Liede
Stare bravi
Liede (Francesco Roccati, Torino) è un nome d'arte o forse un avatar che trova nella sua espressione visiva la sintesi perfetta dei suoi contorni e della sua essenza. La cover del disco di esordio Stare bravi anticipa i contenuti di un lavoro che appare come un insieme di frammenti o una lunga sequenza cinematografica. Ricalca infatti perfettamente il carattere pop di un'arte che va oltre alla fresca rappresentazione di uno stereotipo o di un feticcio. Come in un'opera di Renato Mambor appartenente alla Scuola di Piazza del Popolo il tratto di Liede ti cattura per la sua finta accessibilità e, nel caso specifico, per la sua innata predisposizione a presentarsi come una manciata di pezzi melodicamente accattivanti. Ma come la grandezza del maestro romano fu quella di contestare il consumismo e la voracità della società massificando l'individuo (rappresentato da una serie di sagome in cerca di autore spersonalizzate )per far surgere il valore delle relazionali umane al di sopra di tutto, le tracce del disco acquistano valore nel momento che i singoli frame si sciolgono facendo risaltare i testi. Siamo così di fronte a liriche permeate di un simbolismo ermetico elegante e raffinato che fanno capolino tra sonorità che per loro immediatezza e senso della melodia ricordano il Battisti degli anni settanta.
Liede fa centro nel momento che riesce a trasmettere scorci di umanità all'interno di pseudo jingle orecchiabili, ma terribilmente efficaci. Il tono monocorde della voce risulta perciò un valore aggiunto dal momento che appare in tutta la sua portata l'ironia che trasuda dall'intero album con fare irriverente e lievemente provocatorio. Così se tra i ricordi di un recente passato ci affiorano chiare alcune analogie con Ragazzo semplice e il suo complesso o i Cani, se pensiamo ad un passato più consolidato non può che ritornare alla mente la lezione di Franco Battiato in La Voce del padrone o di Daniele Silvestri ne Il Dado. Finte intellettuali, uno dei singoli che hanno anticipato l'album, inquadra perfettamente la forza di questo giovane cantautore: pop energizzante, fresco e volutamente minimale che nasconde in realtà un approccio ben più serio e critico della sua pura e semplice estetica. Riflessioni sul mondo dei giovani con l'intento di smascherare certi cliché definitivamente divenuti volgari esempi di una posa goffamente kitsch.
La successiva Corsica diventa così un sottile manifesto apparentemente no sense, che con i passaggi assume un suo crescendo in stile dream pop fatto di scatti fotografici sempre più imbevuti di una sorprendente capacità evocativa. Se qui la timbrica stilistica è palesemente un synth pop di ottanta memoria, quando imperversavano le hit da classifica di improbabili e perfetti sconosciuti che duravano il tempo di una canzone, il disco in genere è pervaso da una non ben precisata ispirazione new wave che ci ricorda come un pop da vetrina può essere anche riutilizzato in maniera meno becera, semplicemente decontestualizzando il suo significante.
La frase che più mi ha colpito è stata “ma ho scoperto adesso che fa buio, siamo tutti uguali...” in maschi traccia numero sei che con diversi passaggi criptici ci riporta questa volta ad un nichilismo intellettuale dalle arie crepuscolari. Una fine diversa è forse il brano più silvestriano della track-list, ma non solo. Una lucida e bucolica lettera di addio del nostro mentore che potrebbe rivelarsi invece un bel biglietto da visita per assicurarsi un posto al sole…. Sorridendo come Francesco ci ha insegnato...
Liede
Stare bravi
Genere: Pop , Indie , Cantautorale
Brani:
- 1) stare bravi
- 2) sorridendo
- 3) finte intellettuali
- 4) corsica
- 5) è stata soltanto un'idea
- 6) maschi
- 7) acqua frizzante
- 8) sono sommerso
- 9) una fine diversa