TEAC AI503: una piccola bella sorpresa
Pubblicato il 13/01/2018
Argomento:
Riproduzione audio hi-fi
Sono passati due anni e mezzo da quando ho recensito il TEAC AI501 DA e due da quando ho recensito il TEAC UD503, che allora faceva il suo ingresso nel mercato italiano.
Oggi ho la possibilità di recensire un prodotto che è l'evoluzione di entrambi: l'AI503 è infatti un prodotto all in one come il vecchio AI501 DA, ma è anche uno stretto parente del loro DAC di punta.
IMPIANTO
Cavi: autocostruiti
Ciabatta: Ladysound Multipresa 6
Diffusori: Audio Nirvana Classic 15 ferrite in cabinet 13.6 modificato, Marlene, LMH 0.1, Tannoy Legacy Eaton.
Cuffie: Shure SRH1840, Sennheiser HD599
Amplificatori: ANAVIEW AMS 0100_2300, doppio TA2022, amplificatore autocostruito in classe AB, IcePower 50ASX2.
Sorgente per musica liquida: PC assemblato dotato di lettore Foobar 2000.
DESCRIZIONE
Esteticamente parlando il TEAC AI503 si presenta come tutti i prodotti della gamma e riporta alla mente i prodotti professional da rack, anche se il design è elegante e virante al vintage, come ci ha abiutuato TEAC negli ultimi anni.
Frontalmente, partendo da sinistra, trovano posto: la levetta per l'accensione, anch'essa da anni dotata di un certo gusto retrò che personalmente preferisco al classico pulsante, un ingresso a jack 3.5” condiviso sia per una line in, sia per un ingresso ottico secondari; un'uscita sempre jack 3,5” per le cuffie, al cui fianco trova posto un pulsante per variare il Gain; la manopola per selezionare gli ingressi (line in primaria, ottico primario, line in ed ottico secondari, USB, coassiale, Bluetooth); il sensore per il controllo remoto; i V-meteer e la manopola del volume.
Posteriormente trovano posto, sempre da sinistra, antenna Bluetooth, USB Type B, coassiale, ottico primario, linea in ingresso principale, linea d'uscita preamplificata, morsetti per diffusori (rodiati) e connettore IEC.
In pratica se lo osserviamo esternamente capiamo che è il sostituto dell'AI501, il design è quello ed è un pelo più moderno. Soltanto scoperchiandolo si può comprendere come esso sia un prodotto che ha molti più legami con l'UD501, piuttosto che col vecchio all in one di TEAC.
Diamo così un occhio all'interno!
In primis notiamo come le sezioni siano due: una dedicata all'amplificazione, gestita in toto da un amplificatore IcePower 50ASX2 in classe D; l'altra dedicata alla conversione e preamplificazione del segnale. Questa seconda parte è in pratica un UD503 in miniatura: sono state usate soltanto componenti SMD di piccole dimensioni, sono stati tolti due FET in posizione di buffer, ma il design circuitale è identico. Doppio Asahi Kasei VERITA AK4490; doppi circuiti I/V; doppi controller per il volume, che pur sfruttando dei chip digitali, permane nel dominio dell'analogico ed ovviamente doppio Buffer, il tutto per una configurazione non solo Bilanciata, ma anche Dual Mono. La linea in ingresso principale è trattata da un filtro del secondo ordine, come sull'UD503. L’interfaccia USB è invece curata da un chip TI il TMS320C6748 un chip altamente tecnologico gestito per gestire al meglio i segnali audio digitali permettendo anche i calcoli in floating point; in pratica la stessa dell'UD503. Il resto del comparto digitale è invece stato compattato anche per far posto alla connessione Bluetooth, ma anche in questo caso la tecnologia è la stessa del top di gamma.
L'alimentazione ha invece subito i cambiamenti più profondi, il filtro EMI non è implementato da TEAC, ma da TDK ed è di quelli integrati nella presa IEC e soprattutto l'alimentazione non segue più il design dual mono, bensì è unica.
Tuttavia il lato più interessante del prodotto è che tutto ciò sta all'interno di uno scatolotto di 29x26x8 cm; in pratica se non si considerano manopole e connettori è la dimensione di un foglio A4.
Tuttavia l'AI503 non è solo hardware, infatti questo serve per interpretare una miriade di segnali che scorrono all'interno, vediamo cosa va a fare a livello pratico.
Infine diamo una velocissima descrizione di cosa questo DAC può fare a livello di software: legge PCM fino a 32bit e 384kHz e DSD fino a 11.2 Mhz (altrimenti noto come DSD 512); permette di scegliere fino a 5 filtri in PCM e 2 filtri in DSD per personalizzare il suono ed avvicinarlo ai gusti di un qualsiasi ascoltatore. Non è invece possibile impostare alcuna tipologia di sovracampionamento del segnale digitale in ingresso.
Per concludere permettetemi dei commenti del tutto personali. In primis ritengo che lo sforzo per far stare tutto questo ben di dio nello spazio di un foglio A4 sia encomiabile, non tutti hanno la possibilità di approntare un impianto in grandi spazi e TEAC ha trovato il modo per portare le sue tecnologie top di gamma in una fascia di spazio molto ristretta. In secundis ho una critica da muovere, questa è inerente all'impossibilità di compiere l'upsampling, ma alla fin fine non è una prescrizione medica e di questo ve ne rendo pienamente ragione, ma sarebbe stata la ciliegina sulla torta. In terzis mi preme sottolineare come l'unica sezione comune del prodotto è quella che agisce sia come preamplificatore sia come amplificatore per cuffia: ogni sezione ha un suo design ed una sua funzione; in questo modo l'AI503 è un prodotto tecnicamente solido e che nasconde al suo interno più qualità di quanta ne lasci intuire. In quartis mi piace sottolineare il prezzo pari a soli 999€ , per tutto quello che può fare l'AI503 è un prezzo molto aggressivo sul mercato e, a mio puro avviso, permettte a TEAC di proporre una soluzione estremamente competitiva nel mondo degli amplificatori integrati, che sono tutti abbastanza carenti sia sotto il profilo digitale, siae sotto il profilo cuffie, tuttavia continuando la recensione capirete meglio quest'ultima affermazione, che viene fatta ora, ma al netto di ascolti e tests.
ASCOLTO
Semplicemente incredibile. Con due parole ho finito di dire tutto quello che mi viene in testa pensando al suono del TEAC AI503. C'è tutto quello che serve dalla dinamica al dettaglio, dalla naturalezza e correttezza timbrica alla trasparenza ed una riproduzione spaziale corretta ed ampia. Un prodotto estremamente musicale che rispetta ogni banda acustica senza far si che una predomini sull'altra. In una parola entusiasmante!
Con le cuffie riesce ad esprimere al meglio le tecnologie in esso implementate; coi diffusori l'uso della tecnologia IcePower si sente e dona un tocco di maggiore rotondità e corposità del basso. Confronto al fratello maggiore (il TEAC UD503) perde poco, ma la musicalità e sincerità del messaggio c'è tutta. Non mi si fraintenda l'UD503 è migliore: batte sotto tutti i profili sonici l'AI503, presenta anche una connettività più matura etc; ma non si può pensare che tutti oltre al DAC si forniscano anche di finale o addirittura finali monofonici... insomma credo che l'AI503 sia un prodotto non solo ben studiato, ma anche seriamente proposto in una fascia di prezzo dove gli auguro di vendere tantissimo.
Passiamo agli album, non mi piacciono i panegirici quando c'è tutto, c'è tutto punto e basta.
Something to Remember è una registrazione di Fonè, eseguita in uno dei tanti concerti Jazz in giro per il mondo. Si tratta di un terzetto: Castelli, Coscia, Sellani; alias voce, fisarmonica e pianoforte. La naturalezza è estrema e sembra di avere gli strumenti a portata di mano, o di orecchie, il tutto senza muoversi dal divano di casa propria. La vivezza e coerenza della registrazione è tale che ci si dimentica dei piccoli difetti dell'AI503 e ci si concentra solo su ciò per cui è nato.
Quartetto d'Archi Della Scala. Dal “Rigoletto” di G.Verdi riduzione per quartetto d'archi. Altra registrazione di Fonè che permette di focalizzarsi sulla timbrica non facile di un quartetto d'archi, anche in questo caso il trasporto è eccellente e la coerenza timbrica e posizionale è di un livello pienamente hi-fi.
Haydn The Creation. Gabrieli consort & players Paul Mccreesh un tripudio di dinamica e microdinamica, di piani sonori, e dettagli che si intrecciano in forti emozioni. Incredibile, avrei pensato che una grande orchestra avrebbe per lo meno messo in difficoltà questo piccolino, ma nulla lui continuava a suonare in modo stupefacente con una velocità e sicurezza tipica soltanto di un prodotto ottimamente congegnato che bada alla concretezza della Musica.
Permettetemi ora di passare a qualcosa che può interessare anche maggiormente i giovani: un album Metal Glory to the Brave degli Hammerfall. L'album è a mio avviso significativo per far capire un poco cosa possa esserci nella testa di un metallaro che ascolta Epic Metal. Spesso sento dire “Anch'io ascolto Metal!” un po' come se fosse un genere come tanti altri, il fatto è che dietro ad un genere c'è una mentalità, un modo di vedere il mondo... quando parliamo di questo genere di Metal dobbiamo comprendere che chi lo ascolta sarà probabilmente un patito di giochi di ruolo, e che possa addirittura riuscire a catalogare ogni persona sotto i profili di personalità di Might and Magic. Insomma nulla a che fare col perverso satanico (ovviamente catalogato dall'Epic quale “Legale Malvagio”). Insomma è un genere vario che non sempre necessita di bassi caotici e sovrastanti, capace anche di parecchi dettagli ed i più esperti riconoscono grazie a poche note non tanto il brano, quanto chi sta suonando e che cosa sta suonando. Insomma tornando a Glory to the Brave le sonorità devono essere chiare e precise, veloci e lucenti: insomma la perfetta incarnazione musicale della mentalità del “Legale Buono” che si vede impegnato in mille battaglie affinchè la Luce prevalga.
Poi intendiamoci, i dettagli sono di più la timbrica potrebbe essere più profonda e naturale, i piani sonori sono maggiori e la spazialità è maggiore di tutto quello che ha proposto l'AI503, anche semplicemente pensando al TEAC UD503 i livelli che si possono raggiungere sono molto maggiori. Tuttavia il lato Bello (volutamente maiuscolo) dell'AI503 è che per il costo a cui è proposto è qualcosa che supera notevolmente qualsiasi aspettativa dettata ad oggi dall'entry level.
TEST
Come al solito ho la possibilità di testare solo segnali deboli; ho così testato la sezione DAC, preamplificatore ed amplificatore per cuffie.
Quello che si evince dai dati è che gli ingegneri TEAC hanno avuto ragione nella scelta circa la miniaturizzazione dell'UD503. Ne è fuoriuscito un apparecchio che sul banco ha la stessa risposta in frequenza, anche se ovviamente il DAC top di gamma è in vantaggio dal punto di vista sonoro, ma questi sono dettagli che né un microfono né un ingresso di linea posso captare.
Diamo invece uno sguardo ai valori elettroacustici.
Sull'uscita cuffie si raggiungono in sbilanciato 8V e 185mA sul Gain inferiore, mentre si raggiungono 9V e 198mA sul Gain maggiore (ricordo che in bilanciato basta moltiplicare per 2 questi fattori, mi manca il connettore adatto per compere dei test più dettagliati, data l'uscita minijack a 4 poli, uscita che di norma uso solo in sbilanciato, motivo per cui del connettore idoneo me ne faccio poco o nulla).
L'uscita preamplificata invece raggiunge 5V e 23mA.
L'uscita per i diffusori invece raggiunge il valore massimo di 19V e circa 8A
Ovviamente tutti i parametri sono i valori di picco, ma mi permetto di sottolineare come questi valori siano estremamente competitivi sotto il profilo tecnico e rendono l'AI503 un prodotto che trascende il classico amplificatore integrato e lo trasformano in un potentissimo sistema tuttofare dotato di un DAC di ultima generazione estremamente performante, di una preamplificazione di ottimo livello e di un'amplificazione per cuffie che può permettersi di spingere senza colpo ferire anche cuffie discretamente importanti.
CONCLUSIONI
Precedente mento ho definito il TEAC AI503 come “entusiasmante”. È entusiasmante perché per la prima volta non ho critiche particolari (escludendo la finesse dell'upsampling) verso un prodotto di questa fascia che pretende di fare tutto. Perchè finalmente ho trovato un prodotto di una fascia che praticamente chiunque può acquistare senza preoccuparsi eccessivamente dello spettro della fine del mese. Soprattutto ho ascoltato un qualcosa che unisce l'hi-fi con quello che vogliono molti giovani anche della mia età: un prodotto che possa fare tutto ad un livello più che buono; che occupi poco spazio in casa; che fornisca un qualcosa che sia differente dalle soluzioni solitamente presenti sul mercato presentandosi all'avanguardia e veramente derivato da modelli hi-end; che costi in modo proporzionale ai nostri stipendi e che soprattutto ci permetta di ascoltare la nostra adorata Musica, assolvendo alla funzione di centro focale dell'impianto che dà la possibilità di provare numerose cuffie e diffusori, senza preoccuparsi in modo eccessivo delle elettroniche. Non solo, ma il fatto di scartare una connessione Ethernet in favore degli ingressi analogici ci permette anche di riscoprire il sound di quel disco nero chiamato vinile.
Insomma fino a ieri non credevo esistessero dei giant killer, sicuramente non lo è nemmeno il TEAC AI503. Tuttavia sono sicuro che se oggi volessimo far parlare di hi-fi i giovani dovremmo avere più prodotti come questo sul mercato.