggiungere?

Non vogliamo con questo “imburrare le fette biscottate” (leggasi leccare il C…) ma è stato davvero un piacere rispondere a queste domande! Pensate e ben fatte, non come al solito!!!!
Grazie mille per il tempo e lo spazio che ci dedicate!!!! Speriamo di potervi raccontare al più presto sempre e solo ottime news riguardo gli ON-OFF!!!

Grazie a voi e a presto!

On-Off
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