Lia Fail: Intervista del 17/09/2008

Pubblicato il: 17/09/2008 . Ultimo aggiornamento: 24/09/2008


Ho voluto cogliere l'occasione di questa chiacchierata con i Lia Fail, per sapere qualcosa di più sul loro demo "Leipzig" e parlare della scena dark attuale.

Ha un significato particolare il nome del vostro gruppo?

Edoardo: Il nome si rifà ad una antica leggenda celtica: “la Lia Fail, ovvero Pietra del Destino, fu portata in Irlanda da una stirpe di semi-dei: quando un uomo puro di cuore, destinato ad essere il re dell’isola, posava la sua mano su di essa, la pietra emetteva un profondo suono di gioia!”
Nico: Ma aldilà del significato leggendario, scelsi LIA FAIL anche perché ricorda un nome di donna.

A chi è venuta l'idea del concept? E' stata ispirato da qualcosa?

Nico: La maggior parte dei testi che scrivo trattano temi antimilitaristi: parlano di uomini costretti da un regime militare e dalle conseguenze di uno stile di vita basato sulla insistenza in una guerra infinita.
Andrea: L’idea del “concept” è nata quindi naturalmente: le canzoni scelte per il nostro mini-cd “LEIPZIG” sono unite da un unico tema, una città bellissima che subisce tutte le conseguenze di un regime dittatoriale.

In che modo è avvenuta la composizione? Avete prima creato i testi su cui avete costruito le musiche, o viceversa? Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del lavoro?

Nico: Solitamente preparo dei provini con l’ausilio di un vecchio registratore “4 piste” a cassette: insieme, li ascoltiamo e scegliamo quelli che hanno una maggiore potenzialità di sviluppo. Poi ci riuniamo nella mia cantina, che ho opportunamente attrezzato, e lavoriamo all’arrangiamento dei brani: i suddetti provini subiscono innumerevoli cambiamenti, fino a quando non raggiungono una “forma-canzone” che piaccia a tutti.
Andrea: Contestualmente lavoriamo sui testi: per questi ultimi stiamo attenti che la traduzione e l’adattamento non ne modifichino il significato.
Tiziana: Le nostre canzoni, quindi, nascono e crescono “in cantina”.
Nico: La realizzazione del cd ha richiesto un periodo di tempo piuttosto lungo: purtroppo (o per fortuna) non viviamo di sola musica, ed abbiamo dovuto lavorare nel poco tempo libero che ci concedevano i nostri rispettivi impieghi. La maggior parte delle registrazioni sono state effettuate nelle tarde ore della sera, mentre tutte le fasi di montaggio e mixaggio, le ho potute effettuare solo di notte: i sei mesi più lunghi della mia vita!

In coda al CD, dopo una lunga pausa, si ascolta una canzone, il cui titolo non compare in copertina. Si tratta di una “ghost track”?

Francesco: Ho conosciuto i Lia Fail durante un loro concerto tenutosi al “Decadence” di Bologna, e praticamente mi sono innamorato delle loro canzoni. Mi sono unito alla band, e da parte loro c’era un forte desiderio di sentire il mio violino sul CD. Ma tutti i brani erano praticamente già registrati e mixati, e non c’era più tempo di “ri-arrangiarli” per aggiungere il violino.
Nico: Quella della traccia fantasma è l’episodio divertente che ci è capitato nella registrazione di questo CD. Abbiamo ripescato un brano che suonavamo durante le prove, lo abbiamo registrato in presa diretta (cioè “un-due-tre-via”) e lo abbiamo aggiunto in coda al CD. Praticamente è una “chicca”: mentre gli altri brani sono stati registrati su “multi-traccia” digitali, per poter meglio mixare ed equalizzare i vari strumenti fra di loro, questa “Untitled” è stata suonata da tutti contemporaneamente, regolando solamente i volumi sul mixer.

Per la registrazione della demo, avete utilizzato solo strumenti acustici. Volete creare un suono di un certo tipo, oppure non amate l'elettronica?

Edoardo: Cercavamo un suono che valorizzasse appieno le tre voci; le piccole sfumature ed i dettagli, sono fondamentali nel genere che proponiamo che, pur dovendo tanto al classico neo-folk, cerca di discostarsene in quanto a soluzioni. Ma se si ascolta bene il CD, ci sono anche echi di tastiere e di chitarre elettriche distorte.
Nico: L’elettronica è bella e ci piace, ma bisogna anche saperla usare: in futuro, con l’ausilio di un vero musicista elettronico, prenderemo in considerazione tutte le proposte che la tecnologia ci potrà suggerire.

Quando avete fatto il concerto di apertura per i Sol Invictus, avete avuto modo di scambiarci due chiacchiere? Che idea vi siete fatti del gruppo?

Andrea: Due chiacchiere ??? Abbiamo cenato insieme e ci siamo fatti delle gran risate !!!
Nico: Proviamo una gran stima per i Sol Invictus; io li ho sempre seguiti dal vivo, ogni volta con una formazione diversa. Tony Wakeford è un grande autore, ed ha avuto sempre la fortuna di essere circondato da musicisti geniali ed eccezionali: Matt Howden, Sally Doherty e non ultimo Andrew King.

Riguardo ai “maestri” del folk apocalittico citerei i Current 93, che seguo da quando facevano musica industriale/esoterica. Quali sono i vostri gruppi preferiti? Magari potete anche consigliare qualche album ai lettori di Estatica (oltre il vostro naturalmente!), per chi non conosce il genere?

Edoardo: i gusti dei componenti dei Lia Fail sono vari: ci ispiriamo molto anche a Dead Can Dance e Loreena McKennitt (consiglio il suo CD “Live in Paris”), ed i nostri ascolti spaziano dal rock anni ‘70 al metal.
Nico: Dato che “estatica.it” si occupa di musica italiana, a chi non conosce il genere “neo-folk”, mi permetto di consigliare tre album tutti “italiani”: “From Irem To Summerisle” dei Green Man di Milano, “Armageddon Gigolo'” degli Spiritual Front di Roma, e “Luctamina In Rebus” degli Argine di Napoli, quest’ultimo interamente cantato in italiano.

Come mai non avete preso in considerazione la possibilità di cantare in italiano?

Nico: Andrea, il cantante, è cresciuto e vissuto per tanti anni negli Stati Uniti: tanta era la mia voglia di sentir cantare i miei testi con il suo inglese perfetto, dall’accento tipico.
Andrea: Questo mini-cd, quindi, è cantato in inglese, ma c’è anche un brano in tedesco. E se si produrrà un cd di lunga durata, si prenderà in considerazione di cantare anche in altre lingue.
Tiziana: Infatti stiamo già preparando dei brani inediti in italiano

Bene, questa è una interessante novità per il futuro...

Ho trovato molto belle le voci femminili di Tiziana ed Elisa. Avete studiato canto?

Tiziana: Per poter fare una professione, qualunque essa sia, è necessario studiare. Ho iniziato molto giovane con lo studio del canto: amo cantare e continuando a studiare imparo sempre nuove tecniche e scopro nuove possibilità e potenzialità dell’utilizzo della voce, grande strumento che ci è stato donato. Ritengo che passione e dote siano elementi necessari, ma lo studio “spinge in avanti”

Secondo voi quali potrebbero essere gli sviluppi di un genere come il folk apocalittico? Alcuni gruppi anche molto famosi nel genere, ultimamente si stanno un po' ripetendo...

Edoardo: Le sonorità tipiche del “neo-folk” possono essere intrise di ogni forma di influenza musicale, soprattutto in ambito “live”: non mi sento d’accordo con quei critici che prevedono una implosione di questo genere.
Nico: I gruppi più famosi sono ripetitivi? Ad un primo ascolto forse sì, ma l’importante è che sìano ispirati, e che colpiscano lo stato d’animo dell’ascoltatore. E comunque, sempre meglio un nuovo album dei Death In June fatto con “tre-accordi-tre” piuttosto che l’ennesimo disco “hip-hop-gangsta-rap-rhythm'n'soul” che MTV ci propina da quindici anni a questa parte.

Come trovate l'ambiente dark di oggi? Intendo il giro di gruppi, fanzine, collaborazioni, ecc?

Nico: Naturalmente rispondiamo sulla scena italiana. Le fanzine cartacee praticamente non esistono più, tranne qualche tenace e coraggiosa eccezione come “Ascension Magazine” o “Herz Und Geist”; sono state sostituite dalle “web-zine”, che non sono comunque da meno come qualità degli articoli; ma mi manca tanto sfogliare i miei giornalini fotocopiati.
Gualtiero: I gruppi appartenenti alla scena dark (ed a tutte le sue sfaccettature) sono tantissimi, ed alcuni veramente bravi. Purtroppo, i club e le discoteche dove fanno suonare, si contano con le dita; per di più, la band che riesce a strappare un ingaggio viene sempre penalizzata da una pessima acustica, ed umiliata da un “cachet” ridicolo che a malapena ricopre le spese di viaggio.
Nico: Non dimentichiamo infine “il popolo dark” italiano: sarebbe bello se supportasse di più la scena, assistendo anche ai concerti, piuttosto che presentarsi in discoteca all’una del mattino, solo per ballare la techno.

E' vero fanzine cartacee ce ne sono sempre meno... Tra le fanze storiche vorrei ricordare Ver Sacrum e Neo Gothic in primis, poi Petali Viola e l'interessate connubio musica/letteratura di Outrè (trovate ulteriori informazioni nella sezione "Riviste" di Estatica).
Per quanto riguarda il popolo dark, personalmente non considero neppure quelli che dark lo sono solo nell'estetica, cosa che purtroppo accade sempre più spesso. Il “tunz tunz” di certi gruppi non ha nulla di gotico.

Ma torniamo a noi... Bologna è un buon posto per chi vuole fare musica?

Tiziana: Bologna è stata “Capitale Europea della Musica”: peccato che la legislazione italiana imponga tasse su tasse da pagare, alcune veramente assurde, a carico sia dell’organizzatore delle serate, che dei musicisti. A causa di ciò, spesso si rinuncia alla buona musica “live” perché troppo onerosa per chi organizza.
Edoardo: Oggi a Bologna purtroppo, la musica si è piuttosto standardizzata nonostante il numero dei locali “live” sia rilevante, confrontato ad altre città italiane: i generi che vanno molto sono il pop e il metal, e gli altri generi stentano ad alzar la testa, vivono in piccole nicchie. Parte della colpa è imputabile anche ai locali, i quali hanno uniformato l’offerta ad una confusa richiesta.

Molto bella la "confezione" del vostro mini cd autoprodotto, per certi versi mi ricorda alcune produzioni della distribuzione dark underground "Energeia" di Napoli, che negli anni '90 produceva gruppi come Ataraxia, Passiflora, ecc. Chi ha curato la realizzazione della grafica e quanto è importante per voi curare questo aspetto?

Nico: Siamo una band esordiente, e questo cd è indirizzato non solo all’ascoltatore medio, ma anche a “magazine” ed etichette discografiche: è logico che si doveva presentare come un “biglietto da visita”. Era importante quindi che nel libretto fossero presenti la “line-up” (chi siamo e cosa suoniamo), varie note esplicative, ma soprattutto, i testi delle canzoni. Sicuramente la veste grafica di un album è importante: chi deve spendere 20 euro per un cd, pretende di avere anche un bell’oggetto. L’importante che la confezione non sia più bella del contenuto: quanti cd mi sono capitati per le mani, con confezioni patinate “deluxe”, con all’interno 70 minuti di musica, della quale si salvavano solo uno o due brani.

Volete aggiungere altro alla nostra intervista?

I Lia Fail salutano tutti i lettori di estatica.it: Vi invitiamo a seguirci dal vivo. Per informazioni, visitate la nostra pagina Myspace:
http://www.myspace.com/liafailmusic

Lia Fail
Andrea. Decadence, Bologna (7/12/2007)
Lia Fail
Edoardo. Decadence, Bologna (7/12/2007)
Lia Fail
Nico. Decadence, Bologna (7/12/2007)
Lia Fail
Tiziana. Decadence, Bologna (7/12/2007)