SENNHEISER HDV820: IL TUTTOFARE

Pubblicato il 21/04/2019

Argomento: Riproduzione audio hi-fi

Sennheiser, come ho già scritto in altri articoli, in questo settantesimo compleanno si sta dando da fare al fine di rinnovare gran parte delle sue proposte.

Ha introdotto l'erede dell'Orpheus, ha lanciato le nuove HD820, ha rinnovato le HD800 proponendo il modello S, ha ridefinito le cuffie di fascia media HD5xx, ha rinnovato anche le HD4xx, ha ridefinito le cuffie gaming ed ha ridisegnato il gaming in cuffia tramite le schede audio della serie GSX. Non poteva mancare perciò qualcosa che ridefinisse anche le sue elettroniche di alta qualità.

 

DESCRIZIONE

L'HDV820 si propone come elettronica assai leggera, maneggevole e ristretta; infatti: pesa appena 2,4Kg ed occupa lo spazio di un foglio A4; non solo, ma ha un'altezza di poco inferiore ai 5 centimetri e mezzo (piedini inclusi). Insomma è un'elettronica dalle dimensioni estremamente ridotte e capace di prendere posto in qualsiasi spazio.

Peccato la presenza della sola colorazione nera, che, pur essendo dotata della tipica eleganza di questo colore, è particolarmente adatta a sporcarsi. Tuttavia è un problema dalla facile soluzione: Sennheiser ha inserito un apposito panno per la sua pulizia.

Frontalmente l'HDV820 si presenta come il puro successore dell'HDVD800: da sinistra a destra troviamo l'uscita cuffie sbilanciata (Jack 6,3” o XLR a tre pin); uscita cuffie bilanciata con connettore XLR a quattro pin; due uscite cuffie bilanciate con connettore Jack 4,4” a 5 anelli; selettore di ingresso; pesante manopola per il controllo del volume.

Posteriormente, sempre da sinistra a destra, troviamo gli ingressi analogici bilanciati e sbilanciati (per questi ingressi è possibile regolarne il gain tramite potenziometro), gli ingressi digitali (USB, coassiale, ottico); uscite bilanciate (preamplificate) e presa IEC per il collegamento alla rete. Rispetto al precessore perde il collegamento digitale AES/EBU, ma è un protocollo usato negli studi, si trova anche su alcuni prodotti dedicati al settore domestico, ma per fare spazio ai miglioramenti, qualcosa doveva essere accantonato.

In pratica anche da sola questa descrizione esterna avete già ben compreso la motivazione, che mi ha spinto a definire l'HDV820 quale tuttofare.

Aprendolo notiamo da subito come l'amplificatore sia di tipo switching e quanta cura sia stata dedicata alla sua schermatura: sono infatti stati posti degli schermi a protezione della sezione analogica. La sezione digitale, assieme a quella di conversione da digitale ad analogico, invece è inaccessibile grazie ad una totale schermatura. Sennheiser parla di un generico SABRE32 come DAC, sappiamo che è fornito da ESS Technologies e che è uno dei nuovi SABRE PRO; risoluzione 32bit e 384kHz in PCM e 12.3MHz in DSD (o DSD256). Spostare la sezione digitale in un apposito PCB ha permesso di andare a migliorare la sezione analogica, che tuttavia deriva la sua ideazione dal precedente HDVD800.

Nonostante l'indubbia qualità, non posso soprassedere su due difetti a mio avviso importanti, dato che il gingillo costa 2400€.

Il primo può sembrare quasi una presa in giro, alcuni di vuoi diranno che tanto la differenza tra cavi di alimentazione non si sente... facciamo così voi saltate questo paragrafo e lasciatelo a chi invece le differenze tra cavi le sente, oppure no, ma esercita il sacrosanto diritto di spendere come vuole i propri soldi. Il problema in questione è che se andrete ad usare l'HDV820 come preamplificatore, non potrete usare la spina IEC di alta qualità che volete, ma solo quelle che mantengono le stesse dimensioni massime delle spine che troviamo nei cavi in bundle. In pratica per alloggiare senza sforzare alcun pin la vaschetta IEC dovrebbe essere distante quel mezzo centimetro in più.

Il secondo è invece più notabile, ma ancora una volta le grandi firme delle recensioni hi-fi devono aver deciso che l'onore di questa critica spettasse a me. Manca il controllo remoto... va bene che in questo modo si elimina il circuito del motore del potenziometro, ma non credo fosse impossibile inserire un circuito di controllo del volume, operante nel campo dell'analogico, ma che sfruttasse le attuali tecnologie digitali. In pratica dovrete alzarvi ogni volta... lo si faceva anche anni fa, ma è da considerare per quello che è: una scomodità.

 

ASCOLTO

Al di là di tutto ciò l'HDV820 suona divinamente anche col solo cavo in bundle ed anche se ci si deve alzare per regolare il volume. Dopo le critiche era anche giusto scriverlo, perchè un buon prodotto suona bene anche col cavo fornito dal produttore.

La presenza del DAC di ESS Technologies si fa subito sentire: il suono è nitido, pulito e preciso, forse anche con un leggero eccesso di nero infrastrumentale. La dinamica è ottima, il dettaglio è preciso e presente, ma è proposto in modo amalgamato con tutto il resto, perciò non si farà notare in modo estenuante ed opprimente.

La gamma bassa è propria di quella dei migliori DAC, e qui il SABRE fa sicuramente una parte del lavoro dato che è solo con questi chip che sono riuscito a sentire una simile solidità in basso. La gamma media è quella che invece soffre maggiormente di quel leggero eccesso di nero infrastrumentale: molto bella e naturale, ma forse un filo eccessivamente direzionale. La gamma alta è precisa e piacevole, ma incomincia a mancare di ariosità, che declina ulteriormente in gamma ultra-alta.

La stabilità del suono è eccezionale: come suona in cuffia, così suona coi diffusori, il circuito è d'altronde lo stesso, ma le caratteristiche risultano del tutto invariate.

 

TESTS

Ed eccoci ad una parte a me cara: i test. Non che siano fondamentali, ma aiutano a comprendere a fondo le parole prima scritte.

Bando alle ciance ritengo sia inutile comprare l'HDV820 solo per il suo amplificatore (anche se onestamente è la situazione che ho preferito dato che l'ampli è lineare con deviazioni inferiori al decimo di decibel) perciò lo analizzeremo nel suo complesso.

L'amplificazione è lineare, ma il DAC, come da immagine, non lo è. Quella sfumatura (abbastanza tipica nei DAC Sabre, il che li rende “piacevoli fino ad un certo punto” al sottoscritto) di minore ariosità in gamma alta (che non si traduce con mancanza) è per lo più data dal fatto che 20kHz otteniamo infatti circa 1db di decadimento... il che comporta che il decadimento inizi prima, cosa ben evidenziabile dall'immagine.

Per il resto le misure di impulso, rumorosità e THD% sono da hi-end.

Per quanto riguarda invece le misure elettroacustiche possiamo notare che l'amplificazione per cuffie eroghi fino a 500mA e 23,5V in bilanciato, il che lo rende un ottimo partner per tutte le cuffie. I parametri in sbilanciato sono praticamente dimezzati, il che lo rende un ottimo amplificatore anche quando non siamo in possesso di una cuffia con connessione bilanciata, o a cui magari tale connessione non serve.

Come preamplificatore raggiunge un differenziale di 10,7V il che lo rende affiancabile a qualsiasi finale.

 

CONCLUSIONI

Il Sennheiser HDV820 è uno dei migliori DAC, preamplificatori ed amplificatori per cuffia sul mercato. Circuiteria interamente bilanciata e differenze soniche tali per cui solo il gusto personale può fare una scelta. A parte i difetti di cui prima abbiamo ampiamente discusso, non c'è null'altro da rilevare oltre il suono da vero prodotto top.

 

 

IMPIANTO USATO

Giradischi: TEAC TN570.

DAC e preamplificatore: Sennheiser HDV820

Cavi: autocostruiti.

Base antivibrazioni: autocostruita.

Multipresa: Ladysound Multipresa 6.

Cuffie: Sennheiser HD820,

Shure SRH1820.

Amplificatore: Anaview AMS 0100-2300,

Connex Electronics CxD250-HP.

Diffusori: Audio Nirvana Classic Ferrite 15 in cabinet 13.6 modificato,

Maurilio Sound Marlene,

Maurilio Sound Minas Rill.

Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli