La nuova dimensione acustica dei Negrita in questo tour appare ancor prima di vederli sul palco.
L’atmosfera del teatro è densa, vellutata. Chi avrebbe mai pensato di assistere ad un live dei Negrita seduto su una soffice poltrona davanti ad un palco teatrale? La cosa però non deve portar fuori strada, il concerto è di quelli da vedere, “la musica è potentissima”.
Calano le luci, si apre il sipario e dal palco in penombra l’atmosfera soffusa ci presenta un Pao seduto al centro del palco, con le braccia conserte, coppola in testa con aria di sfida e le note di una versione irriconoscibile di bonanza che sgorgano dagli strumenti di Drigo, Mac, Cris e Ghando.
Dopo le prime 2 canzoni con un arrangiamento acustico autentico, “l’uomo sogna di volare” ci riporta in chiave sempre acustica a sonorità più simili alle originali da studio.
La scenografia colpisce nel segno,l’ illuminazione dal basso verso l’alto con interessanti ombre incavate, paralumi sparsi qua e là ed un tendaggio riuscitissimo alle spalle creano piacevoli giochi soffusi e di atmosfera.
La formazione sul palco è Pao seduto al centro tra Drigo alla sua sinistra e Mac alla sua destra con alle spalle il pianoforte di Ghando che si alternerà anche al basso e al violoncello e la betteria di Cris (anche lui si avvicenderà al basso). Anche Pao non mancherà di imbracciare chitarra o basso per qualche pezzo, oltre i consueti tamburelli, armoniche e shake.
Per dare un po’ di nerbo alla serata, Drigo impugnerà la sua stratocaster azzurra per fondere i suoi fraseggi elettrici con le linee acustiche della band creando uno squisito amalgama.
“Tutto bene” e Splendido” cantate da Drigo, permettono un po’ di riposo all’ugola di Pao, che si cimenterà nelle vesti di bassista.
Gli arrangiamenti acustici di alcune canzoni sono totalmente rivisti, vedi “il libro in una mano, la bomba nell’altra” in una versione completamente inedita e rivisitata. (personalmente preferisco l’originale).
A metà serata, l’adrenalina la fa da padrona, il pubblico si alza in piedi per ballare e scandire ballando le canzoni, senza più risedersi fino alla conclusiva Mama Maè.
In seguito i ragazzi della band non mancano di salutare concedendosi alle prime file con pacche, saluti occhiate e sorrisi. La serata è stata molto piacevole, gustando dell’ottima musica in una versione ineditamente acustica.
Unplugged Negrita (Politeama Genovese, Martedì 26 marzo 2013)
di
Piero Venuto
Pubblicato il 01/04/2013 - Ultimo aggiornamento: 06/10/2013
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