Slayer

Hell Awaits

Recensione
Pubblicato il 20/10/2016
Voto: 8/10

Anno 1985, per ascoltare un album si compra il vinile, oppure se si è fortunati e si conosce qualcuno che lo ha già, c'è la possibilità di farselo registrare su una musicassetta, magari al cromo.
La musica è importante per molti ragazzi, anche a livello estetico, ed infatti ci sono i punk, i dark, i paninari e i metallari.
Gli amanti del metal possono attendere con trepidazione l'uscita in edicola di riviste come HM e Metal Shock.

Nel 1985, il genere metal è in pieno sviluppo e oltre a consolidazioni dell'heavy classico come l'epocale "Live after death" degli Iron Maiden, escono importanti album thrash, come i debutti dei Kreator con Endless Pain, dei Destruction con "Infernal Overkill" e degli Exodus con Bonded by Blood. Da non dimenticare le seconde prove degli Anthrax con Spreading the Disease e dei Celtic Frost con To Mega Therion.
Infine, sempre di quell'anno, mi piace anche ricordare Walls of Jericho degli Helloween, ma qua siamo già su lidi speed metal...

In uno scenario molto distante dall'attuale, questo "Hell awaits" è un disco molto importante per il genere thrash e per tutto il metal.
E' il secondo album degli Slayer, ma è un decisivo salto in avanti a livello di tecnica, di composizione e di qualità di registrazione.
Si tratta di un album distantissimo dall'orecchiabilità di molte altre band metal, qua non si strizza l'occhio per aumentare l'audience di ascolto, si va diritto all'obiettivo, che è quello di creare un'opera forte, diretta, brutale e senza fronzoli, ma dove al tempo stesso gli strumenti sono suonati con precisione chirurgica.

Per ottenere questo si affidano agli assoli taglienti e precisi di Jeff Hanneman e di Kerry King, ad un cantato, quello di Tom Araya, secco ed arrabbiato, a passaggi a volte minimali che richiedono numerosi ascolti.
Sopra a tutto si erge, grazie anche al mixaggio che la mette in evidenza, la batteria di Dave Lombardo, potente, precisa, veloce, con pregevoli stop e cambi di ritmo, ed un uso della doppia cassa mozzafiato.

L'introduzione, che entra con un fade in in cui viene ripetuta al contrario la parola "Join Us", incita ad entrare nell'inferno sonoro che attende l'ascoltatore.
"Hell awaits" è un pezzo esemplare con un magistrale e lento inizio che sfocia in un brano veloce, con una voce che in alcuni mmenti è filtrata e sembra provenire da un altro mondo. Ed in effetti nel testo si narra dello scontro tra i demoni infernali e gli angeli del paradiso...

"Kill again" attacca subito decisa, le rullate sono solo l'attimo di fiato per inspirare e riprendere la corsa frenetica di un maniaco stupratore e serial killer, che aspetta sempre una prossima vittima.

Le creature succhiasangue di "At Dawn They Sleep" hanno bisogno di un brano di più ampio respiro, è il brano più lungo, al centro c'è una parte parzialmente rallentata, i cambi di ritmo sono sempre perfetti.

In "Praise of Death" (lode alla morte), la condanna a morte viene inneggiata e proposta come salvezza dall'inferno della terra. La musica segue e non fa sconti all'ascoltatore. Pregevoli gli intrecci di chitarre, gli assoli, il momento di limbo e la ripresa forsennata.

"Necrophiliac" è meraviglioso, uno dei miei preferiti, breve e coinciso, contiene tutto l'universo degli Slayer. La necrofilia è solo lo sfondo per l'ambientazione di morte e decadenza.

"Crypts of Eternity" è musicalmente molto bella, con i suoi cambi di ritmo sempre sorprendenti, mentre i testi affondano le mani in creature infernali, teschi e ossa. E che dire del pezzo musicale che culmina con "Cringe with fear. Violate the unbroken seal of Hell. Death will come searching for Your mere soul. Still you are eager to seek your fate. All that lie here are remains of Death"?

Il finale di "Hardening of the Arteries" termina il disco come era iniziato, con un fade-out che ci allontana da questi mondi atroci ed satanici e ci fa tornare alla realtà.

Il successivo album "Reign in blood" diverrà molto più famoso, perché concentrerà in meno minuti la stessa dirompente energia.
Entrambi gli album hanno fatto storia, da questi solchi si sono ispirate moltissime band e questi due lavori rimangono a tuttoggi tra i migliori del genere.

Slayer - Hell Awaits

Slayer

Hell Awaits

Cd, 1985, Metal Blade
Genere: Thrash metal

Brani:

  • 1) Hell Awaits
    (testo: Kerry King – musica: Jeff Hanneman, Kerry King)
  • 2) Kill Again
    (testo: Kerry King – musica: Jeff Hanneman, Kerry King)
  • 3) At Dawn They Sleep
    (testo: Tom Araya, Jeff Hanneman, Kerry King – musica: Jeff Hanneman)
  • 4) Praise of Death
    (testo: Jeff Hanneman – musica: Kerry King)
  • 5) Necrophiliac
    (testo: Jeff Hanneman, Kerry King – musica: Jeff Hanneman)
  • 6) Crypts of Eternity
    (testo: Tom Araya, Jeff Hanneman, Kerry King – musica: Jeff Hanneman, Kerry King)
  • 7) Hardening of the Arteries
    (Jeff Hanneman)

Informazioni tratte dal disco

Tom Araya – voce, basso
Jeff Hanneman – chitarra
Kerry King – chitarra
Dave Lombardo – batteria

Il miglior prezzo: