Amor Fou
100 giorni da oggi
Era tanto tempo che non sentivo tante belle canzoni tutte insieme. Una sequenza da lasciare senza fiato in cui è difficile indicare quale pezzo sia il migliore. Una tracking list tra l’altro non proprio al risparmio con ben tredici pezzi, ma tutti per qualche ragione, necessari. Un flusso continuo che si modella come un’idea di un mastro vetraio di Murano, passaggio dopo passaggio fino a restituirne la forma insita nel suo atto creativo. Ci sta un po’ di tutto qui dentro:
dai Tiromancino a riverberi new wave, passando per i Cure e i Depeche Mode di Speak and Spell sino al cantautorato italiano più sarcastico alla Battiato degli esordi o a quello altrettanto neo-wave, ma vintage dei Baustelle. Testi mai banali , volutamente abbozzati con eleganza e sopraffina maestria in un collage d’immagini anche di denuncia, ma sempre con il fioretto in mano. Addirittura questa sensazione, di voluta incompiutezza, solletica la fantasia riportando alla mente un menestrello per eccellenza come Max Gazze’.
I 400 colpi con la sua innata leggerezza e frizzante freschezza ci parla con linguaggio ermetico di intimità, sentimenti e rapporti intimi. I Bluvertigo fanno capolino in Goodbye Lenin a metà tra new wave italiana e un pop intellettuale d’autore. Il brano infatti si rifà a parole ai riferimenti storico- culturali tipici della nuova schiera di dandy decadenti nostrani e d’oltre confine: epigoni orfani del mondo. La cosa si ripete con La primavera araba un chiaro riferimento ai fermenti, alle piazze, alle azioni , ai mezzi di comunicazione di massa che hanno caratterizzato gli ultimi anni in Africa e Medio Oriente.
Si ha così la netta sensazione di essere trasportati sul filo della ragione da colui che vede e sente mondi arcani ed invisibili sotto a cui si nascondono però frammenti di vita vera e la crisi sociale. E in tal modo il Dio perduto rivive negli occhi degli altri e del passato come una memoria collettiva che accende ricordi ormai sopiti. Versi liberi apparentemente privi dell’interferenza della ragione come in Gli zombie nel video di Thriller e in Alì . Pura atmosfera musicale che porta l'eco di odori e sensazioni andate, ma riemerse sottoforma di aneliti. In breve simboli di un passato più o meno recente utilizzati in modo stravagante per dare libera interpretazione alla realtà. Anche la musica infine è mezzo anziché fine; evocazione e suggestione anziché puro citazionismo.
Un accento particolare su Padre davvero e Forse Italia due bellissimi testi su temi che vanno dal sacro al profano anzi dalla coscienza alla realtà più meschina e malata. Il tutto sempre con la musica in prima linea con quel tocco di demodé a impreziosire il tutto, prima di incartarsi, a suggerire prima di annoiare.
Un album che si allunga come le giornate di solstizio, che sembran non tramontare mai, come la voglia di stare insieme a prendere il fresco serale. Quella sensazione che si ha quando la luce diventa fioca e si è ancora in giro ad ascoltare involontariamente il frinire delle cicale prima e dei grilli dopo. Un piacere lungo come una carezza durante le lunghe notti d’estate. Troppo alla moda? Forse … I loro detrattori invece … sicuramente. W i paraculi!
Amor Fou
100 giorni da oggi
Genere: Electro-pop , Neo-wave , Neo-wave
Brani:
- 1) Gli zombie nel video di Thriller
- 2) Alì
- 3) Goodbye Lenin
- 4) Vero
- 5) Una vita violenta
- 6) I 400 colpi
- 7) La primavera araba
- 8) Padre davvero
- 9) Le guerre umanitarie
- 10) I volantini di Scientology
- 11) Forse Italia
- 12) “Radiante”
- 13) Tigri (The Song)