Monitor Audio Silver 6: piccole torri ben posizionabili

Pubblicato il 15/12/2016 - Ultimo aggiornamento: 02/01/2017

Argomento: Riproduzione audio hi-fi

Quando dopo aver chiesto una coppia di diffusori divertenti, onestamente credevo che mi sarebbero stati recapitati dei diffusori abbastanza, massicci. Rientrato dal lavoro, vedo piazzati in sala due imballi che erano sicuramente dei diffusori, ma che altrettanto sicuramente non rientravano né nella categoria “Grossi diffusori”, né nella categoria “Diffusori pesanti”… li aveva portati su mio padre senza sfruttare alcun aiuto.
Lasciate da parte le opinioni su come sia un diffusore divertente, ero piacevolmente sorpreso perché erano delle Monitor Audio, che non ascoltavo da parecchio tempo.

PREMESSA

Ok dai! Lo avete capito che se il diffusore non pesa 12 tonnellate e non occupa spazi volumentrici enormi per me è roba piccola e leggera… quasi un giocattolino. In questo caso il giocattolino a prezzo di listino non è decisamente giocoso dato che si tratta pur sempre di 1780€.

PACKAGING

Il packaging è solido e serio, decisamente semplice e ben protettivo.

BUNDLE

Manuale, piedini a punta, tampone per otturare il reflex anteriore, brugola per svitare i trasduttori.

DESCRIZIONE

Ok partiamo dalle note dolenti: le griglie antipolvere. Tanto per riportare le parole di un mio amico: “Dai ma come fai! ... 1800€ di diffusori, belli … perché ci stanno come estetica! E poi ci mettono su le tele delle mie casse del computer anni ’90! sono orrende!”. Come dargli torto? … ed in effetti come dargli torto dato che ha ragione??? Quelle tele hanno rovinato qualsiasi lavoro estetico che era stato svolto… diffusori laccati bianchi con altoparlanti esteticamente ineccepibili … e poi si mette su una tela grigia che fa fare il collegamento diretto con i peggiori diffusori della storia dell’umanità.

Bene dato che mi sono tolto in battuta questo sassolino fastidioso (che mi ha fatto nascondere le tele all’interno dello scatolone per tutto il tempo che le ho avute in casa) passiamo a dire che, senza frontale removibile, i diffusori Monitor Audio Silver 6 sono assai carini a vedersi: diffusori laccati bianchi, trasduttori contornati di nero, woofer biancastri e tweeter con cupola rivestita in oro… se l’estetica contasse realmente qualcosa sarebbero in testa a molte classifiche.

La laccatura ovviamente è disponibile anche nera, queste finiture costano più della classica impiallacciatura che permette di abbassare il costo a 1640€.

Il peso totale è di appena 16kg, d'altronde il legno usato è un semplice MDF da 10mm (i 20 mm saranno sui finchi) , assai sottile e leggero. Per rendere il tutto più solido e stabile, anche nella vibrazione, i trasduttori sono avvitati al cabinet grazie ad un bullone posteriore che si occupa per lo meno di due funzioni: tirante per l’immobilità dell’altoparlante, tirante per la struttura del mobile.

Il mobile è totalmente riempito di coibentante, cosa che personalmente non mi fa impazzire, perché per mantenere determinate dimensioni diventa necessario agire sul volume virtuale.

Il crossover è sulla parete di fondo, ben nascosto e difficilmente accessibile, ma da un’occhiata ed i test si è rivelato essere del terzo ordine acustico, il filtro è oltresì studiato per rendere i diffusori pari ad un due vie e mezzo.

Di notevole interesse sono invece i trasduttori.

I woofer dotati di RST (Rigid Surface Technology) e C-CAM (Ceramic-Coated Aluminium Magnesium), al fine di ottenere due pistoni rigidi.

Il tweeter è dotato sempre di C-CAM ed è placcato oro al fione di ridurre le distorsioni.

Inoltre i condotti reflex sono studiati sotto la tecnogia HiViII per ridurre le turbolenze fluidodinamiche interne al condotto.

SUONO

Come sempre la descrizione è sempre assai asciutta, molto bella da leggere, ed abbastanza onirica, dato che le belle parole fanno sempre immaginare qualcosa… se fossimo un reparto marketing, ci fermeremmo qui. In realtà recensire significa principalmente dire come un qualcosa suona: alla prova d’ascolto il prodotto si presenta povero di quelle parole prima affrontate. Alcuni sono soliti nei consigli e nelle loro descrizioni soffermarsi su cosa in teoria fa una tecnologia, altri pretendono che le prove tecniche siano il fulcro di qualsiasi decisione. Onestamente per quanto sia addentro in teorie e prove tecniche, sono pienamente convinto che alla fine è l’orecchio unito all’esperienza dal vivo a dire cosa suona e come suona, se fosse il contrario tanto varrebbe per l’uomo estinguersi e lasciare in ascolto strumenti tecnici e microfoni.

Diciamolo subito in apertura: se le tecnologie valessero il suono sarei qui a dirvi che sono i migliori diffusori per la loro fascia di prezzo, dato che le tecnologie contano fino ad un certo punto, posso tranquillamente dire che sono diffusori facili da ascoltare, e di certo sex appeal verso le fasce di neofiti, ma ben lungi dall’essere completamente fedeli.

Il basso non è estremamente profondo, ma è decisamente potente, a tratti anche coprente verso le altre bande di frequenza. Più si scende più esso tende ad essere monocorda e più la traccia chiede impatto, più il reflex soffia diventando abbastanza fastidioso (neofiti a parte). Volendo il problema del soffio si può risolvere inserendo l’apposito tampone in poliuretano; il soffio sparisce, ma il diffusore perde in chiarezza e dinamicità risultando abbastanza seduto… diciamo che alla fin fine al netto ho deciso di convivere con il soffio.

Il medio basso però è assai piacevole dotato di abbastanza corpo e dotato di naturalezza.

La gamma media per quanto sia indubbiamente non distorta, è certamente esile tanto che durante l’ascolto sembra quasi di rischiare di romperla nella sua fragilità.

La gamma alta è un’ulteriore punto di forza, forse leggermente dotata di un suono metallico, ma certamente assai pulita e cristallina.

Il problema è che indipendentemente dai posizionamenti non sono mai riuscito ad ottenere una minore decadenza della gamma alta, tanto che i diffusori mi sono sembrati più dedicati a chi nell’hi-fi cerca il basso oppure ci entra per la prima volta.

La dinamica era abbastanza buona; ma il dettaglio non è proposto con particolare attenzione.

Per cercare un’immagine che possa descrivere al meglio l’esperienza posso affiancare l’ascolto effettuato ad una riunione di lavoro, non ad un incontro appassionato.

La tridimensionalità però era ben rispettata, anche se non con un palcoscenico enorme e limitato allo spazio tra i due diffusori, ciononostante era corretta.

Elenchiamo qualche album.

Led Zeppelin – House of the Holy. Con questo album mi si è presentato quello strano mix di sensazioni d’ascolto, corpo, ma non sempre, basso che copre un po’ e che se scende risuona e perde fluidità. Pur mantenendo precisione in alto; di certo mi son detto: “Certo che sta Les Paul sembra più una Strat in mogano che una N1”.

Children of the Bodom – Follow the reaper. Qui a parte la gamma più bassa ho potuto apprezzare la gamma medio bassa, ma permaneva quella sensazioni di presenza/assenza della voce e della chitarra, la quale in questo caso suonava decisamente meglio rispetto alla Les Paul di JimmY Page.

Booker T & the M’Gs – Green Onion. Questa volta solo il basso non mi soddisfaceva, il resto era decisamente migliore rispetto a tutte le altre prove.

Green Day – Nimrod. Anche in questo caso due sensazioni discordi: approvazione per la velocità dimostrata, dato che gli strumenti non si riunivano in un crogiuolo. Insoddisfazione perché mancava di quella grinta strafottente necessaria.

Creedence Clearwater Revival – Willy and the Poor Boys. Vedasi i led Zeppelin, anche se devo dire che il Southern Rock è stato di maggior gradimento per le Silver 6.

Vivaldi – Le quattro stagioni. Oh finalmente il tutto è decisamente migliore, mi viene quasi da pensare che questi diffusori siano stati pensati per la musica da audiofilo standard.

VIDEORECENSIONE

TEST

I test però non mentono… almeno questo gli va concesso.

Proprio dalla risposta in frequenza vediamo molte indicazioni: i reflex sono tagliati assai in basso assai in prossimità della frequenza di risonanza che si situa attorno ai 30Hz, la potenza del basso è effettivamente maggiore rispetto a quella di tutto il resto dello spettro con una differenza di 10 db tra il punto a maggior pressione acustica ed il punto a minor pressione acustica.

La fase presenta alcune rotazioni, ma permane ottimale per la maggior parte dello spettro.

Il THD come promesso rimane sempre assai basso raggiungendo dei picchi di soli 3%.

La risposta all’impulso è invece a doppia lama il tweeter è vuoi per natura, vuoi per bontà velocissimo, i woofer invece non tengono il passo e sono assai più lenti, cosa normale, si potrebbe dire, dato che sono dei woofer. Onestamente però ho visto woofer assai più reattivi.

CONCLUSIONI

Diffusori per l’audiofilo standard, o per il neofita? Probabilmente per entrambi: il neofita cerca sempre un basso maggiore, come se il basso fosse l’unica parte importante; l’audiofilo standard non ascolta roba che pesta, o meglio, non ascolta più roba che pesta e il diffusore difficilmente va in crisi.

Certo che se penso al mercato non posso non dire che probabilmente riserverei queste parole a molti diffusori esistenti, perciò le Monitor Audio Silver 6 paiono diffusori nella media, anche se caratterizzati più verso il basso che verso l’alto o verso una certa linearità.

Certa e non sconfessabile è però la facilità di inserire questi diffusori in ambiente grazie ad una taglia che per il sottoscritto è quasi minuscola.

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Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
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Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Si noti il cestello in plastica.
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Il Tweeter è dotato di una sua propria camera così da isolarlo dai flussi interni al diffusore.
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Tweeter con cupola placcata oro.
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Cosa che mi piace poco, il diffusore è pieno di coibentante.
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Risposta ad un metro.
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Risposte in campo vicino.
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Risposta dei reflex.
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli