Coram lethe
Heterodox
Dodici anni di underground, due album alle spalle e questo nuovo Heterodox sono informazioni importanti che ci introducono i Coram Lethe. Il gruppo nato nel 1999 ha sempre lottato per distinguersi nell’underground e il suo ultimo sforzo discografico viene pubblicato sotto l’ala protettrice della Buil2Kill Records e distribuito dalla Nadir di Trevor (Sadist). Un’accoppiata che si distingue sempre di più per la qualità delle band prodotte e pubblicizzate. Dal canto loro, i Coram Lethe, si presentano con un robusto extreme metal non privo di sorprese.
L’album in questione si snoda attraverso otto capitoli dalla durata medio-lunga ove svariate influenze vengono allo scoperto. Ad esempio, Hypnomagik piazzata in apertura mostra influenze tribali, cadute doom e sezioni tipicamente groove/death da alternare ai preziosi arpeggi chiaroscuri. La band non si fossilizza su uno stile ben preciso ed anche il nuovo arrivato dietro al microfono, Gabriele Diana, si adatta molto bene allo stile grazie ad un timbro molto recitativo e non convenzionale. Anche durante le sezioni maggiormente veloci della successiva The Stench of Extinction, le influenze variano dal black al death ma con uno stile del tutto personale che può anche chiamare in causa fraseggi chitarristici tipicamente heavy metal senza che essi sfigurino. La base campionata a donare un tocco lugubre al tutto arricchisce il sound, specialmente durante le sezioni meno impulsive. Riffs dissonanti e ritmi marziali sono elementi che ritroviamo in dosi massicce nella successiva Where the Worms Crawl, veramente convincente durante le cadute doom con voce pulita ad accompagnare. I frequenti cambi di tempo ed a tratti il mood anni 70 stupiscono positivamente e sicuramente donano all’ascoltatore la sensazione di non trovarsi al cospetto del solito disco di metal estremo.
Riffs tendenti al metalcore, voci pulite che si oppongono alle timbriche estreme e melodie che entrano nel sound sono caratteristiche di una Bare convincente e dal mood a tratti veramente desolante. Di tutt'altra pasta, The Anticompromise, annovera riffs rocciosi, profondi ed improvvise velocizzazioni per una struttura più snellitaed un'impronta nettamente black/death. Nonostante tutto, non mancano elementi di sopresa (caratteristica dominante su questo disco) ma generalmente l'atmosfera é plumbea. L'opposizione melodic death e influenze groove moderne giocano un grande ruolo in Light in Disguise, song che conserva sempre il tocco decadente nelle melodie tracciate dalle sei corde. Waxed Seal e la sua apertura doom colpiscono nel segno, anchw quando i tempi mutano man non si raggiungono mai velocità troppo elevate. Anzi, i tempi lenti sembrano essere molto importanti per questa canzone.
Il finale é nella mani della strumentale Monolith Radiant, tendenzialmente su tempi medi senza disdegnare partiture psichedeliche del tutto particolari. Insomma, l'ennesima testimonianza dell'imprevidibilità del sound dei Coram Lethe, band veramente valida. Qui non é solo metal estremo; é anche rock e psidechilia, prog e groove. Insomma, un disco originale, fresco e consigliato a tutti. Promosso alla grande anche da chi, come me, non é mai andato pazzo per le sperimentazioni.
Coram lethe
Heterodox
Genere: Metal
Brani:
- 1) Hipno-Magik
- 2) The Stench of Extinction
- 3) Where the Worms Crawl
- 4) Bare
- 5) The Anticompromise
- 6) Light in Disguise
- 7) Waxed Seal
- 8) Monolith Radiant
Informazioni tratte dal disco
Federico Stiaccini Basso
Francesco Miatto Batteria
Leonardo Fusi Chitarra
Filippo Occhipinti Chitarra
Gabriele Diana Voce