Mara Redeghieri: Intervista del 23/06/2021

Pubblicato il: 23/06/2021


In collaborazione con Lilith, Festival della Musica d'Autrice 2021, abbiamo intervistato Mara Redeghieri, conosciuta al grande pubblico per aver fatto parte degli Üstmamò.
Da qualche anno Mara ha ripreso l'attività musicale come solista e questa è la nostra intervista.

Il titolo dell'album "Recidiva" del 2017, il primo da solista, fa riferimento alla lotta contro il cancro che hai dovuto affrontare per ben tre volte. La malattia è un qualcosa che cambia completamente la visione delle cose?

La malattia fa parte della nostra esistenza come il tempo che passa inesorabile, la perdita dei nostri cari, il dolore che accompagna il cammino di ognuno di noi. Va compresa ed accettata in tutta la sua potenza .Questo mi pare di avere capito.

I brani sono stati composti in un lungo arco di tempo?

Lunghissimo! Alcuni li avevo scritti ancora ai temi degli Ustmamò. quindi in un arco temporale di almeno dieci anni.

"Augh", è scritta come fosse una filastrocca e infatti anche il video è girato in una stanza piena di giocattoli. Di contro però il contenuto è una critica sociale abbastanza dura.

Spesso per raccontare il mio disagio e la profonda paura delle persone e delle azioni che creano ingiustizia, preferisco alleggerire e raccontare come in una fiaba, che non genera terrore ma sembra un gioco.

Quanto il tuo lavoro come insegnante ed il contatto con i bambini influisce nella tua vita privata e in quella artistica?

Parecchio direi, vorrei riuscire ad essere una migliore insegnante, i ragazzi sono un po’ come il pubblico che ascolta. Vanno affascinati e coinvolti nelle loro passioni, attraverso una lucida percezione del loro valore intrinseco.

Nel 2019 esce una nuova versione dell'album intitolata "Recidiva+", dove tutti i brani vengono cantati in duetto (Gianna Nannini, Luca Carboni, Antonella Ruggiero, Orietta Berti, Mauro Ermanno Giovanardi e Rachele Barteghi) o sono in versioni differenti (nuovi arrangiamenti e remix di Raiz, Beatrice Antolini e Lele Battista).
Decidere di rifare un intero album e valorizzarlo in modo diverso, significa che per te è stata una tappa molto importante.

Riproporre “Recidiva” in “ Recidiva+” , una nuova versione rivisitata da questi grandi nomi ha significato certamente sottolineare e riproporre un album che per me ha significato il mio rientro sulla scena musicale ‘POP’ dopo anni di riflessioni e di silenzio

Come hai vissuto l'incontro con queste persone che sono entrate nella tua musica?

E’ stato un bel tuffo nel mio passato a rincontrare gli artisti che per me hanno fatto la differenza . Concedendomi la loro preziosa collaborazione hanno aggiunto valore e considerazione al mio lavoro.

La nuova versione di "Cupamente", devo dire piacevolissima, è con Orietta Berti. Decisamente un duetto inaspettato, come è avvenuta questa collaborazione?

Orietta Berti rappresenta per me un’Icona vivente delle tradizioni musicali e della cultura popolare legate alla nostra comune terra Emiliana. La sua determinazione , costanza e forza interiore la fanno assomigliare alle donne che non hanno mai avuto paura e che hanno costruito il tessuto sociale più sano del nostro Paese

Nel 2021 esce il secondo video tratto da Recidiva+, "UomoNero" con il featuring di Luca Carboni. La scelta è ricaduta per il connubio delle due voci o per altre affinità?

Certamente per il connubio delle due voci ma anche altresì per la curiosità e stima che provo per lui e per la sua carriera artistica

Alcune persone, nel periodo della pandemia per Covid-19 hanno avuto una grande ispirazione artistica, mentre altri black-out totale. Tu come hai vissuto i momenti più duri del lockdown?

Malamente, con grande difficoltà e dispiacere per quanto stava succedendo a così tanta gente, compresi anche membri della mia famiglia e con la assoluta consapevolezza che i diretti responsabili di tale disastro siamo proprio noi, la razza umana e il nostro scellerato sistema di vita.

Ora finalmente stanno riprendendo i concerti, ti è mancato questo aspetto? Cos'è per te cantare dal vivo?

I concerti Live sono sempre la maniera più diretta ed intima di incontro col pubblico e con le varie realtà locali. Il palco offre inoltre la soddisfazione di essere ascoltati attentamente ed apprezzati per la propria presenza e capacità artistica. Molto emozionante.

Il Lilith Festival, a cui parteciperai, cerca di promuovere la canzone al femminile. C'è ancora tanto da fare a riguardo, secondo te?

La dimensione femminile e la nostra presenza dal punto di vista politico ed artistico ha ancora un lungo cammino da compiere, si stanno comunque facendo progressi grazie alla nostra poderosa azione, soprattutto dopoguerra, per approfondire e mettere in primo piano la nostra condizione ed identità.

Tornando indietro a prima di "Recidiva", hai pubblicato due album con "dioValzer" che contengono rivisitazioni musicali di canti anarchici e resistenti. Quanto è importante mantenere viva la memoria del passato?

Fondamentale direi, tenere sempre in luce la memoria e la profonda comprensione degli eventi storici e culturali cardine, degli sforzi preziosi delle persone che hanno costruito e permesso la nostra attuale e condizione.

Ho avuto modo di ascoltare l'ultimo album degli Üstmamò, "Il giardino che non vedi" del 2018. Devo dire che questo e il precedente, non hanno praticamente nulla a che fare con la storia del gruppo. Paradossalmente ci sono molti più legami nel tuo!

Per un gruppo musicale la voce e la personalità del cantante spesso divengono rappresentative, soprattutto se anche compositore dei testi, come nel mio caso

Hai ancora contatti con tutto quello che ruotava intorno ai CSI e a Giovanni Lindo Ferretti? Conservo ancora i numeri de "Il Maciste"... Cosa è rimasto di quel periodo in chi l'ha vissuto in prima persona?

Come già ribadito in precedenza, il nostro passato è fondante e fondamentale per costruire il vissuto presente. Vedo ancora Giovanni Ferretti e Massimo Zamboni, rimango loro profondamente grata e continuo a stimare le loro personalità di grandi artisti

Sei una che guarda più al passato o al futuro?

Preferisco da sempre sognare il nostro futuro, una nuova vita spesa nei grandi spazi tra le galassie, una saggezza acquisita che ci permetta di non commettere sempre gli stessi cruciali errori.

Mara Redeghieri
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