Panasonic SC-HTB488EGK: recensione

Pubblicato il 20/05/2018

Argomento: Riproduzione audio hi-fi

Panasonic SC-HTB488EGK

 

Premessa

Non sono solito recensire prodotti che pur suonando non si pongono l’obiettivo di rientrare nel mondo che è l’Hi Fi ed in questo caso della musica in particolar modo. Le soundbar, anche se usate per musica, nascono per migliorare l’aspetto sonoro dei televisori puntando quindi ad una resa efficiente di intrattenimento nel campo cinematografico; di conseguenza sia questo che i successivi modelli verranno descritti ed analizzati in quest’ottica.

Packaging

Ha una forma particolare, scatola in cartone sagomata ad “L” che una volta aperta rivela la soundbar disposta sul lato lungo e il relativo sub nella parte più corta. Riporta loghi, descrizioni e immagini del prodotto.

Bundle

A scatola aperta troviamo, oltre a soundbar e subwoofer, il manuale di istruzioni e il cavo per la connessione ottica alternativa all’HDMI. Viene fornito un piccolo telecomando.

Descrizione

Non ho trovato conferme tra le specifiche ma, a tatto e a vista, il materiale che domina, a partire dal telecomando in poi, è la plastica, ad esclusione del sub realizzato con del semplice e non troppo spesso MDF. Non è per forza un difetto (anche perché soundbar compatte in legno, non ne conosco), basti solo ricordare due cose fondamentali: il target di utilizzo e il prezzo di listino. C’è di positivo che pur essendo plastica senza particolari accorgimenti, è ben rifinita e al tatto sembra anche generalmente resistente. L’insieme non è pesante, parliamo di un paio di kg per la soundbar e circa 4,5 per il subwoofer, complici materiali e dimensioni. Il telecomando è essenziale e non troppo “premium” ma riporta tutti i comandi necessari a gestire il sistema comodamente dal proprio divano; abbiamo infatti volume, equalizzatore (solo preset), volume subwoofer e sorgente (HDMI, ottica, bluetooth). Al di là dell’estetica, che oltre ad essere soggettiva in questo caso è anche trascurabile considerato utilizzo e fascia di prezzo, è l’impossibilità totale di vedere i tasti al buio; non sono retroilluminati né fluorescenti. Passando al subwoofer ciò che se ne trae è una riduzione all’osso del superfluo: l’unica cosa presente è il cavo di alimentazione, unica connessione da effettuare in quanto parliamo di un’unità wireless. Nella sua parte frontale notiamo lo sbocco abbastanza grande del reflex che è abbinato ad un cono da 16cm interno alla struttura a parallelepipedo. Il frontale ha bordi smussati minima attenzione al dettaglio estetico. Le dimensioni sono molto compatte, il che, unito alla tecnologia wireless, lo rende facilmente posizionabile ovunque (185 x 303 x 337 mm). Passando al componente principale di questo set di casa Panasonic troviamo una barra molto compatta e dalle linee pulite, facilmente ed elegantemente integrabile in tutti gli ambienti grazie alle dimensioni ridotte. Ad indicarci eq, sorgente e presenza del surround vi sono vari led bianchi (ad esclusione del led blu del bluetooth), una scelta minimale ma non sempre di facile lettura. Se non conosciamo bene il prodotto infatti saremo costretti ad alzarci per leggere le scritte corrispondenti ad ogni led, per capire, ad esempio, che equalizzazione stiamo usando. Sul retro abbiamo l’ingresso per il cavo ottico, un HDMI (ARC) e il cavo di alimentazione. La parte superiore è invece corredata, in linea con i led, dei tasti fisici per gestire il sistema direttamente dal dispositivo. Anche in questo caso abbiamo angoli smussati per una maggiore resa estetica e delle misure veramente compatte (853 x 60,5 x 90 mm).

Suono

Ebbene mi ha sorpreso. Non sono un grande appassionato di cinema e TV (anche se da un po’ mi ci sono avvicinato) e in casa non ho mai guardato la televisione, a partire dalle serie animate fino a film di ultima generazione, in modo entusiasmante o estremamente coinvolgente in quanto ho sempre tenuto separato il mondo alta fedeltà dal mio vecchio TV. Partirò col dire cosa non mi è piaciuto: nulla. Non saltiamo però a conclusioni affrettate, non citando difetti particolari non intendo assolutamente affermare che le soundbar, questa in particolar modo, possano essere le sostitute di un buon impianto (multicanale magari) e che la HT488 sia perfetta, ma ciò che non mi aspettavo era una resa così fedele ad un comune cinema. Tutti ben sanno che anche nelle comuni sale di proiezione, pur essendo provviste di apparecchi multicanale, si ha una curva di equalizzazione abbastanza sbilanciata; l’ultima cosa che uno spettatore si aspetta è la linearità e si apprezza infatti una forte tendenza alle medie frequenze (a garantire un’ottima resa sulle voci parlate) e una buona presenza del basso, che deve essere veloce, impulsivo e potente nelle situazioni più critiche. Certo, non otterremo il volume e la resa spaziale che si ha in una sala cinema, ma il risultato è, nonostante i limiti fisici, decisamente appagante. Il sistema è venduto come 2.1 e nello scandire lo spazio si comporta ottimamente. Abbiamo infatti una scena resa in maniera ariosa e precisa, soprattutto attivando l’opzione surround, che pur non potendo fisicamente far rilevare suoni al di fuori della nostra percezione frontale, inganna l’orecchio con un’alterazione dei volumi tale da ampliare di molto la scena senza inficiare la precisione di questa. Il volume è sicuramente un altro punto a favore, pur non essendo esagerato rende quanto basta per un qualsiasi ambiente casalingo nella media ed anche a livelli più alti non abbiamo distorsioni percepibili. L’equalizzazione, come dicevo prima, è molto simile a quella delle sale di proiezione più comuni e pur selezionando i diversi eq non si notano particolari differenze. Sentiamo quindi delle voci chiare e calde, mai stridule o in secondo piano e dei bassi che si estendono linearmente fino circa ai 40Hz (valore notevole vista la provenienza) e che soprattutto sono inalterati pur posizionando il subwoofer in diversi luoghi, a patto di non ostruire il reflex. Per esempio, in sala era posizionato davanti, in camera dietro, ma in entrambi i casi non si aveva mai la percezione della provenienza del suono, com’è giusto che sia con le basse frequenze. Ci sono forse due sole cose criticabili a tutto il sistema (oltre alla non visibilità del telecomando al buio): non è fulmineo nell’accensione, impiega circa 5 secondi prima di suonare e i led di stato, per quanto eleganti ed economici, non ci danno un’idea ben precisa del volume che, se da una parte non è fondamentale in quanto per sentire abbiamo le orecchie e non gli occhi, farebbe comunque piacere avere un riferimento “grafico” come accade con il volume del subwoofer che ci viene indicato con l’accensione da 1 a 5 led per qualche istante (i led usati sono quelli degli equalizzatori). La variazione del volume generale è capibile grazie ad uno scorrere verso destra (+) o sinistra (-) degli stessi led eq. Nulla da dire riguardo al pairing bluetooth, rapido ed efficiente.

Conclusioni

Lo comprerei? Probabilmente si, ma tutto dipende da cosa si pretende durante la visione di un film o di un qualsiasi altro programma televisivo. Personalmente penso che in caso non ci fosse spazio, non ci fosse un budget sufficiente e si volesse strizzare l’occhio al design, per il prezzo a cui è offerto questo sistema (circa 160€) non si può chiedere di meglio in quanto suona bene, è robusto, è funzionale ed è esteticamente apprezzabile.

Telecomando, essenziale ma efficace
Fotografia di Samuele Frontini
Fotografia di Samuele Frontini
Dettaglio soundabr
Fotografia di Samuele Frontini
Led di stato
Fotografia di Samuele Frontini
Confronto con monitor 23"
Fotografia di Samuele Frontini
Retro
Fotografia di Samuele Frontini
Subwoofer con reflex anteriore
Fotografia di Samuele Frontini
Retro subwoofer
Fotografia di Samuele Frontini