Le forbici di Manitù: Intervista del 01/01/1995

Pubblicato il: 03/02/2008


Automatiske interview

  1. Come vi siete sentiti riguardo a quelle foto apparse sui quotidiani di voi e le vostre compagne in vacanza?
    Enrico: Mi esalta comparire sui rotocalchi, ed anche sessualmente io e la mia ragazza siamo esibizionisti.
    Manitù: Tendenzialmente io farei causa, ma siccome le cause civili in Italia sono quello che sono...
    Vittore: Da almeno tre anni non mi concedo una vera vacanza, quindi deve trattarsi di un falso o di fotomontaggi.
  2. Chi è il donnaiolo del gruppo?
    E: Il nostro tecnico del suono, ed i nostri babbi.
    V: Anche l'autore delle nostre copertine, Piermario Ciani, non scherza.
  3. Cosa starete facendo tra cinque anni?
    E: Probabilmente ci saremo sciolti, vista l'incompatibilità caratteriale fra i componenti del gruppo. Oppure staremo incidendo il nostro quinto Lp, quello dedicato alle balene, è un progetto che ci sta molto a cuore. Comunque, io personalmente, entro il duemila, aspiro ad essere una rockstar affermata.
    M: C'è da dire che in questo potrà aiutarci l'indirizzo pop che pensiamo di prendere tra poco.
    V: Dopo Quadrivelogue, Luther Blissett e Trivelogue, abbiamo già programmi per almeno una decina di album, che dovrebbero tenerci impegnati fino al 2000. Abbiamo quindi pensato di cedere su compenso i progetti in eccedenza, che già abbiamo in quantità e che sicuramente continueranno ad accumularsi, a gruppi a corto di idee: in pratica, a prezzi modici, pensiamo noi al concetto, al global planning dell'album, a commissionare immagini e note di copertina e via dicendo.
  4. Anche l'uso del violoncello ricorda molto cose fatte dai REM, ma anche Nirvana, Kristin Hersh...
    V: e poi Mickey Katz, Bobby Sherman, KLF, Lord Buckley, Bill Lava...
    E: Speriamo di vendere al più presto lo stesso numero di dischi.
    M: Un ideale di riferimento potrebbe essere la techno acustica. Certo che la voce andrebbe eliminata totalmente.
  5. E quindi rispetto ai due dischi precedenti...? Anche lì c'era il viaggio...
    E: Inutile dar peso a certe fantasticherie; servono giusto da condimento per interviste con giornalisti à la page o ti permettono al meglio di piazzare un centinaio di copie fra quei bizzarri acquirenti di dischi che godono più delle note di copertina che della musica stessa.
    V: Le nostre note di copertina sono comunque molto lunghe, sicchè l'acquirente è sempre ripagato per l'investimento: può leggersele in treno, o la sera prima di dormire... M: Comunque, al di là delle polemiche, il viaggio come tematica va sempre bene, ti consente sempre di salvare capra e cavoli, perchè siccome in viaggio può capitare di tutto, pure nel disco...
  6. Ma in questo rapporto, in questa convivenza tra ciurma e nocchiero, cioè tra linguaggi di massa e cultura contadina, non c'è il rischio che sia proprio quest'ultima a soccombere, perchè la meno attrezzata, la più debole...?
    M: Nella cultura contadina è più forte il senso del mostruoso, del fuori dall'ordine della natura, proprio perchè la vita agricola è così codificata, piena di scadenze e di obblighi: le epoche dei raccolti stagionali, le bestie da governare... In ultima analisi, per recuperare una dimensione veramente spettacolare, i linguaggi di massa dovranno poter contare su un pubblico contadinizzato.
    E: Vivo in città da anni e non conosco la cultura contadina che ultimamente mi pare comunque ben attrezzata, si vedono trattori più grandi di un camion! V: Nell'economia del gruppo convivono l'elemento colto, lo spirito pragmatico e il più grezzo anti-intellettualismo: è importante sapersi spostare velocemente e all'occorrenza mimetizzarsi fra i linguaggi, di massa e no, usarne gli inganni e i portenti invece che esserne usati.
  7. C'è un lato negativo nel basare il vostro approccio sul lavoro di altri?
    E: Non avere molte buone idee originali.
    M: Il terrore costante delle cause per plagio o appropriazione di campionamenti.
    V: L'unica maniera per essere veramente originali oggi è di agire con la consapevolezza ben chiara che non è più possibile produrre alcunchè di realmente nuovo.
  8. Cosa puoi dirmi a proposito del tuo basso?
    E: E' rotto.
    M: Gliel'ho venduto io.
    V: Confermo.
  9. Con il vostro approccio multi-style, ritenete di avere punti di contatto anche con doom-bands come Obsessed, da cui proviene il bassista Scott Reeder?
    E: Non conosco questi gruppi.
    M: Potremmo riconoscerci di più nel paradigma di Der Plan, da cui proviene il tastierista Frank Fenstermacher, o nell'estetica del kazooista di Renaldo and The Loaf.
    V: Non avremo tempo per dedicarci ad un progetto Doom prima del 2008, giusto in tempo per il primo grosso revival di death e black-metal.
  10. Parlami del vostro background musicale.
    E: Poi ti passo l'elenco dei miei dischi così se vuoi ti registro qualcosa. Spero comunque di guardare sempre di più al Jazz od al rock tradizionale, tanto per liberarmi della new wave, che forse ha un pò troppo influenzato alcune nostre composizioni.
    M: Per me invece le influenze new wave non sono mai abbastanza, tant'è vero che farei volentieri un album di cover degli Associates, ma credo che bisognerà aspettare lo scioglimento delle Forbici.
    V: Ho ancora il mio vecchio mangiadischi Philips perfettamente funzionante e ricordo l'ordine di acquisto dei miei primi 45 giri, quando avevo cinque o sei anni: il primo è stato Non lo faccio più di Topo Gigio.
  11. Ma avete già ricevuto proposte dalle majors o da altre etichette?
    E: Darei un braccio per smettere di lavorare e campare facendo musica, questo ti può fornire un' idea delle proposte indecenti che abbiamo ricevuto (artisticamente ed economicamente) da etichettucole underground attive nel belpaese. Di major nemmeno l'ombra.
    V: Subito dopo l'uscita di Quadrivelogue due etichette, una italiane e una statunitense, ci hanno chiesto di realizzare un altro album sulla medesima falsariga. Noi non siamo interessati a replicare, quindi probabilmente non ne faremo di nulla.
  12. Le mutazioni incessanti all'interno delle vostre canzoni sembrano incompatibili con le richieste del mercato: sentite questo come un ostacolo o con la forza della musica riuscite a sovvertirne le regole?
    E: Quando esisteranno dei compact a velocità variabile, come nei vecchi giradischi, basterà ascoltare le nostre canzoni al rallentatore per avere una goduria assimilabile a quella data da una canzone normale. Allora saremo delle star.
    V: Il braccio di ferro con le regole di mercato è lo sport che più ci appassiona, purtroppo nessuno di noi pratica il body-building.
  13. Ritenete perlomeno di rientrare ancora nella categoria di gruppo rock o anche questa è una definizione che vi va stretta?
    E: Molte definizioni ci vanno strette. Siamo ingrassati.
    M: Smettila di fare allusioni al mio giro vita.
    V: Anche quando ci esprimiamo in generi molto distanti dal rock, il modello a cui facciamo concettualmente riferimento resta sempre My Ding-A-Ling di Chuck Berry.
  14. Gaia è la terra, l'elemento primordiale. A che livello siete stati influenzati dalle culture esoteriche e orientali?
    E: Ad un livello che definirei buffo.
    M: Non ci si fa influenzare dalle altre culture: o le si assimila, o le si studia, o si fanno delle citazioni. Di solito chi si fa "influenzare" e basta non ha capito praticamente niente di niente.
    V: Ho letto tutta quella roba quando ero molto più giovane e molto più stupido, probabilmente fraintendendo ogni cosa.
  15. Ritieni di fare dischi per una sorta di "elite" del rock? Non certo per il pubblico "medio" del rock, penso.
    M: Il pubblico secondo me non esiste. So che esistono i nostri dischi perchè ne ho delle copie in mano, ma prove dell'esistenza del pubblico non ne ho ancora avute. Anche a chi dice di aver ascoltato i nostri dischi non posso credere se non li ho visti farlo.
    E: Speriamo che presto anche il pubblico medio si interessi a noi. L' elite di solito è noiosa, gente piena di teorie e con le tasche cucite, o peggio senza soldi.
    V: Facciamo i dischi che ci piacerebbe trovare nei negozi, essenzialmente per poi poterli riascoltare comodamente sul lettore CD di casa e farli sentire agli amici (che in genere non sono amici "d'elite" ma gente molto terra-terra).
  16. Stai per sposarti con Vanessa Paradis?
    E: No, ma guardo le sue foto sui giornali.
    V: No, e non trovo mai sue foto nei giornali (qualcuno se le deve portare via).
  17. Che ragioni ci sono per odiarvi?
    M: Che siamo talmente perfetti che non rimane spazio per nient'altro al mondo. Ma forse volevi dire per odiarci tra di noi?
    E: Più che odiarci non sappiamo comunicare se non al barbaro livello verbale.
    V: Ci sono gruppi che suonano da una vita e non hanno mai inciso un album, noi nel giro di dodici mesi ne stiamo facendo uscire quattro...
  18. Spiega il vostro nuovo album.
    E: Meglio ascoltarlo.
    M: E comunque c'è poco da spiegare: è fatto apposta in modo che non si possa capire neanche volendo.
    V: L'unico nostro album che si può realmente spiegare è Trivelogue, dato che la confezione speciale contiene un campo di gioco piegato in quattro. Lo si può aprire dolcemente cercando di eliminare per bene le pieghe e poi si ritagliano i segnalini, le cartine e il dado per poter giocare. Il CD è praticamente un bonus.
  19. Hai mai baciato un uomo?
    E: Si.
    M: Ma con lingua, intendi?
    V: No, sono convinto che c'è sempre tempo per certe cose.
  20. E' la paura del techno la ragione di tutti quei Moog retro-futuristici?
    E: Semplicemente: quelli sono i sintetizzatori che abbiamo.
    M: I sintetizzatori analogici permettono di simulare meglio una procedura da rituale magico: i gesti provocano dei risultati percepibili. Con altri procedimenti bisogna razionalizzare molto di più. A me piace una giusta proporzione dei due approcci.
    V: Uno dei miei sogni nel cassetto è una cover version di quella straordinaria reliquia di arte popolare moogistica del XX secolo che è Pop Corn.
  21. Sicuramente la vostra etichetta discografica ha qualche obiettivo?
    E: E' meglio chiederlo all' etichetta, noi non l'abbiamo certamente capito.
    M: In effetti è strano come alle etichette italiane a volte non sembri importare di vendere dischi o meno: pensare come tutti credono sempre il contrario!
    V: Loro sono convinti che noi siamo dei geni con un piano molto preciso in testa su come arrivare in breve tempo al successo internazionale. In realtà non sappiamo neppure noi che cosa stiamo facendo e perché.
  22. Così voi e le persone intorno a voi avete capito che non siete esattamente adatti per essere il più grande gruppo in Inghilterra?
    E: Sembra che per ora le cose abbiano preso questa piega,ma te lo garantisco baby, presto risentirai parlare di noi.
    M: Abbiamo tutte le caratteristiche per essere oggetto di un revival tra vent'anni in Inghilterra.
    V: I più grandi restano sempre i Classix Nouveaux.
  23. Lui manifesta un'immagine di artista torturato e sensibile simile a quella di Kurt Cobain; la responsabilità della fama e la potenziale intensità dei riflettori dei media lo preoccupano?
    E: Non hai capito: lo preoccupa il contrario.
    M: Lo ammetto, è vero. Spero sempre che sia questione di ore prima che la mia popolarità esploda.
    V: Le apparenze a volte ingannano. Quelle che in lui sovente sembrano espressioni di un profondo tormento interiore, dipendono invece da seri problemucci all'apparato gastro-intestinale.
  24. Hai qualche idea di quanti siano i dischi su cui hai suonato in questi anni?
    E: Cinque o sei.
    V: Circa il doppio.
  25. Come mai il tuo basso ha solo tre corde?
    E: E' rotto.
    M: Non lo era quando te l'ho venduto, non cercare di spillarmi quattrini.
  26. Tutto questo parlare dell'essere i migliori non è anche pericoloso? Costringi ad alzare il tiro della sfida, tutti gli ascoltatori si aspetteranno il meglio e di conseguenza molti vi odieranno.
    E: Non hai capito. Serve semplicemente a darci un pò di sicurezza ed a crearci l'assicurazione di "incompresi". Il fatto che una parte del pubblico ci odi è una garanzia in questo senso.
    M: In ogni caso la verità non può rimanere sepolta a lungo, e in certi casi è inutile mentire, anche se può essere svantaggioso nell'immediato.
    V: I Beatles si sono paragonati a Cristo, Bono a Dio, noi preferiamo il Grande Spirito delle praterie.
  27. A cosa attribuiresti la fascinazione ossessiva per la morte di molte formazioni gotico-industriali?
    E: La loro fettolina di mercato è ossessionata dalla rappresentazione della morte. I loro fan si credono gagliardi così tutti neri e tristi, senza colori, incernierati in una divisa. Queste formazioni danno loro quello che vogliono, non c'è niente di male.
    M: Ma credo che ci siano anche persone in buona fede: probabilmente c'è una sottocultura in cui dimostrare di essere depressi è un distintivo necessario per intrecciare quel minimo di rapporti sociali. Poi si scade anche nel grottesco, ma sono cose della vita.
  28. Tu avevi due sorelle più grandi. Hai iniziato ad andare in giro per casa indossando la loro biancheria intima?
    E: No, spiavo loro mentre se la toglievano.
    V: Una sola sorella più piccola. Ed era lei a rubarmi i mutandoni Cagi, perché più comodi per i bisognini notturni.
  29. E la scena musicale americana è migliore adesso di dieci anni fa?
    E: Penso di sì.
    V: Questa rivalità fra scena USA e UK di cui si fa gran parlare è del tutto posticcia, sono due volti della stessa medaglia, ormai le etichette musicali appartengono quasi tutte a corporazioni intercontinentali. E anche i gruppi sono per la maggior parte interrazziali, interculturali, apolidi. Prendi noi tre, agiamo come un solo corpo e una sola mente ma proveniamo da tre diverse tribù: Manitù dagli Cheyenne, Enrico dai Piedi Neri e io dalle Edizioni Apache.



Le note in margine si riferiscono alla fonte da cui la domanda è stata tratta.
  1. Smash Hits, August 2-15 1995, Intervista ai Boyzone.
  2. Smash Hits, August 2-15 1995, Intervista ai Boyzone.
  3. Smash Hits, August 2-15 1995, Intervista ai Boyzone.
  4. Fare Musica, n. 169, Luglio-Agosto 1995. Intervista ai Flor.
  5. Fare Musica, n. 169, Luglio-Agosto 1995. Intervista ai Gang.
  6. Fare Musica, n. 169, Luglio-Agosto 1995. Intervista ai Gang.
  7. Bass Player, 6, n. 5, Luglio-Agosto 1995. Intervista a John Clayton, Jr.
  8. Bass Player, 6, n. 5, Luglio-Agosto 1995. Intervista a John Clayton, Jr.
  9. Rockerilla n. 181, Settembre 1995. Intervista ai Kyuss.
  10. Rockerilla n. 181, Settembre 1995. Intervista ai Reef.
  11. Rockerilla n. 181, Settembre 1995. Intervista agli Ozric Tentacles.
  12. Rockerilla n. 181, Settembre 1995. Intervista agli Ozric Tentacles.
  13. Rockerilla n. 181, Settembre 1995. Intervista agli Ozric Tentacles.
  14. Rockerilla n. 181, Settembre 1995. Intervista a Banco de Gaia.
  15. Rockerilla n. 181, Settembre 1995. Intervista ai Primus.
  16. Vox n. 60, Ottobre 1995. Intervista a Lenny Kravitz.
  17. The Face n. 84, Settembre 1995. Intervista ai Blur.
  18. The Face n. 84, Settembre 1995. Intervista ai Blur.
  19. The Face n. 84, Settembre 1995. Intervista ai Blur.
  20. The Face n. 84, Settembre 1995. Intervista agli Stereolab.
  21. New Musical Express, 2 Settembre 1995. Intervista ai Green Day.
  22. New Musical Express, 26 Agosto 1995. Intervista ai Teenage Fanclub.
  23. New Musical Express, 26 Agosto 1995. Intervista agli Smashing Pumpkins.
  24. Bass Player, 6, n. 4, Maggio-Giugno 1995. Intervista a Tony Levin.
  25. Bass Player, 6, n. 4, Maggio-Giugno 1995. Intervista a Tony Levin.
  26. Rumore n. 44, Settembre 1995. Intervista agli Oasis.
  27. Rumore n. 44, Settembre 1995. Intervista agli Ordo Equitum Solis.
  28. Melody Maker, 8 Luglio 1995. Intervista a Martin Rossiter dei Gene.
  29. Melody Maker, 26 Agosto 1995. Intervista ai Soundgarden.
Le forbici di Manitù