Ciulla

Canzoni del quarto piano

Critique di Michele Porcile

Posté le 28/12/2019

Vote: 7/10

Uno sconosciuto cantautore di canzonette da camera ci cattura piano, piano con delle istantanee tanto fragili quanto cariche di una innata sensualità poetica. Questo è in breve Ciulla, toscano di origine siciliane che ha trascorso infanzia e adolescenza tra Pisa e Lucca e ora vive a Livorno; ma questo non è il dato più importante.

Importante invece è sviscerare la sua capacità di scrittura e la sua propensione alla melodia che ci regalano con innegabile maestria distacco e coinvolgimento in egual misura. Un pop apparentemente malinconico e nostalgico eppur sempre consolatorio come se volesse apparire un’opera di autoanalisi.

Rapisce per eleganza e cifra stilistica un pezzo come Fanali, ma il vero piccolo capolavoro è Da Quando hai perso la Testa. Un brano che si appiccica addosso e fa grande il pop nel momento che in maniera semplice riesce a entrarti sotto pelle con il suo ritornello che diventa un’ossessione.

Ventisette Anni è quel viaggio tra umanità e percezione schiva della realtà, dove l’universo pare andare di pari passo con il percorso della narrazione. Un attimo di universo o una bolla dove raccontare sentimenti universali.

Sorprendente è vedere l’incedere degli spazi in questo viaggio personale, dove il cantautore sembra volere privarsi della propria sofferenza abbracciando le figure che più hanno rappresentato le certezza della propria vita come in Orsetto blu.

L’elettronica è indubbiamente l’architrave dell’album, ma con toni pastello e decisamente morbidi, lenti, quasi rarefatti tanto da arrivare a stabilire un connubio perfetto con gli inserti di pianoforte. Un modo coinvolgente e ispirato per scaldare un’ atmosfera essenziale e pulita.

Questo album, per dirla tutta, non aggiunge niente da un punto di vista musicale; ma lo fa con gusto e un’immensa delicatezza d’animo, come la prima carezza del mattino. Il modo migliore per dire che una bella canzone è la cosa più semplice che riesca inspiegabilmente ad emozionarti profondamente. Ditemi se è poco.

Ventisette anni (2019)