Klipsch Heresy III

Pubblicato il 01/01/2017 - Ultimo aggiornamento: 24/04/2019

Argomento: Riproduzione audio hi-fi

Quando si parla di Klipsch chi è più esperto del settore non può fare a meno di pensare al colonnello Paul Klipsch ed alle sue creazioni; questa volta parleremo proprio di una delle sue creazioni che ci sono giunte quasi immutate: Klipsch Heresy III.

PREMESSA

Nella scorsa occasione, proprio nella premessa, scrivevo che per me le Klipsch DOCG erano quelle della serie Heritage. In effetti ricevere in prova le Heresy era come sfondare una porta aperta. Non per questo ho fatto le cose in maniera meno seria, ma onestamente parlando ho tenuto con me questo pezzo di storia anche qualche giorno in più di quello che serviva alla mera recensione.

RINGRAZIAMENTI

Ringrazio Alessandro Faccendini di MPI Electronics e tutto il team di distribuzione.

PACKAGING

Il packaging è solido e serio, decisamente semplice e ben disegnato.

BUNDLE

Manuale, piedini in gomma per quando si appoggiano allo stand, lettera di ringraziamento. Poche cose, tanto gli occhi e la mente sono tutti per le piccole Heresy III.

DESCRIZIONE

Partiamo con un po’ di storia. Questi diffusori nascono come monitor centrale per aiutare la riproduzione scenica dei diffusori stereofonici in grandi stanze, soprattutto nel caso delle Klipschorn che andavano (e vanno) poste in angolo. La loro prima comparsa sul mercato risale al 1957, attualmente il design potrebbe essere definito retrò e gli appassionati di vintage (non audio) riescono a posizionare questi diffusori nella linea del tempo con grande precisione. 1957 tuttavia dal punto di vista tecnico ha anche un significato ben preciso e più importante, i primi articoli sull’AES Journal di Thiele e Small apparirono solo quattro anni dopo, per farla breve le Heresy sono l’ennesima riprova di due casistiche importanti: la prima stabilisce che chi ha genialità trova le sue vie e non deve seguire obbligatoriamente la via comune; la seconda vuole ricordare un po’ a tutti che anche prima dei T&S si costruivano altoparlanti e diffusori.

Tuttavia non si vuole entrare in inutili e sterili polemiche, perciò passiamo a descrivere il diffusore come si presenta esteticamente.

A livello di piacevolezza del design non mi pronuncio dato che i canoni estetici sono un qualcosa di troppo personale, personalmente mi piacciono, ma altri (mia moglie ad esempio) potrebbero opinare su ciò.

Per renderle più adattabili ai vari ambienti sono disponibili tre finiture: ciliegio, noce e frassino nero. L’impiallacciatura è estremamente curata e i legni scelti donano un semplice senso estetico senza fronzoli, ma elegante.

Il legno usato per il cabinet è multistrato di MDF di spessore 18 mm che dona un’ottima solidità del cabinet dal peso 20 kg.

La tela acustica è assicurata su un pannello di legno sottile, ma solido e resistente, inoltre su queste è presente il marchio Klipsch.

Il sistema è a tre vie dotato di tweeter in titanio, driver a compressione, e woofer da 12 pollici con cono in carta e sospensioni a doppia onda. Il tweeter ed il driver sono caricati a tromba anteriore, mentre il caricamento per il woofer è a sospensione pneumatica (cassa chiusa).

Il filtro crossover è dotato di componenti di qualità e pone i tagli ad 800 HZ ed a 5 kHz, tutte le vie sono del II ordine elettrico.

Importante è il fatto che le Heresy III possono essere posizionate in vari modi.

Il primo vede come scopo l’aumento dei bassi: il posizionamento è a terra con apposito supporto che permette di angolare i diffusori in direzione delle orecchie; oppure vicino alle pareti (a terra o su stand).

Il secondo vede come scopo l’aumento della pulizia e richiede di appoggiare i diffusori su un paio di stand.

I link questa volta ve lo lascio per ultimo http://www.klipsch.com/products/heresy-iii-floorstanding-speaker

SUONO

Se avete appena letto la recensione sulle RP280F, non preoccupatevi: qui siamo su un altro livello, tale da poter considerare le Heresy III uno dei migliori diffusori al costo di 3400€ la coppia (prezzo ovviamente di listino). Siccome si può scegliere il posizionamento ho preferito lasciarle a terra, lontane però dalle pareti.

Precise, veloci, dettagliate, realistiche e naturali: questa volta non lesino sui vocaboli; il suono è di livello elevato tanto che mi sorge il dubbio che chi non le considera hi-end, forse non va poi a molti concerti.

Non essendo enormi, credo che una sala di 20/25m2 sia della volumetria idonea al loro suono, tuttavia il punto d’ascolto non deve trovarsi troppo lontano: mi sono trovato assai bene a 1.5/2 m di distanza dai diffusori, indi per cui anche la distanza da loro ritengo non debba sorpassare di troppo questa distanza lineare, pena la perdita di qualche informazione. Inoltre vanno particolarmente orientate verso l’ascoltatore per ottenere quel preciso mix di corpo, precisione e dettaglio.

La riproduzione scenica è di prim’ordine, anche a terra non dovrete preoccuparvi dell’altezza della scena perché essa sarà sempre ampia, profonda e verticale con la voce che suonerà all’altezza di normali diffusori a torre.

Il basso è secco e veloce anche se l’abbinamento terra + angolo di parete lo sconsiglio dato che nel mio caso ha aumentato di molto i bassi (inoltre costringeva le due Heresy III a stare troppo lontane tra loro con conseguenti perdite dovute alla distanza). Il taglio ad 800 Hz aiuta tuttavia a dare il giusto corpo a tutta la gamma bassa e medio bassa.

I medi sono estremamente naturali, apparendo così perfettamente realistici; il fatto che il driver a compressione suoni per circa tre ottave comprendendo perfettamente tutta la gamma media e medio alta dona una coerenza timbrica di notevole interesse, tuttavia questa coerenza si estende parzialmente anche ai medio-bassi ovviamente attenuati dal crossover.

Gli alti sono tutti dedicati al tweeter in titanio tagliato in un punto ove pochi strumenti giungono, ciò dona ariosità e quel giusto tocco di filigrana al suono.

Il tutto è amalgamato come in un buon piatto, perché sebbene il tutto possa risultare all’immaginario come ultradettagliato acuto e con medi ed alti in estrema evidenza, ciò è solo ciò che ci si immagina per via del caricamento a tromba. In realtà all’ascolto tutto è presente senza eccessi.

Tutto oro quindi? Assolutamente no, quando le tracce vogliono escursioni dinamiche elevate negli attacchi o nei rilasci zoppicano un poco, d'altronde i drivers sono tutti vicini: un qualche difetto ci deve pur essere, l’importante è che possano essere difetti attendibili.

Ora passiamo in rassegna un qualche album ascoltato.

“Led Zeppelin IV”, 1971: dagli incompetenti assoluti considerato come ultimo album dei Led Zeppelin, in realtà è solo il quarto album. L’ho scelto … perché avevo voglia… voglia di “Rock and Roll”, di “Going to California” e di salire per la “Stairway to Heaven”.

Ovviamente dopo aver scalato l’Olimpo non si può non prendere la “Highway to Hell”, 1979, AC/DC. Qualcosa di totalmente diverso, un’interpretazione di cosa sia il Rock assai diversa da quella proposta dai Led Zeppelin.

Siccome in una precedente recensione l’ascolto di “Imagination on the Other Side”, 1995, Blind Guardian, mi aveva deluso tanto da stopparne la riproduzione prima della fine del primo testo; ho deciso che era l’occasione giusta per riproporlo ed ascoltarmelo… scelta azzeccata perché le Heresy III sono all’altezza del Metal.

Metal non vuol dire urli e potenza confusa, vuol dire anche punte artistiche notevoli, come ad esempio “Evanescence”, 2011, ultimo album dell’omonima band. Credo che chi critica il Metal dovrebbe ascoltarseli, scoprirebbe che probabilmente del Metal non conosce nulla, dato che un mio amico Jazzista convinto li ha potuti assai apprezzare a casa mia, tra l’altro ringraziandomi per avergli mostrato un’altra faccia del Metal.

La voce di Amy Lee mi ricorda sempre una voce femminile del panorama Rock che a mio avviso può considerata la miglior voce femminile del Rock: sto parlando di Dolores O’Riordan psichedelica voce dei Cranberries. Siccome era molto tempo che non li ascoltavo, ho deciso di tirar fuori l’album dove ci sono i pezzi che preferisco e sono tra l’altro tra i più famosi: sto parlando di “Bury the Hatcet” del 1999.

MI era recentemente capitato di riascoltare un altro brano assai famoso, e direi abusato nel mondo audiofilo: “Hotel California”. Ho deciso di ritirarlo fuori proprio intenzionato a riascoltare questo brano degli Eagles. In effetti è abusato da certe fasce di ascoltatori, ben registrato, ma non esente da difetti, il tipico brano che viene tirato fuori per questo motivo e per il fatto che il basso scende senza filtratura fino a 45Hz. In realtà pochi guardano il testo, pieno di disperazione per quello è il suadente e distruttivo Hotel California.

Giustamente il Punk deve esserci; ho scelto Billy Idol, con omonimo album. Avevo sentito “White Wedding” alla radio al mattino mentre mi recavo a lavoro… non sono riuscito a togliermela dalla testa, allora era giusto metterla su. Veloce anche se potrebbe non sembrare, infatti i battiti sono 240 al minuto, tenerci dietro non è per tutti i diffusori.

Ho ascolticchiato anche un po’ di classica ed un po’ di Jazz, ma non avevo realmente voglia di ascoltarla così concludo la recensione con l’album che mi piace tenere in testa con le Heresy III: “The Sickness”, 2000, Disturbed. Alternative Metal con importanti sfumature di Heavy Metal. Parafrasando il grande Lemmy Klimister: “Se non vi piace il Metal, non è questione di gusti: il problema è solo vostro.” Intanto Sikness è un album complesso e da un certo punto di vista pure estremamente audiofilo. (Non per nulla è quello che più ha messo in crisi le Heresy III)

VIDEORECENSIONE

 

TEST

I test come sempre fanno vedere in forma grafica ciò che si sente.

Ad un metro di distanza si può confermare il filo di basso in più in gamma bassa a cavallo tra la seconda e la terza ottava. Si può confermare dal grafico in campo vicino l’effettiva efficacia del driver a compressione per la quasi totalità della gamma media, compreso l’aiuto che gli dà il woofer dove necessario.

Si può vedere l’effettiva bontà della fase (per quanto possibile).

Preme far notare come il THD è per lo più sempre sotto il 2% con rari e momentanei picchi superiori; tuttavia spesso è inferiore all’ 1%.

Solo l’impulso non è di estrema velocità, ma d’altronde c’è anche quel woofer da 12 pollici lì appiccicato al resto… per le dimensioni però è un compromesso più che accettabile.

CONCLUSIONI

Questa volta un po’ dispiaceva restituirle al mittente, vuoi che mi piacciono, vuoi che sono un pezzo di storia, con importanti revisioni in chiave moderna che non stravolgono il progetto, ma lo migliorano, un po’ dispiaceva.

Decisamente tra le migliori nella loro fascia di prezzo, non per nulla furono progettate dal Colonnello, personaggio da cui molti oggi avrebbero da imparare.

 

ATTENZIONE!!! NOTA DA LEGGERE (aggiornamento del 04/2019)

Recentemente il distributore italiano di Klipsch ha aumentato il prezzo di listino dai 3400€ della recensione ai 4600€.

In pratica un aumento di 1200€ (alias uno stipendio medio... o anche di più).

Ci auguriamo che questo aumento del 35% non vada ad incidere sul prezzo finale, ma che esista solo per far vedere uno sconto maggiore.

Di certo è che se vogliamo veder tornare l'hifi nelle case di tutti, questo comportamento ci perplime.

Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Risposta in freqeunza e fase ad 1 metro
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Risposta in freqeunza in campo vicino
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli