Dopo che Alberto recensì il Pathos INPOL Remix MKII su Fedeltà del Suono n°259 ammetto che mi era venuta voglia di provare un loro prodotto. Andrea, il nostro direttore, mi ha semplicemente prevenuto e mi ha proposto di ascoltare il Pathos INPOL EAR, io gli avevo solo detto che quest'anno avrei voluto provare anche qualcosa di valvolare con l'obiettivo di far capire un poco i costi di un buon prodotto che monta i nostri cari tubi a vuoto. Il fatto che uno dei migliori prodotti della categoria sia Italiano, non può far altro che riempirci di orgoglio nazionale (bene che troppo spesso manca in Italia).
IMPIANTO
Cavi: autocostruiti
Ciabatta: Ladysound Multipresa 6
Diffusori: Audio Nirvana Classic 15 ferrite in cabinet 13.6 modificato, Marlene, LMH 0.1, Tannoy Legacy Eaton.
Cuffie: Shure SRH1840
Amplificatori: ANAVIEW AMS 0100_2300, doppio TA2022, amplificatore autocostruito in classe AB, Icepower 50ASX2.
DAC: TEAC UD503
Lettore CD e DAC: Métronome Le Player 2S
Sorgente per musica liquida: PC assemblato dotato di lettore Foobar 2000.
DESCRIZIONE
L'INPOL EAR è basato sul brevetto INPOL depositato da Pathos. Questa tecnologia vede ibridare valvole e transistor nel tentativo di creare elettroniche non controreazionate, che non presentino i tipici difetti di questa tipologia di prodotti. In pratica Pathos usa le valvole per lo stadio di guadagno in tensione, mentre usa i FET NPN per lo stadio di guadagno in corrente, comunemente chiamato anche buffer. Tuttavia il transistor serve a pilotare un induttore, che ha la funzione di fungere da riserva di energia. Col suo brevetto Pathos mantiene la polarizzazione in classe A, portando il rendimento dal 25% al 50%.
Tuttavia vediamo come tutto ciò è implementato sull'INPOL EAR.
In primis mi piace sottolineare che è un prodotto che ha il doppio ruolo di amplificatore per cuffie e di preamplificatore; in aggiunta si può inserire l'EVO DAC, ma nel sample inviatoci non era presente.
Il frontale si presenta semplice e lineare, un piccolo schermo per monitorare il volume, i pulsante d'accensione e di switching tra gli ingressi, un ingresso USB type A e le uscite per cuffie, di cui una sbilanciata e due bilanciate.
Posteriormente invece v'è un tripudio di connessioni: tra cui spiccano un ingresso bilanciato, quattro ingressi sbilanciati e gli ingressi digitali per il DAC. Ovviamente sono presenti anche un'uscita bilanciata ed un'uscita sbilanciata.
Internamente la circuiteria è interamente bilanciata, non ci si lasci ingannare dalla presenza di due sole valvole, esse sono infatti due Electro Harmonix12AX7 che possono gestire due segnali. Il volume è controllato tramite due controller digitali (PGA 2310 di Burr Brown) settati per far compiere una variazione di 0.5 db a step per un totale di 180 passi.
Tuttavia vorrei sottolineare in questa sezione alcuni dubbi che stonano se bilanciati alla bontà sonica del prodotto. In primis ho trovato gli XLR di una tipologia costruttiva scadente, duri e problematici nell'estrazione dei connettori. In secundis ho trovato sia i pulsanti posti sull'INPOL EAR sia quelli posti sul controllo remoto particolarmente ballerini. In terzis una nota sul controllo remoto, considerato totalmente antiestetico e poco pratico (a causa dell'assenza di indicazioni, se non sul manuale) non solo da mia moglie, ma anche dal sottoscritto.
ASCOLTO
L'ascolto è quella parte che molti dicono essere soltanto un'opinione, dettata da gusti ed orecchie. Certamente se dovessi scegliere qualcosa per me questi fattori sarebbero messi al primo posto, ma alla fin fine non è dei miei gusti che devo parlare; non sono qui per dar sfogo ad un ipotetico autocentrismo (di cui già l'on-line ed il mondo audiofilo è traboccante), bensì per raccontare un po' come questo prodotto suona. Insomma lasciamo da parte il fatto che questo prodotto mi è notevolmente piaciuto sia in quanto amplificatore per cuffia, sia in quanto preamplificatore e vediamo di raccontare come esso suona cercando di dire in modo tale che le stesse sensazioni siano provabili da tutti, indipendentemente dalla musica ascoltata.
In primis ricordo che non potrò in alcun modo parlarvi del DAC, che per 800€ è montabile sul Pathos INPOL EAR, dato che questo non era presente sul modello inviatomi: “Scire non datur”.
Onestamente mi è assai difficile parlare separatamente dell'amplificatore per cuffia e del preamplificatore dato le caratteristiche di base nell'ascolto sono le stesse.
La dinamica che presenta all'ascolto è assai divertente e coinvolgente essendo assai ampia, tuttavia non viene dimenticata la microdinamica e la scena risulta così ben particolareggiata, oltre che ottimamente disposta nello spazio. I dettagli sono tutti ottimamente evidenti, ma non stancano poiché il suono è estremamente naturale. Anche tra le varie bande acustiche è presente un ottimo bilanciamento: nulla è in evidenza, e nulla cerca di soverchiare la musica per prenderne il dominio. Il basso è dinamico, ma secco e veloce, non perde tuttavia il giusto corpo e profondità. I mediobassi sono ottimi, spesso sono quella gamma più complessa, perchè è proprio lì che è facile fare i danni peggiori; l'INPOL EAR suona divinamente dando un corpo ed un dettaglio di una naturalezza evidente. Nei medi e nei medioalti non elargisce seta o altri tipi di filato, l'INPOL EAR è preciso ed implacabile nell'interpretazione. Gli alti e gli ultra alti aiutano a donare ariosità alla scena permettendo grazie alle armoniche in questa gamma di restituire una tale naturalezza da dimenticarsi di essere davanti ad un impianto.
Nonostante abbia ascoltato di tutto in questa occasione mi piace compiere una dritta puntata su vari filoni del Metal.
Partiamo col Power Metal, precisamente con Polaris ed Elysium degli Stratovarius, il primo del 2009, il secondo del 2011. Timo Tollki, fondatore della band se né appena andato, al suo posto è arrivato un giovane Mathias Kupiainen. La separazione è stata difficile, ed il rischio di vedere estinguersi quella che a livello mondiale era, ed è la migliore Power Metal band era palpabile. Il frontman Timo Kotipelto dichiarò che quell'album sarebbe stato uno dei migliori degli Stratovarius. Non si sbagliò e la band continuò a vivere. Elysium invece è il secondo album dell'era senza Tolkki; debuttò in cima alle classifiche finlandesi, a dimostrazione di quanto i recensori che decretavano la fine della band dopo Polaris. Entrambi sono tipicamente Power Metal: sonorità chiare e limpide, tendenti all'alto ed al cristallino. Con Polaris ci si deve abituare ad una chitarra particolare e quasi sconosciuta: la Roukangas, molto chiara e penetrante, con Elysium è già entrata nel mondo mentale dell'ascolto ed anche i fan più accaniti possono accettare un sound ed un sustain completamente diverso dalla ESB di Timo Tolkki.
Cambiamo e passiamo all'Industrial Metal con Sehnsucht, il secondo album dei Rammstein pubblicato nel 1997. Di certo non è un album facile da ascoltare: più che di studio delle armonie c'è infatti uno studio delle disarmonie. Appartenenti alla Neue Deutsche Härte sono uno dei gruppi che meglio rappresentano quella critica ad una società sempre più meccanica e disumana; di qui le disarmonie e quella fusione anche fastidiosa ed inquietante tra strumenti ed elettronica. Sehnsucht è una parola romantica traducibile con la parola struggimento, ed è proprio su questo che l'intero album si basa.
Ultimo album Metal, per ora: Phenomenon dei Thousand Foot Krutch band che vede unire due parole che fondendosi tirano fuori il Christian Metal. Credo che per molti questo genere sia assolutamente sconosciuto, se non che possa sembrare addirittura una presa in giro. In realtà per quanto riguarda i Thousand Foot Krutch possiamo anche parlare di Nu Metal o Rap Metal. L'elemento Christian è dato infatti non dallo stile musicale, bensì dai riferimenti di evidente derivazione Cristiana. Se siete curiosi di approfondire come è possibile fondere la potenza del Metal con un messaggio evangelico, è sicuramente un gruppo che riesce a compiere questa fusione senza risultare difficile da ascoltare.
Cambiando genere To The Faithful Departed, il terzo album studio dei Cranberries pubblicato nel 1996. Ottima espressione di uno stato d'animo affranto e malinconico. Tradotto in italiano il titolo significa infatti Ai Cari scomparsi, tra questi vi è l'amico Denny Cordell, il nonno dui Dolores O'Riordan, e tutti quei morti che una guerra folle e fratricida stava mietendo in Bosnia. Molti se lo ricordano come un album mediocre, ma raggiunse il primo posto in varie classifiche in giro per il mondo. Certamente a trascinare è la voce di Dolores, melodica ed estesa.
TEST
Mi pace fare i tests, alla fin fine sono quell'elemento che rende visivo quello che prima era stato solo uditivo. Tra l'altro li ho svolti un giorno in cui un tale su Facebook asseriva che sulle riviste italiane non si fanno i test e non si pubblicano i grafici. Anzi arrivò addirittura ad affermare che l'unica cosa che contano sono i grafici... Ironicamente gli dissi che di certo il microfono sa come suona una ESB, ma metteteci pure lo strumento che volete, anche le nacchere. La bellezza di FDS è che unisce persone che apparentemente hanno punti di vista differenti, ma è questo che ci rende più ricchi. Eseguire un tests è per pochi, capire cosa esso ci dice lo è ancora per meno persone: ve la immaginate una rivista di soli grafici? Dove l'unica affermazione è il silenzio della parola, sostituita da un freddo e quantomeno inutile grafico? Se poi vogliamo inserire anche che il sottoscritto potrebbe taroccare i dati come e quando vuole, allora si capisce che siamo davanti ad un problema di fondo assai grave. Problema che in ultima analisi è umano.
Comunque credo che questo paragrafo serva a capire un po' meglio, insomma non ci dirà come suona, ma per lo meno ci dirà quanto può fare l'INPOL EAR.
Partiamo dalle rilevazioni strumentali di voltaggio e corrente: in sbilanciato abbiamo a disposizione 6V e 2 A (circa), in bilanciato ovviamente abbiamo il doppio. So che a molti questi due freddi parametri dicano nulla, ma tradotto in lingua corrente significa che può amplificare qualsiasi cuffia: da quelle a bassa impedenza, che richiedono una gran quantità di corrente, a quelle ad alta impedenza che richiedono un elevato voltaggio, fino a quelle che simpaticamente chiedono sia un elevato voltaggio, sia un generoso apporto di corrente.
La risposta in frequenza è invece assai lineare, le variazioni sono tutte evidenti nel grafico, ma la risoluzione è pari a 1db, fate le dovute proporzioni e noterete come le variazioni massime di 0.02db sono in primis inudibili, in secundis assimilabili all'errore dello strumento, devo inoltre dichiarare che non mi sono preso la briga di ricalibrare il tutto e l'INPOL EAR ha restituito esattamente quello che gli è arrivato dal DAC, alias quello che vedete è in pratica dovuto anche alla personale scelta di filtro applicato sul TEAC.
Anche tutti gli altri parametri sono di prima categoria: insomma chiedono 4880€ ma sono ben giustificati.
CONCLUSIONI
Di certo coi suoi 4880€ non è un prodotto a buon mercato, ma a memoria è uno dei migliori amplificatori per cuffie al mondo, oltre che essere un ottimo preamplificatore. A mio avviso è uno di quei prodotti destinato ad essere ricordato a lungo.