Gang: Intervista del 01/01/1996

Pubblicato il: 31/12/1995 . Ultimo aggiornamento: 13/02/2008


Partiamo subito con una domanda di carattere "ludico"...come state vivendo questo "momento di gloria"?

(RISATA)Be' "momento di gloria"e' un'espressione un po' forte per i GANG,diciamo che noi guadagnamo quello che normalmente puo' guadagnare un operaio,solo che finalmente possiamo vivere di concerti e delle vendite dei nostri dischi!

Vi adattate al discorso di massa che adottano molti gruppi per emergere nel panorama musicale italiano?

Per noi l'importante non e' emergere (anche perche' siamo convinti che non emergeremo mai!), l'importante e' essere una minoranza.Una minoranza che non si chiuda nel suo ghetto ma che sappia svolgere un ruolo dialettico,essenziale per la democrazia del paese.La musica fino ad ora e' andata avanti grazie alle minoranze,non di certo grazie a quello che si vende molto.

Il vostro ultimo lavoro e' stato oggetto di polemiche da parte della critica.Voi come considerate il ruolo che la critica ha assunto al giorno d'oggi?

Innanzitutto bisogna chiarire che fare della critica significa fornire i mezzi per capire il tipo di prodotto che il fan o il consumatore in generale hanno di fronte quando questo va sul mercato,non dire questo e' bello ,questo e' brutto....Questo in Italia non succede,c'e' un giornalismo specializzato, ma non c'e' la critica.Questo per quanto riguarda la critica in generale.

E nel vostro caso in particolare?

Noi siamo sempre stati "coccolati"dalla critica, tranne appunto qualche polemica nei riguardi dell'ultimo disco,quindi non parlo per risentimento.Noi crediamo che non ci sia piu' passione, piu' idealismo,piu' parte in quello che si fa. La critica si e' un po' alleggerita; tutti quanti fanno i conti con il mercato, quello che va sul mercato va bene anche alla critica.Allora vedi i critici che si proclamano underground o profeti di chissa' quale cazzo di genere in Italia ,che poi ogni tre mesi cambia,e loro sono sempre i primi a lanciarlo!Questo lo fanno da 10,15 anni traducendo dai giornali inglesi .

Ritorniamo indietro nel tempo...voi siete partiti da un progetto completamente diverso rispetto a quello a cui siete approdati oggi: il sound punk dei clash....

Si all'inizio il "progetto"era diverso.Negli anni '70 c'e' stata un'esplosione di creativita' di massa e anche noi abbiamo partecipato a questo incendio con la voglia di andare in giro per l'Italia e capire cosa succedeva. Allora i Clash erano la bandiera del rock politico e noi ci siamo ritrovati in pieno nei valori che questi portavano avanti.Questo ci ha permesso di venire a diretto contatto con quelle realta' che in Italia cercavano di emergere e che non riuscivano ad avere accesso alle comunicazioni di massa. Cosi' ci siamo fatti un esame di coscienza per capire se il "progetto"dei GANG era un'avventura o qualcosa di piu' organico e forte aperto a tutte le realta' che per quanto diverse siano si muovono verso lo stesso orizzonte e non su dei binari.

E oggi?

E oggi c'e' un'identita' chiaramente molto piu' forte rispetto a quella di 6 anni fa, sia per i GANG che per il nostro pubblico.Diciamo che questa crescita e' avvenuta insieme.

Come vi confrontate con le altre realta' musicali italiane? Parliamo dei gruppi piu' significativi quali Almamegretta,Bisca99Posse per le quali il rap sembra avere un'influenza fondamentale .

Be' i GANG e il rap sono due mondi molto lontani,anche generazionalmente parlando,hanno percorsi diversi,basati su linguaggi e presupposti diversi.Il linguaggio del rap e' quello dell'avanguardia afroamericana,che viene riconosciuta come la punta piu' alta del movimento anticapitalista.Su questo per forza di cose noi non saremo mai d'accordo;questo non vuol dire che dalla scena delle posse non nasceranno in futuro situazioni interessanti dal unto di vista musicale,dubito che cio' possa accadere dal punto di vista ideologico.perche' noi quello che cerchiamo di toglierci del passato e' proprio l'ideologia.Il discorso delle posse e' ancora fortemente ideologico. Sono contesti molto diversi,e comunque la diversita' e' sinonimo di ricchezza. Si tratta quindi di allargare gli orizzonti..... Certo!Non c'e' una realta' ma molte realta' diverse che si incontrano e si confrontano,allora si che puo' veramente nascere qualcosa di nuovo.I percorsi dei GANG sono ampi, ognuno impara dall'altro. C'e' confronto e crescita.in poche parole i GANG hanno sempre cercato di fare una sintesi di 3 grandi tradizioni italiane: quella del movimento operaio, quella cristiana e quella delle sinistre eretiche.I GANG per percorso individuale provengono dalle sinistre eretiche,e siamo convinti che tutto il percorso eretico italiano (Pasolini,Silone) possa avere una funzione politica importante: fare da ponte e agganciare le due tradizioni operaia e cristiana, ma comunque la sintesi e di tutte e 3!

Si puo' parlare quindi di un tentativo di uscire dalle gabbie dell'ideologia?

SI, la nostra appartenenza non e' di tipo ideologico,il che non vuol dire che non siamo comunisti,anzi, siamo dei comunisti che sanno guardare avanti e che non hanno nostalgia del passato.

Approposito di comunismo... cosa ne pensate del PDS e della politica in generale?

Quella del PDS e' una morte annunciata,e' un partito che ha delle grandi contraddizioni interne e' una lotta per bande.E' meglio non mettersi nella palude del presente e dare troppa importanza ai partiti e a tutto il branco di ballerine della politica...perche' ormai e' diventato un teatrino misero, non ci diverte piu',non ci appassiona .Non c'e' piu' da confrontarsi,oppure vai da Costanzo, che e' diventato il luogo di confronto della politica.

Ritorniamo alla musica. Cosa ci dite di questo"ritorno del punk"?

Noooo!Non c'e' assolutamente ritorno!Il punk come tutti i generi musicali ha avuto il suo momento, il suo periodo storico e non si ripropone certo perche' uno si rimette la cresta o si tinge i capelli di verde!

E come definireste allora gruppi quali i Green day che si spacciano per punk?

Diciamo che le loro sono delle pop-song rivestite con delle chitarre elettriche distorte.In piu' hanno questo abbigliamento che richiama il punk, ma nella sostanza non hanno niente.Bisogna ricordare che il punk e' stato un momento di rottura in tutti i sensi col passato e i gruppi "punk"di oggi non hanno niente di tutto questo.E poi diciamolo: questi gruppi in America c'erano da una vita e in Italia non se li cagava nessuno,anzi! E quando questi sono andati primi in classifica allora -tah!- si e' ribaltato tutto il discorso e si e' iniziato a parlare di ritorno del punk,e' ridicolo!

Un ultima domanda che riguarda da vicino le vostre canzoni.La critica (!) dice che voi tendete a focalizzare l'attenzione sui testi penalizzando quello che e' l'aspetto musicale dei vostri brani.

Ma e' proprio cosi'? Noi troviamo che sia la musica che i testi si incastrino bene fra di loro,e comunque ripeto che noi viviamo in un paese di bambini (anche in senso positivo) perche' dobbiamo sempre aspettare quello che dal mondo ci dicono di fare.Noi non ci stiamo piu' a questo gioco!Noi dobbiamo confrontarci con gli altri ma per celebrare una cultura autonoma.E per essere autonomi ci deve essere una grossa rivalutazione delle proprie radici...solo cosi' potremo riacquistare il senso della storia, perche' e' la storia che ci da l'appartenenza.Fino a quando non costruiremo una storia che ci lascia vivere e non ci ingabbia (vedi l'ideologia di cui parlavo prima) non potremo confrontarci con nessuno neanche fra di noi!

Intervista alla The Gang - Gennaio 96 - al Triangolo di Ranzanico al Lago - BG - fatta da Sveronika, ZenRen e Thomas Turbato della fanza 360 gradi, dopo un caldo concerto di The Gang (disponibilissimi)