Masking The Hate, è un gruppo metal celtico che ha appena fatto uscire il loro primo lavoro dal titolo "On Stranger Tides". Sentiamo cosa hanno da raccontarci questi ragazzi!
Quanto avete impiegato per realizzare l'EP? Ci raccontate qualcosa della sua realizzazione?
Circa 6 o 7 mesi. Abbiamo cercato di creare un sound che non si era mai sentito, ma comunque non distaccandoci troppo dal nucleo celtico. Per registrarlo ci abbiamo impiegato circa 2 mesi. L'esperienza delle registrazioni è stata fantastica, episodi assurdi, risate, notti passate insieme cercando di costruire una mitologia e un mondo proprio dei Masking The Hate. Siamo stati ogni giorno in studio tutti insieme, sempre, a ridere scherzare, discutere e divertirci. E' stata un'esperienza fantastica. Al di là della registrazione in sé, stare ogni giorno a contatto l'uno con l'altro ha fortificato ancora di più il nostro rapporto. Ci sentiamo di ringraziare enormemente il nostro producer che davvero ci ha reso le cose più facili e che ci ha fatto sentire veramente a casa.
Questo primo lavoro è cantato completamente in inglese. Avete in programma di introdurre alcuni brani in italiano, come hanno fatto, ad esempio, i Furor Gallico?
Da un lato è vero che la musica deve essere comprensibile a tutti gli ascoltatori e la lingua che unisce tutti è l'inglese che senza dubbio ci garantisce maggiore visibilità, d'altro canto è anche vero che, essendo noi legati alle nostre origini, cantando in italiano darebbe un'impronta ancora più Masking The Hate, quindi non ci sentiamo di escludere un futuro lavoro in italiano.
Questo EP è uscito solo in formato digitale? Vi piacerebbe uscire anche in formato fisico, oppure ritenete che sia una cosa ormai obsoleta?
Sì, è uscito solo in formato digitale perché tra vari episodi durante le registrazioni non abbiamo mai avuto tempo di pensare a copie fisiche. Ci piacerebbe farle perché sarebbe un'ulteriore gratificazione per noi. Ci stiamo anche muovendo per farli. Saranno anche disponibili e acquistabili al più presto, direttamente nel nostro sito. Non è assolutamente una cosa obsoleta perché vedi in maniera fisica il tuo lavoro, il tuo sudore e siamo convinti che il CD sarà sempre considerato una delle prime cose da fare.
Offrite l'ascolto gratuito di "On Stranger Tides" in cambio di un "Mi piace" su Facebook. Quanto è importante il lato "social" per un gruppo musicale? I riscontri appaiono poi anche nel mondo reale?
In una realtà come quella attuale i social giocano un ruolo sicuramente di primo piano, garantendo un gruppo di seguaci che si interessino attivamente. Al giorno d'oggi sono uno tra i principali mezzi per farsi conoscere e per avere un rapporto tra i propri fan e i riscontri sono positivi, è bello che persone che essenzialmente non hai mai visto ti salutano dicendo "Hey, tu suoni nei Masking The Hate!" e tanti riscontri li abbiamo avuti sia nella nostra zona che in zone limitrofe.
Per questo lavoro parlate di "celticore". Ormai nel metal i sottogeneri non si contano più. Ha senso cercare di etichettare sempre più nello specifico le infinite contaminazioni della musica moderna?
La definizione non è stata propriamente coniata da noi, e di sicuro provare a catalogare ogni genere è impossibile. Crediamo piuttosto che sia giusto lasciare all'ascoltatore la possibilità di definire cosa ascolta.
Noi essenzialmente vogliamo creare qualcosa di nuovo, noi vogliamo riuscire a dare un nome a ciò che produciamo. Nucleo celtico, pur spaziando tra i vari generi che secondo noi non siano troppo distaccati l'un altro. In "On Stranger Tides" ci sono canzoni prettamente celtiche, altre con melodie medievali ma con una voce e dei riff prettamente Black Metal, alcune melodie che danno un senso di solenne ed eterno, insomma riunire tutte le nostre influenze in un unico genere è difficile. Questi sono i Masking The Hate. Creatori di una realtà diversa da quella di tutti i giorni.
Visto che siamo a inizio anno, ci dite secondo voi quali sono stati i migliori album usciti nel 2015?
Ce ne sono stati tanti ad esempio "I Worship Chaos" dei Children Of Bodom. "One Man Army" degli Ensiferum. Anche "Desperate Dreams" dei Violet Cold, "Meliora" dei Ghost o anche "Noita" dei Korpiklaani, "Hammer Of The Witches" dei Cradle Of Filth. Insomma il 2015 è stato un anno condito da metal veramente ben fatto.