Recensione Sennheiser CX 2.00G

Pubblicato il 28/03/2018

Argomento: Riproduzione audio hi-fi

Sennheiser CX 2.00G

 

Premessa

Ci tengo a ribadire che come per ogni recensione dedicata a degli auricolari, ciò che scrivo e ciò che ne ho tratto dall’ascolto è da riferirsi limitatamente ed esclusivamente al mondo delle in-ear, imparagonabili a qualsiasi altra categoria dell’universo del suono e che, a prescindere dalla bontà o meno del prodotto, non rientrerà mai per ovvie questioni nei miei standard di alta fedeltà. Durante questa recensione mi aiuterò paragonando queste Sennheiser ai FiiO F3 precedentemente recensiti, per avere un confronto più diretto e facilmente interfacciabile. Devo anche chiedere scusa per la pessima qualità delle foto ma la reflex sta dando non pochi problemi ultimamente.

Packaging

Confezione nella norma dei prodotti, forse un po’ troppo commerciale e piena di riferimenti a brand o funzionalità, quasi a voler sponsorizzare. Il tutto restituisce una prima visione confusa di ciò che si ha in mano. Aperto il cartonato troviamo all’interno gli auricolari incastrati in una comune confezione di plastica difficile da estrarre le prime volte e da riporre successivamente in quanto molto a misura con la scatola principale.

Bundle

Inesistente. Presenti solo i gommini di 4 dimensioni diverse per adattare le cuffie alle proprie orecchie. Com’è possibile che FiiO sia riuscita alla metà del prezzo ad offrire un campionario di accessori invidiabili e al contempo una qualità apprezzabile e Sennheiser sia così limitata?

Descrizione

Esteticamente molto semplici ed eleganti con struttura in quello che sembra essere alluminio (non sono riuscito a capire se fosse plastica con trama alluminio, quindi in qualsiasi caso, ben fatto) spazzolato. Il cavo è anch’esso nella normalità della categoria con il comando per volume e play/stop. Una feature interessante riguardo al cavo è che esso, per una buona parte, può essere unito dalle sue due diramazioni in una unica con una slitta in plastica scorrevole così da evitare ingarbugliamenti una volta riposti. L’idea è buona ma realizzata male in quanto la parte di cavo libero che va incastrata nella slitta ne esce molto facilmente rendendo il tutto alquanto inutile. Il connettore è a 90 gradi ed è molto robusto per scongiurare qualsivoglia tipo di incidente. Queste Sennheiser sono abbastanza leggere assestandosi sui 15 grammi dichiarati e una volta indossate non si sentono. La versione recensita nel mio caso, denominata “G” è adatta solo a dispositivi Android, mentre la controparte “I” è per devices di casa Apple, anche se in realtà cercando sul sito Sennheiser è già uscita una versione universale senza nessuna sigla.

Suono

E qui cominciano le difficoltà. Parto subito chiarendo una cosa fondamentale, non suonano male ma…Ci sono un po’ di ma. Parto da una cosa non particolarmente legata al suono in sé ma che contribuisce in parte ad esso: ci ho messo due giorni buoni a trovare la misura di gommini realmente più adatta pur avendone 4 a mia disposizione e nonostante questo sforzo nessuna delle 4 misure (e neanche altri gommini a mia disposizione) hanno permesso alle cuffie di rimanere comodamente a posto senza cadere. Ne traggo che la forma molto allungata e il fatto che la parte “lunga” sia in probabile alluminio unite all’inevitabile gravità e al movimento della camminata siano la causa di questo fastidio. Tornando al suono vero e proprio è abbastanza particolare, non a livello di equalizzazione in quanto sono auricolari abbastanza lineari con un tocco in più sulle alte, ma ciò che lo rende tale è un marcato diverso comportamento in situazione di calma e pace in casa e nel totale opposto durante una passeggiata in strada. L’isolamento è buono ma, se in casa si percepisce e si gode della linearità delle cuffie, una volta fuori ed in movimento le frequenze basse vengono smorzate a tal punto che si sente una certa mancanza e le medie, seppur ben definite, vengono prese d’assalto dagli alti. Un comportamento chi mi ha lasciato perplesso in quanto non mi era mia successo prima. Per specificare, ogni ascolto è stato effettuato con 3 sorgenti diverse (smartphone, lettore portatile e amplificatore in casa) pur prendendo gli stessi album. C’è da citare positivamente che offrono una buona spazialità, il palco è sorprendentemente ben disposto pur parlando di semplici in-ear di fascia bassa e il dettaglio non è dei peggiori, permettendo di cogliere anche sfumature interessanti.

Conclusioni

Nel complesso non si può dire che siano pessimi ma da giovane squattrinato quale sono mi chiedo: perché spendere intorno alle 40€ per un paio di cuffie che alla fin fine sono peggiori in tutto rispetto a concorrenti che costano la metà? In fin dei conti non mi sentirei di consigliarle, onestamente.

Fotografia di Samuele Frontini
Fotografia di Samuele Frontini
Fotografia di Samuele Frontini
Fotografia di Samuele Frontini