Chiara Ragnini: Intervista del 01/05/2017

Pubblicato il: 02/05/2017


Il 17 marzo 2017 è uscito "Un colpo di pistola" il nuovo album della cantautrice ligure Chiara Ragnini. Durante queste domande di approfondimento sul disco, abbiamo anche scoperto una bellissima notizia che trovate nell'ultima risposta...

Sono passati ben 9 anni dalla nostra precedente intervista, allora utilizzavi il nome d'arte Ceanne McKee. Ci riassumi cosa hai fatto in tutto questo tempo?

Sembra passata un'eternitá ed in effetti nove anni non sono pochi: la ragazzina spensierata che cantava le sue prime canzoni in inglese, nascondendosi dietro uno pseudonimo, si é fatta donna, prima con Il Giardino di Rose, concept album uscito nel 2011 e specchio perfetto della transizione da una cittá come Genova al cuore del ponente ligure, adottata da un piccolo borgo medioevale di nome Lingueglietta, mia casa ormai dal 2009. La crescita é proseguita con tanti live alle spalle, rassegne, festival, occasioni importanti, tutti piccoli pezzettini che hanno contribuito a costruire un percorso artistico onesto, coerente e in continua evoluzione. A quasi sei anni dal Giardino di Rose ho trovato, oggi, finalmente la mia dimensione musicale ideale, giocando con i suoni, con la loop station e le drum machine, mettendomi realmente a nudo raccontandomi con dieci nuove canzoni che compongono il mio ultimo album, La Differenza, vestendomi di electro pop ma sempre con grandissima attenzione alle liriche.

All'epoca gestivi anche un portale chiamato Genovatune. Qual'è esperienza che ti è rimasta?

Professionalmente é stata un'esperienza utilissima: mi ha permesso di avere le idee molto chiare su cosa significhi stare dall'altra parte del palcoscenico, da quella occupata da chi racconta la musica, da chi la organizza e da chi permette al pubblico di fruirla. E' un cambio di prospettiva fondamentale e da tenere sempre a mente per chi la musica la crea: ti aiuta a mantenere i piedi per terra e a portare sempre rispetto nei confronti di tutti i professionisti che ruotano attorno al mercato musicale, dai piú piccoli ai piú grandi. Rispetto che oggi non é affatto scontato.

Per la realizzazione dell'album hai cavalcato il crowdfunding, tramite il portale Musicraiser. E' la tua prima esperienza nell'utilizzo di questo strumento? Ci spieghi a tuo modo di vedere i pro e i contro del suo utilizzo?

L'avventura con Musicraiser si é rivelata un'esperienza meravigliosa, impegnativa ma molto soddisfacente: da dicembre a gennaio sono stata dietro al progetto e alle persone che lo hanno sostenuto tutti i giorni, senza eccezioni. É un viaggio che non avevo mai intrapreso prima e che, se si ripresenterá l'occasione, ripeteró senza dubbio. Ho avuto la fortuna, in questi anni, di costruirmi una solida fanbase che mi ha supportata con immenso calore e senza esitazioni e questo ha influito tantissimo sulla buona riuscita della campagna. Non é scontato. Affinché una campagna di crowdfunding come questa possa avere successo, nel mio caso molto piú del previsto, é fondamentale avere giá gettato le basi in precedenza per un progetto credibile e, cosa piú importante, dare e ricevere fiducia da parte degli ascoltatori, che a scatola chiusa sostengono economicamente un prodotto, nel mio caso il disco, che ancora non esiste. Ho visto tanti progetti sfumare in un nulla di fatto, con enorme delusione, perció sconsiglio questa strategia a chi é all'inizio del proprio percorso. Questa é una modalitá anche per mettersi in gioco e comprendere se realmente si ha un pubblico a cui rivolgersi pronto ad investire su di te. Oltre al coltivare i rapporti con le persone, come amo fare e come é sempre piú difficile oggi che il mondo ci vede iperconnessi e ipertecnologici, é importante avere dimestichezza con gli strumenti che la rete ci mette a disposizione, ovvero il web e i social. Lavorando come informatica sono partita molto avvantaggiata anche da questo punto di vista.

"La differenza", il titolo che hai scelto per questo album è un po' particolare, perché non essendo specificato a cosa si riferisca questa "differenza", fa venire una certa curiosità... E' unicamente legato al titolo del brano omonimo? E' la differenza tra una persona che merita e una che non merita?

La Differenza che dá il titolo all'album é la differenza che si sceglie di fare tutti i giorni, partendo dalle piccole cose: nel mio caso, la scelta di cambiare rotta musicalmente, andando alla ricerca di un'evoluzione musicale, nelle sonoritá e nelle liriche, che fino ad oggi ho avuto difficoltá a mettere in pratica, vuoi per mancanza di reale coraggio, vuoi perché forse, sostanzialmente, non mi sentivo ancora pronta per mettermi  a nudo del tutto, con estrema onestá, come invece ho fatto ora con questo lavoro; la differenza rispetto ad altre produzioni, abbracciando l'indipendenza discografica: in questi anni ho detto no a numerose proposte che non mi avevano convinta appieno e ho scelto di continuare a lavorare con la squadra a cui mi sono affidata da alcuni anni a questa parte, piccola ma tosta; la differenza, infine, nell'affrontare rapporti di coppia a volte non facili: la canzone omonima dice "non aspetto di fare la guerra per gettare le armi per terra" e in questa frase é racchiuso il mio essere donna oggi, ovvero l'aver imparato a fare non uno ma due passi indietro nei momenti di difficoltá, per superarli insieme mettendomi a disposizione dell'altro con grande empatia e rispetto, approccio che fino a qualche anno fa faticavo a sostenere. La differenza, infine, sono io: sono cresciuta e ho voluto gridarlo al mondo con queste dieci, nuove canzoni.

"Un colpo di pistola" è il brano scelto come primo singolo e tratta della violenza nel rapporto tra uomo e donna. Trovo però il testo un po' ambiguo, sembra quasi che ci siano colpe da entrambe le parti, non c'è una differenziazione netta tra bene e male.

In realtá il concetto di colpa, in questa canzone, é piuttosto labile e irrilevante: quando si parla di violenza di genere la colpa sfuma di fronte al gesto. La canzone racconta, attraverso le sue immagini forti, alimentate ulteriormente dal videoclip, di un rapporto corrotto, che fa male come un colpo di pistola ma non ti finisce, non subito: la protagonista osserva il ghigno dei denti bianchi della controparte maschile che si fonde con le pareti della stanza vuota, dove il silenzio risuona piú delle grida e fa ancora piú male, lascia ancora maggiormente il segno. Lei si aspetta che arrivi il momento in cui l'uomo concluderá la partita, dopo averle sparato al cuore, immagine volutamente ambigua perché non sappiamo se questo é accaduto realmente o é solo specchio del dolore alimentato da una relazione malata. Il video, a differenza della canzone, gioca maggiormente su immagini piú forti e piú circostanziate, anche se nella scena finale non é chiaro se la protagonista sparerá o meno al suo carnefice: il messaggio é, peró, univoco, ovvero quello di trovare il coraggio di rialzarsi, di difendersi, facendolo ricercando aiuto laddove possibile, affidandosi ai professionisti che quotidianamente donano supporto a situazioni delicatissime come quella raccontata qui.

Rispetto ai tuoi album precedenti c'è anche una certa differenza nella grafica, maggior semplicità prima, maggior ricercatezza ora. E' un caso dovuto alla scelta della copertina, o c'è dell'altro?

Il cambiamento si rispecchia attraverso molteplici sfaccettature, non solo musicali ma anche estetiche: si cresce, ci si evolve, che sia attraverso nuove sonoritá o un nuovo taglio di capelli. Mi piace sperimentare e la prima cosa che ho fatto quando ho avuto le idee chiarissime sulla strada che avevo deciso di intraprendere é stato proprio tagliare i capelli: per una donna é un gesto importante, i capelli rispecchiano chi siamo e avevo bisogno di trovare nuovo respiro, che é arrivato di pari passo con le nuove canzoni e con un nuovo look, piú raffinato, si, ma anche piú essenziale ed immediato. Ecco, l'immediatezza é ció che ho ricercato per tanto tempo e ora credo di averla finalmente trovata.

In che lasso di tempo hai composto i brani presenti?

Le canzoni del disco sono frutto di numerose scremature, che hanno visto coinvolto materiale composto e revisionato negli ultimi tre anni. Per fare un disco ci vuole tempo, cosí come per costruire qualcosa di buono. Ho scritto tantissimo e buttato via tantissimo, tenendo, per questo lavoro, le dieci composizioni che ci convincessero di piu, tutte potenziali singoli. In questi anni é cambiato molto il mio modo di scrivere, probabilmente perché sono cambiata io per prima e perché, finalmente, non ho piú paura di raccontarmi con estrema onestá.

I testi di questo album vertono intorno all'amore, lo ritieni il fulcro principale a qualunque età?

L'amore é tutto quello attorno al quale ruotiamo quotidianamente, quindi si, per me é il fulcro della nostra esistenza, ad ogni etá. L'amore cambia, si evolve, anche esso. Ci fortifica o ci esaurisce, ci alimenta o ci annienta. Non tutte le canzoni del disco parlano, peró, di amore: raccontano anche di amicizie finite male, come Un angolo buio; raccontano di violenza, come Un colpo di pistola; raccontano del viaggio, come In ogni angolo del mondo. Se vogliamo vederla da un'altra prospettiva e chiamare amore con il suo corrispettivo inglese, ovvero Love, allora si: ogni canzone racconta di amore, in un modo o nell'altro, perché é l'unica cosa che ci accomuna tutti e che ci appartiene, senza distinzioni.

Quanto c'è di autobiografico nei testi presenti?

Il giusto: inevitabilmente quando scrivo una parte di me assorbe, mastica, digerisce e rigetta fuori una storia, perció tutto é filtrato attraverso i miei occhi e le mie sensazioni. Ma molto spesso parto da ció che mi accade intorno: da storie raccontate da persone a cui voglio bene, da quello che viviamo attraverso i quotidiani e i media tutti i giorni, da un passaggio di un libro o dalla scena di un film. Ogni piccola cosa puó far nascere una canzone: sembra banale ma é proprio cosí. Cerco di tenermi allenata, da questo punto di vista, leggendo, ascoltando musica, soprattutto quella che ad un primo impatto mi convince meno, guardando film e serie tv e, soprattutto, ascoltando, tanto, le persone che mi sono accanto.

Ci racconti qualcosa della fase di registrazione dell'album e delle scelte fatte? Ho notato ad esempio che non hai utilizzato la batteria.

Non sono state utilizzate batterie vere o percussioni ma batterie elettroniche attraverso l'ausilio di drum machine e campionamenti, sui quali ho lavorato personalmente insieme a Roggy Luciano, giovane beatmaker della provincia di Imperia e membro del collettivo hip hop Casa Degli Specchi. Gli arrangiamenti sono stati tutti volutamente realizzati con un occhio di riguardo verso i generi musicali che ho sempre amato e che finalmente ho rispolverato dai miei ascolti passati: dall'elettronica piú cattiva al drum'n'bass, dall'hip hop, appunto, fino all'r'n'b. Ci siamo poi spostati in studio (l'Ithil World Recordin Studio di Imperia) per le parti di basso, per le voci e per le ultime rifiniture a livello di arrangiamenti, sotto la supervisione del sound engineer Giovanni Nebbia. Cercavo un sound diretto, preciso, efficace ma che al contempo risultasse caldo, non asettico, per colorare ogni singola canzone e renderla facilmente identificabile. Giovanni ha fatto un lavoro sopraffino, anche a livello di missaggio e mastering. Sará interessante lavorare sodo per riportare dal vivo queste sonoritá.

Piano piano ti sei spostata dalla chitarra alle tastiere. La musica ora è assolutamente pop. A cosa si deve questo cambiamento di rotta?

In realtá la chitarra resta il mio strumento principale, sia acustica che elettrica. Ai live continueró a suonarla, sia sulle canzoni del disco precedente che su questi nuovi pezzi, dove le chitarre continuano ad essere molto presenti, anche se non piú da sole come prima. L'intenzione é proprio che questo disco risulti pop: io mi sento pop e ho ricercato molto una veste di grande fruibilitá che potesse colorare al meglio i contenuti, sui quali presto sempre grande attenzione. Se dovessi darmi una definizione, direi pop d'autore, perché rifuggo la banalitá delle liriche ma ricerco l'immediatezza che sol un certo tipo di suono puó regalarti.

Perché secondo te un suono acustico o chitarristico spesso è associato ad un maggior spessore musicale, mentre un suono di synth e tastiere, che tra l'altro sono più difficili da suonare a causa delle due linee melodia e accordo da suonare in contemporanea con le mani, viene associato ad un suono più easy e disimpegnatamente pop? Sono imprinting che provengono dagli anni '70 e '80? Hanno ancora senso di esistere?

Non credo affatto che sia cosí come scrivi (peraltro, anche la chitarra si suona come indichi tu, dipende dall'uso che se ne sta facendo e dall'intenzione: pensa al fingerstyle, suonare la chitarra non é solo strumming). L'arrangiamento di una canzone non dovrebbe essere indice di impegno o disimpegno della stessa, questo dovrebbe essere dettato dal suo contenuto, dal suo significato. Posso cantare e provare a suonare in spiaggia con una chitarra scordata anche un pezzo di Fossati ma questo, a parte probabilmente rovinarlo sul momento, non toglie lo spessore e la grandezza di una composizione come, ad esempio, La costruzione di un amore. Un arrangiamento acustico puó, a volte, risuonare piú intimo, data la sua essenzialitá, questo si. Ma pensa alle emozioni che un arrangiamento orchestrale, piú complesso, fatto di molteplici strumenti, puó regalarti. C'é un momento per ogni cosa: per la semplicitá e per la complicatezza, o per entrambe, perché no?

Riguardo al discorso sulla chitarra converrai che il fingerstyle è una modalità molto poco diffusa e di Mark Knopfler non ce ne sono molti in giro, quantomeno in ambito pop.
Per il discorso sui generi è vero, ormai le valutazioni in base ai generi sono anacronistiche.

Ascolti musica di altri artisti nel tempo libero?

Certamente, ascolto musica tutti i giorni, cosí come divoro libri, film e serie tv. Ultimamente sto ascoltando tante produzioni nostrane: in macchina tutto lo spazio é occupato dall'ultimo, splendido disco di Nicoló Fabi, dall'ultimo lavoro di Levante, da tutta la discografia di Ed Sheeran fino al Codice della Bellezza di Samuel (ho giá detto che adoro i Subsonica?). Non mancano mai, poi, gli ascolti verso nuove produzioni grazie a Spotify, di cui sono letteralmente drogata: vado alla ricerca di playlist francesi, di elettronica soprattutto, ma amo anche riascoltare spesso artisti che ho giá assimilato fino allo sfinimento, come Lucio Dalla, Gaber, Battisti. Non mi precludo davvero nulla. Quello che mi manca realmente? Il tempo!

Hai in programma delle date per promuovere l'album? Con che formazione e strumenti suonerai dal vivo?

I prossimi mesi saranno molto impegnativi, ma per un altro motivo: sto per diventare mamma e i live sono tutti rimandati al nuovo anno. In questo tempo io e i miei musicisti ci dedicheremo ad un lavoro intenso per portare dal vivo le stesse sonoritá del disco, in una chiave leggermente piú rock, con una formazione composta da basso, batteria, chitarra elettrica e acustica e synth. Non vedo l'ora.

Allora non mi rimane che farti un doppio augurio, sia per l'album che per il nuovo nascituro e la tua futura attività di mamma!

Chiara Ragnini
Chiara Ragnini