Intervista a Daniele Biacchessi (autore del libro "Il Paese della vergogna")

Pubblicato il 29/10/2008

Argomento: Letteratura

Il Paese della vergogna è un bel libro scritto dal giornalista Daniele Biacchessi, che racconta fatti diversi e distanti nel tempo ma legati da un comune denominatore, quello della giustizia incompiuta.
Il libro, edito da Chiarelettere ed acquistabile a 9,50 Euro, racconta le stragi d'Italia dimenticate come quelle di Sant'Anna di Stazzema passando per Piazza Fontana, Portella della Ginestra ed altre, unendo alla cronaca precisa dei fatti accaduti anche una passione civile che è il tratto peculiare della scrittura di Biacchessi. .
Daniele Biacchessi, oltre che giornalista (è vicecaporedattore di Radio24-Il Sole24ore) e scrittore, è anche autore, regista ed interprete di teatro narrativo civile e proprio 'Il Paese della vergogna' sta già facendo il suo giro per l'Italia in compagnia di Marino e Sandro Severini dei Gang per denunciare in quale paese viviamo. .
Ecco di seguito l'intervista a Daniele Biacchessi.

Come e' nata l'idea di scrivere 'il paese della vergogna'?

"Il paese della vergogna" nasce sul palco. E' di fatto una raccolta di tutto ciò che ho scritto fino al 2007 di teatro civile. Il teatro diventa libro, poi torna nuovamente in teatro. E' la sintesi di centinaia e centinaia di spettacoli tenuti in questi anni in teatri, piazze, auditorium, strade, luoghi insoliti. Sono quadri sulla storia italiana contemporanea: Sant'Anna di Stazzema e Marzabotto, le stragi nascoste nel cosiddetto "Armadio della vergogna", le stragi in tempo di pace come Piazza Fontana, Brescia, Italicus, Questura di Milano, stazione di Bologna, le stragi di mafia come quella di Capaci dove perse la vita Giovanni Falcone.

In Italia da molto tempo sembra essersi perso di vista il giornalismo d'inchiesta, sei d'accordo? Se si', come te lo spieghi?

"Io ho 50 anni, appartengo a una generazione i cui maestri sono Corrado Staiano, Marco Nozza, Mauro Brutto, grande giornalista dell’Unità che lavorava in cronaca. Questi sono i grandi giornalisti degli anni ‘70. Tutti grandi giornalisti che hanno fatto le grandi inchieste in Italia. Io sono nato leggendo i loro libri, i loro articoli, assorbendo le tecniche di investigazione. I loro articoli facevano la differenza, perché loro si muovevano per cercare una verità, per cercare una giustizia. Ci sono verità che sono verità ufficiali, facilmente smontabili. Se giornalisti che si occupavano di Piazza Fontana avessero soltanto passato le carte di quello che veniva raccontato, il povero Valpreda, che era innocente, sarebbe rimasto in carcere a vita. Poi si è scoperto che le storie erano diverse, non erano stati gli anarchici. Quella pista era stata messa lì dall’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno. Bisogna cercare di trovare una verità sulle carte, sulle testimonianze, che è quello che non si fa, perché costa fatica. Un giornalista, oggi, per fare bene il suo mestiere dovrebbe riprendere le tecniche investigative di un tempo. Unire l’investigazione classica ad una grande capacità analitica. Il giornalista, non sostituendosi alla magistratura, accerta però una verità e scrive quello che vede, quello che sente, ascolta, va in giro, sente, intervista, consuma le suole delle scarpe.

Pensi che alla gente interessi ancora il giornalismo d'inchiesta?

"Si al lettore interessa il giornalismo d’inchiesta. La prova sta nelle vendite di libri di giornalisti o scrittori che si avventurano su questa strada. Io pubblico i miei libri con Chiarelettere, un giovane editore che ha sbaragliato il mercato con vendite impensabili fino a due o tre anni fa. Ci vuole dunque un editore che ci crede, che va a prendersi il pubblico. Non sono tutti assorbiti dalla sottocultura televisiva. E anche in tv come ti spieghi il successo di programmi come "Report" o "Blu notte"? Solo perchè lentamente si è creato un format, dunque anche l'interesse per i cosiddetti "misteri d'Italia".

Il sistema politico italiano influisce sulle opinioni di un giornale o c'e' ancora liberta' di stampa in Italia?

"In Italia non c'è mai stata libertà di stampa piena. Gli editori sono legati al sistema politico.

In Italia, e forse questa e' la chiave del libro, la verita' storica non segue mai la verita' giudiziaria: si arrivera' mai ad una uguaglianza tra queste due verita'?

"Non si arriverà mai, purtroppo. Dietro a tutte queste stragi c'è l'ombra lunga degli apparati dello Stato che hanno realizzato gravissimi depistaggi, sottratto documenti, fatto espatriare testimoni importanti, probabilmente fornito esplosivo agli stessi attentatori. ?
Lo Stato si assolve nelle aule dei tribunali, ma resta la verità storica. Ecco perchè oggi c'è bisogno di memoria, per non dimenticare.

So che il prossimo anno uscira' un tuo nuovo libro, di cosa trattera'?

"Laura è una giovane cronista, intraprendente che vuole sapere, capire. Viene inviata nel giorno in cui la Commissione d’inchiesta si chiude con quel finale imbarazzante. Entra nella bouvette, varca la soglia del palazzo del potere e un vecchio cronista le dice “guarda che tutte le volte che vogliono insabbiare qualcosa si inventano una commissione d’inchiesta”. È questo l’escamotage narrativo che ho utilizzato per "Passione reporter". Esce a gennaio 2009 per Chiarelettere. Del resto mancava un libro che raccontasse di quei giornalisti che sono stati uccisi per il prezzo della verità. È il prezzo che hanno pagato giornalisti come Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, Maria Grazia Cutuli, Raffaele Ciriello, Antonio Russo e Enzo Baldoni, per aver avuto il coraggio di raccontare. Per tutte queste morti non c’è stata una giustizia. Ad esempio, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin non sono stati uccisi perché andavano in vacanza per conto della Rai, come ha affermato l’allora presidente della Commissione di inchiesta, Carlo Taormina. Sono stati ammazzati perché avevano scoperto un traffico di sostanze tossico-nocive e di armi che passavano attraverso la cooperazione internazionale e arrivavano in Somalia su navi partite dai porti italiani. Traffici che contavano su coperture internazionali e anche di parti dello Stato italiano. Questa cosa l’avevano intercettata a Bosaso. La loro è stata una vera e propria esecuzione. Vengono uccisi a Mogadiscio, assassinati a distanza ravvicinata da un gruppo di killer che aspettano proprio loro, perché erano andati a Bosaso e avevano intercettato queste navi. Ilaria aveva fatto un’intervista al sultano di Bosaso, che nel libro io riporto integralmente. E proprio dall’intervista si capisce che lei aveva intercettato qualcosa, aveva capito quali erano i traffici che passavano dal nostro paese, in particolare dal porto di La Spezia.

Sei un grande appassionato di musica e suoni anche qualche strumento, quali generi preferisci ascoltare?

"A casa ho 10 mila dischi in vinile, 6 mila cd e una quantità enorme di nastri a cassette e bobine di live. Ho ascoltato e ascolto tutt'oggi tutta la buona musica: blues, jazz, fusion, rock psichedelico, rock blues.

Hai scelto i Gang per rappresentare al meglio questo spettacolo teatrale, come mai proprio loro?

"Marino Severini lo conosco da molti anni. Avevo già scritto con Raja Marazzini e Stefano Paiusco lo spettacolo su "Fausto e Iaio", messo in scena nel 2003 in numerose date italiane. Dovevamo incrociarci sul palco, le mie parole finiscono dove iniziano quelle di Marino, e viceversa.
Siamo complementari per idee e per assonanze musicali.

I Gang hanno dedicato una canzone a Fausto e Iaio, protagonisti in un capitolo del libro, pensi che la musica possa cambiare il mondo o almeno cercare di migliorarlo?

"La musica può scuotere le coscienze, può farti aiutare a capire ciò che ti circonda, ma non può fare di più. E' uno strumento con cui fare memoria.

Quali sono i tuoi 5 dischi essenziali da portare in un'isola deserta?

""In the court of the Crimson King" dei King Crimson, "Electric Ladyland" di Jimi Hendrix, "Selling England by the pound" dei Genesis, "London Calling" dei Clash, "Reggatta de Blanc" dei Police.

Un grazie sentito ed affettuoso a Daniele per aver risposto alle mie domande e in bocca al lupo per i suoi progetti futuri.

Per info e contatti:
http://www.retedigreen.com
http://www.myspace.com/biacchessi
http://biacchessi.splinder.com