Paolo Pallante

Da piccolo giocavo a bocce

Recensione
Pubblicato il 22/04/2008 - Ultimo aggiornamento: 04/08/2008

Disco d'esordio per il cantautore Paolo Pallante. Malgrado si tratti della prima esperienza, Pallante può contare su uno stuolo davvero imponente di musicisti, ed un ottimo studio di registrazione. Se volete mettere a fuoco mentalmente lo stile, dimenticatevi gli esordi musicalmente scarni dei cantautori anni '70 e zoomate su personaggi come Capossela. Ci troviamo davanti ad una musica "raffinata" in bilico tra canzone d'autore, jazz, cabaret.

Trattandosi di un'opera prima, l'autore non riesce ancora a creare un suo stile originale, ma ricorda qua e là artisti vari, in particolare il già citato Capossela e Fossati; più in lontananza alcuni richiami poetici di De Gregori.

I brani però sono tutti ben costruiti e dopo qualche ascolto si imprimono nella memoria. Apprezzabile e foriera di nuovi possibili sviluppi la vena ironica di Pallante, che stempera un po' lo stile cantautorale, risultando in questo modo più scorrevole.

Paolo Pallante - Da piccolo giocavo a bocce

Paolo Pallante

Da piccolo giocavo a bocce

Cd, 2008,
Genere: Cantautorale , Jazz , Jazz

Brani:

  • 1) Ciammaruchigli
  • 2) Il Tofu di Zezza
  • 3) La sposa ha detto si
  • 4) Mai nessuno
  • 5) Ora sono felice
  • 6) Treno che passi
  • 7) Sotto la sabbia
  • 8) Terzo piano
  • 9) Perfino un'idea
  • 10) Come un'onda
  • 11) Alle vogel sind shon da
  • 12) Il giorno che muoio

Note

Suonato e inciso in presa diretta questo disco intende restituire all’ascoltatore il gruppo così come si esprime dal vivo, senza limitare l’espressività dei musicisti che hanno prestato il loro talento alla realizzazione di questo progetto.
Oltre alla formazione stabile costituita da Paolo Pallante alla chitarra e alla voce, EricDaniel al sax (Zucchero, Alex Britti, Andrea Bocelli, Joe Cocker, George Benson, Astrud Gilberto, Paul Young, Manhattan Transfer, Gil Evans…), Carlos Sarmiento al pianoforte (Manantiales, Roberto Evangelisti, Rubèn Chaviano, David Hoffman, Tony Esposito, Eugenio Bennato, Teresa De Sio, Tony Cerqua, Jenny B, Marco Tamburini, Javier Girotto, Alfonso Deidda, Marco Siniscalco…), Toni Armetta al contrabbasso e basso freetless (Scott Henderson, Rodolfo Maltese, Irio de Paula, Rocco Zifarelli, Randy Brecker, “famiglia” Corvini, Fabrizio Fratepietro, Oraçio "er negro" Hernandez, Ettore Fioravanti, Fabrizio Sferra, Andrea Bocelli, Francesco di Giacomo, Mia Martini, Ami Stewart, Vincent Toma, Banco del Mutuo Soccorso, Mauro Pagani, Antonello Salis, Giovanni Imparato, Michele Rabbia…), Francesco De Rubeis alla batteria (Indaco, Carlo Mezzanotte, Arnaldo Vacca, Rodolfo Maltese, Massimo Carrano, Karl Potter, Mauro Pagani, Francesco Di Giacomo, Nando Citarella, Michele De Vito) e Raul Scebba alle percussioni (Gary Burton, Carlos Aldama, Alejandro Carvajal, Angel Chang, Horacio Hernandez, Calixto Oviedo, Daniel Diaz, Michele Ascolese, Javier Girotto, Giovanni Imparato, Nando Citarella, Natalio Mangalavite, Marco Siniscalco, Tamburi del Vesuvio, Ondabuena Hotel, Natalio Mangalavite Trio, suona stabilmente nell’ Orchestra di Piazza Vittorio...), troviamo importanti collaborazioni:
Antonello Salis alla fisarmonica e Antonio Marangolo che oltre ad aver suonato il sax su “Treno che passi”, ha anche arrangiato il brano stesso e scritto e diretto l’orchestra su “Perfino un’idea” e su “La sposa ha detto si”.
Mike Applebaum alla tromba e flicorno e Massimo Pirone al trombone e alla tuba completano l’ensamble.

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