Matteo Della Schiava: Intervista del 18/03/2018

Pubblicato il: 18/03/2018


Oggi ho incontrato Matteo della Schiava cantautore Monfalconese  che ho avuto occasione di conoscere un paio di anni fa grazie all’associazione  Acsreos,  associazione di cui ho già parlato in un mio precedente articolo.
Matteo è  nato a Monfalcone (GO) il 21 marzo del 1983.
Parlando con lui si nota  subito che è un ragazzo genuino e alla mano e forse anche un po’  timido ma un artista completo.
Tramite questa intervista ho cercato di conoscere meglio lui,  la sua musica e la sua anima di artista.
Qui a seguito l’intervista che mi ha rilasciato:

A che età hai iniziato la tua carriera musicale e com’è nata questa tua passione per la musica?

Fin da piccolo, come figura principale mi viene in mente mio nonno che mi ha influenzato perché ricordo che passavo tanto tempo nel salotto mentre lui suonava la chitarra e cantava canzoni Romanesche, mio nonno era di Roma e noi ogni anno andavamo a trovarlo.
Ho cominciato fin da piccolo a scrivere testi, molto ingenui già avendo comunque un idea musicale in testa e me le cantavo . Mi facevo gli album con dei fogli.

Quando hai iniziato a suonare uno strumento, a che età?

Fino alla terza media mi piaceva solo cantare, ma non ho fatto scuola di canto.
 Poi ho iniziato in terza media a suonare la chitarra da solo, volevo imparare a suonare la canzone “La locomotiva” di Guccini, quindi ho imparato quei tre accordi che erano il re il la e il sol, ho notato che con quei tre accordi potevo suonare anche altre canzoni e per molto tempo ho suonato solo con quei tre accordi.
Poi i miei genitori mi hanno consigliato di andare in una scuola privata.

Che genere di musica ami ascoltare e quali sono gli artisti a cui ti ispiri quando canti?

Indubbiamente quando ho cominciato mi ispiravo a tutti i cantautori italiani, Guccini, i Nomadi, De Andrè e i  primi album di Vasco Rossi ricordo che mi avevano molto colpito.
 Senza però tralasciare l’altra corrente cioè la corrente  Americana,  quando ero piccolo ed iniziavo ad apprezzare la musica, i Doors sono stati soprattutto un gruppo che mi hanno trasmesso questa grande energia, perché la musica dei Doors è un viaggio musicale pazzesco, mi  sdraiavo per terra e mi immergevo in quei suoni.
Quindi,  si, ho iniziato a scrivere ispirandomi ai cantautori ma poi andando avanti negli anni la mia visione musicale si è molto ampliata, mi piace tantissimo il jazz, poi in questi ultimi anni esce sempre di più la voglia di ascoltare musica classica, mi piace qualsiasi cosa possa trasmettermi grandi emozioni.

Fino poco tempo fa cantavi con un gruppo, i “Turbosuicida”, ricordo che ero presente la sera che avete annunciato lo scioglimento del gruppo

Siamo stati insieme circa un anno e mezzo perché ci siamo formati all’inizio del 2016 era, mi sembra,  il 20 gennaio cominciando a suonare in giro perché dopo pochissime prove avevamo già in piedi 5 pezzi quindi abbiamo cominciato a portarli nei vari concorsi poi,  mano a mano che i pezzi aumentavano. a fare anche concerti veri e propri.
Abbiamo pubblicato un disco che si può definire un regalo che ci siamo fatti, il disco si chiama “Nove mesi di vita”

Come mai la scelta di sciogliervi?

Perché per ognuno di noi era il momento nella propria vita di intraprendere altre strade, me compreso.

Altri progetti che hai seguito?

Ho fatto anche teatro, quindi ho avuto altre arti a cui attingere.
Ma per  quanto riguarda il mio percorso musicale, ho cominciato all’età di 18 anni  con un gruppo pop punk,  facevamo moltissimi concerti in zona,  ci chiamavamo “Diatriba”.
Poi nel 2005 abbiamo formato un altro gruppo, ci chiamavamo “i racconti di Sofia” e abbiamo suonato insieme 3 anni che con il senno del poi, potevano essere un preambolo dei “Turbosuicida”
Dopo “i racconti di Sofia” è iniziata  proprio  l’esperienza della mia carriera da cantautore, quindi “Matteo Della Schiava” solista.
La prima esperienza l’ho avuta quando hanno aperto il “centro giovani”,  il secondo anno di apertura del centro, era il 20 marzo 2008… ho ancora la locandina a casa, e ho fatto mio primo concerto da solista.
Sono stato solista per tanti anni producendo tre album che si possono trovare su internet.
Il primo album completamente solo, chitarra e voce,  il secondo album e il terzo album mi sono avvalso di tanti collaboratori tra cui Giorgio Pacorig,  pianoforte, Clarissa Durizzotto, sax, Marco Fumis che è stato un mio grande compagno di viaggio, lui è un chitarrista ma con me suonava la batteria.
Quindi ho creato questi tre album e durante la lavorazione di questi tre album  c’è stata anche una parte mia come musicista di strada, ho cominciato a Trieste in strada.
Vedevo che le cose andavano bene per cui io, per circa 2 anni, mi sono guadagnato da vivere suonando in strada e nei locali un po’ a Trieste, poi un anno a Roma e un brevissimo periodo a Torino, poi essendo io molto legato alle mie radici ho deciso di tornare nelle mie zone.

In totale ho prodotto 4 album 3 da solista uno con i “turbo suicida”.

Ci sono canzoni nuove in progetto?

Ci sono canzoni nuove, tante, e prima o poi vorrei metterle in un nuovo album e per questo nuovo album vorrei chiamare  due ragazze con cui sono stato in tour questa estate, loro sono di Bologna: Elisa Misolidio e  Federica Venudo,   poi anche la ragazza con cui sto suonando adesso, Lei si chiama Cristina Donato.
 

C’è una tua canzone a cui sei più legato e perché?

Parto subito dal fatto che le canzoni  si scrivono in certi periodi della propria vita, le fai perché in quel momento devi canalizzare una tua sensazione che hai dentro e nel momento in cui le metti su carta, si ci credi a quello che hai scritto  ma più passa il tempo più ti rendi conto che si fa sempre più sfocata quell’immagine di quel  “Matteo” in quella canzone li quindi sinceramente la canzone a cui sono particolarmente legato è sempre quella nuova,  secondo me. Poi è Chiaro ci sono canzoni che amo riproporre durante i miei concerti,  non so perché mi viene in mente molto spesso “ Giulia” , forse perché ho notato che viene apprezzata dal pubblico, o forse perché non parlo di me.

La maggior parte delle tue canzoni parlano di amore,  solo una, “Io… alla guerra rispondo con un rutto”  possiamo dire che parla in modo scherzoso e ironico di politica però il tuo tema principale è l’amore

Si l’amore è l’energia che ruota nel mondo  e tute le mie canzoni sono frutto di mie esperienze cose vissute sulla mia pelle.
Non parlo molto di politica perché  penso che se uno scrive qualcosa di impegnativo non deve scrivere cose retoriche  e logiche ma deve realmente credere in quello che scrive e io sento che sono sempre alla continua ricerca della verità, della sincerità in quello che scrivo, si,  anche io ho le mie ideologie, ma sai…forse non ho trovato il modo di dirle come vorrei…
A parte che secondo me parlare della profondità e della rivoluzione, del cambiamento che si cerca di ottenere dentro se stessi è già politica, nel senso che il mondo  secondo me si può cambiare partendo soprattutto da se stessi, se noi continuiamo a non conoscerci non cambieremo mai il mondo ma quando ci conosciamo e sentiamo proprio che abbiamo un fuoco dentro, e quando c’è  questo fuoco ti illumini, ti apri agli altri, già questa è una grande rivoluzione.

Il nuovo tour quando inizierà?

Con Cristina Donato, la ragazza con cui sto collaborando adesso, abbiamo già cominciato a provare un mese fa e abbiamo fatto  già un concerto in un locale .
Il due aprile ho in programma un altro concerto al Bar Trattoria “Al Poeta”  un locale di San Martino del Carso (GO)

E con questo annuncio di questa nuova data, concludiamo la nostra intervista… aspettando il 2 aprile per poter riascoltare un concerto di Matteo…

Matteo Della Schiava
Matteo Della Schiava
Matteo Della Schiava
Matteo Della Schiava