Monitor Audio Radius 90

Pubblicato il 28/09/2017 - Ultimo aggiornamento: 02/10/2017

Argomento: Riproduzione audio hi-fi

Premessa
Se gli auricolari sono sempre, o quasi, visti negativamente da chi ha esperienza nel campo dell’alta fedeltà a causa delle loro evidenti ed irrimediabili lacune fisiche, lo stesso vale per i diffusori di piccole dimensioni, molto ricercati per il design spesso minimale, elegante ed ovviamente per il ridotto ingombro. Come possono suonare delle “scatolette” nel mondo dell’Hi Fi?

Ringraziamenti
Ringrazio Alessandro Faccendini di MPI Electronics e il team di distribuzione per la disponibilità e la professionalità.


Packaging
Monitor Audio è ormai una garanzia sotto questo aspetto. Scatola piccola, o meglio, grande quanto basta, non si può chiedere di più quando si hanno varie rampe di scale da fare. Non di fondamentale importanza in questo caso viste dimensioni e peso degli oggetti in questione, ma sempre ben accetto il pensiero. Essendo il cartone di dimensioni essenziali, i due diffusori sono ben bloccati all’interno, anche grazie alle solite sagome di polistirolo.


Bundle
Praticamente assente, perviene solo la manualistica. Nessuna griglia prevista in quanto non removibili dai bookshelf stessi.

Descrizione
Come detto nella premessa, spesso chi cerca questo tipo di diffusori è particolarmente attento al design che essi propongono; nel caso delle Radius 90 troviamo un aspetto semplice, minimale ma al contempo ben curato e con 3 finiture selezionabili (nero lucido, bianco lucido e legno lucido). Ho avuto in prova il modello nero lucido e come tutti i prodotti con questo tipo di finitura ha il grande svantaggio di attirare un’immensità di polvere. Tanti piccoli dettagli fanno di questi altrettanto piccoli diffusori due oggetti che ambiscono ad entrare in una categoria premium: troviamo infatti angoli stondati, profili di woofer e tweeter in alluminio, griglie a nido d’ape a nascondere i trasduttori, lo sbocco del reflex ottimamente rifinito (e derivante dalla serie Platinum del produttore) ed una raffinata placca di alluminio spazzolato dalla quale spuntano i due morsetti e su cui possiamo trovare serigrafato il modello. Per uscire dal vago, parliamo di due altoparlanti che riportano queste misure: H198 x W125 x D164 mm. In parole povere, molto compatti, soprattutto se si pensa al fatto che al loro interno troviamo un woofer C-Cam da 4” ed un tweeter Gold Dome da 1”, normalmente montati anche su diffusori di maggiori dimensioni. Abbiamo quindi una facilità di posizionamento non indifferente nonostante il reflex posteriore ed un design che andrà d’accordo con gli ambienti più moderni.


Suono
Come ogni volta qualche album per voi lettori in modo da avere confronti reali:
Aqualung – Jethro Tull (vinile, riedizione mixata da S.Wilson)
10000 Days – Tool (CD)
Musica Nuda – Petra Magoni, Ferruccio Spinetti (liquida)
From Mars to Sirius – Gojira (CD)
Prisoner 709 – Caparezza (liquida)
Images and Words – Dream Theater
Jazz Magazine 64 – AA.VV.
 

Dopo qualche nome tra i partecipanti a questa esperienza, è ora di parlare chiaramente di come si sono espressi questi due piccoli e temerari speakers. Partirò elencandone le caratteristiche positive che sono la maggior parte ma che, come vedremo poi, vengono completamente offuscate dall’unica intuibile grande mancanza riscontrata. Ebbene parliamo di una coppia che di listino viene circa 500 quindi già una fascia di un certo livello per questa categoria di diffusori e ciò che ci si aspetta è quindi una qualità che ne rispecchi costo e nome. Abbiamo una gran capacità di posizionare il palco in maniera ariosa e minuziosa in quanto spazialità e precisione non mancano una volta posizionati correttamente, il che in due bookshelf di queste dimensioni è un gran bel pregio in quanto molti concorrenti tendono invece ad avere un suono nettamente più ristretto, inscatolato. Non manca il dettaglio che nelle alte e medio alte è di notevole livello permettendo ai più intricati giochi di piatti, ai più squillanti primi violini e alle più delicate voci di essere riprodotte in modo limpido, chiaro e dinamico. Un punto a favore sempre parlando di questa zona di frequenze è proprio la dinamica che non risulta mai pungente o stancante ma bensì morbida seppur veloce e assolutamente precisa. Non è però tutto oro quel che luccica (ad eccezione del tweeter, il cui suono rispecchia l’aspetto) ed approdiamo quindi al grande punto debole di questa coppia di diffusori. Ho scritto intuibile, ed è quindi chiaro che ciò che induce una colata a picco è l'assenza se non totale, quasi totale della gamma bassa e della relativa dinamicità.

Ebbene sì, nel 2017 ancora nessun miracolo, non c'è quindi da stupirsi se con un volume d'aria così ridotto non si riesca ad udire distintamente e con sufficiente pressione un singolo battito di grancassa o una minima linea di basso. Situazione ribaltabile con l'aggiunta di un subwoofer (come il Radius 390 che verrà presto recensito, per esempio) ma che, nonostante aggiunga loro ciò che fisicamente manca, non elimina questa grande mancanza, obbligando qual ora si fosse impossibilitati all’acquisto di un sub, ad ascolti incompleti, non coinvolgenti, piatti e non a livello con le aspettative.

Conclusioni
Non penso ci sia molto da dire, è chiaro che se si vuole ottenere qualcosa da questi speakers l’aggiunta di un canale basso dedicato è più che obbligatoria così da mantenere vivi i vantaggi che i due offrono (dimensioni, design, gamma alta). Altrettanto evidente è il fatto che se la priorità è contenere l’ingombro non si avrà mai un risultato completo e sufficientemente godibile, come per gli auricolari, per motivi di pura fisica.

Vista frontale
Fotografia di Samuele Frontini
Particolare del tweeter Gold Dome
Fotografia di Samuele Frontini
Vista posteriore
Fotografia di Samuele Frontini
Particolare polvere su finitura lucida
Fotografia di Samuele Frontini
Altra vista frontale
Fotografia di Samuele Frontini