Nuove tecnologie si susseguono a ritmo sempre più incalzante, ma non tutte ci sono realmente d'aiuto nella vita di tutti i giorni. Alcune possono addirittura, in particolari classi sociali, culturali e d'età, generare disagi...
Sogni avverati e aspettative infrante
Quando ero bambino, diciamo intorno agli 11 anni (nel 1980), non immaginavo di certo di potere possedere da grande un computer così sofisticato come quelli attuali; allora infatti non erano neanche apparsi i primi personal computer: gli unici calcolatori (che si conoscevano solo per sentito dire), avevano dimensioni paragonabili a quelle di una stanza e si trovavano nei grandi centri di ricerca. Non parliamo poi di telefoni cellulari, qualcosa di simile si poteva solo immaginare guardando i comunicatori utilizzati nel telefilm "Spazio 1999", o nei tricorder di Star Trek! Tutte le diavolerie elettroniche come scanner, televisori piatti, macchine fotografiche digitali, lettori di compact disc, sono state introdotte in poco tempo, nel giro di quindici anni. La velocità con cui sono stati immessi questi oggetti tecnologici nel mondo di tutti i giorni, è uno dei fattori che hanno determinato l'arretratezza di molti individi verso questo tipo di cose. Come potrebbe essere altrimenti? Non è stato dato il tempo di abituarcisi...
Certo, ci sono cose che sono andate molto più lente: le automobili ad esempio vanno sempre a benzina e inquinano sempre, quando invece già da allora si poteva immaginare da lì a qualche anno, auto elettriche per tutti. Forse anche l'esplorazione spaziale la si immaginava più avanti nell'anno 2.000, ma si sà l'evoluzione spinge là dove ci sono più interessi e guadagni concreti. Negli anni '90, i sogni ecologici e stellari sono rimasti tali!
Disagi
Torniamo a parlare di innovazione tecnologica: se io da bambino non immaginavo nemmeno molti dei ritrovati tecnologici che oggi sono di uso comune, cosa ne potrà pensare una persona con 60, 70 anni e oltre? Benchè sa che il computer si utilizza da tutte le parti, difficilmente potrà aver chiaro a cosa serve. Riuscirà poi a impostare le funzioni di un videoregistratore, quando anche molti giovani non avvezzi agli apparecchi con molti tasti, hanno serie difficoltà? Magari mettere un cd nel lettore può essere abbastanza banale se lo si infila dal lato giusto e si trova il pulsante di apertura, ma accendere l'amplificatore, premere il tasto per attivare le casse, regolare correttamente il volume e dare il play al cd potrebbe non esserlo...
Diciamo la verità quindi, molti dei prodotti elettronici non sono certo a misura d'uomo, sono troppo complicati e richiedono procedure troppo astruse anche per compiti di uso comune. Vi sarà capitato anche voi dopo qualche tempo che non usavate il timer del videoregistratore, di dovere andare a rileggervi il libretto delle istruzioni...
Tutto ciò crea sconforto e fa sì che molte persone, vuoi per l'età, vuoi per la poca voglia di stare dietro alla tecnologia, sentono un certo disagio quando sono davanti a uno di questi amenicoli elettronici.
Si potrebbero fare molte cose per facilitare la comprensione di utilizzo degli apparecchi: standarizzare i tasti il più possibile, localizzare sempre le scritte con la lingua utilizzata nello stato dove verrà venduto, evidenziare i tasti di uso più frequente e nascondere gli altri con uno sportellino, mettere particolare cura nella stesura del manuale d'uso, ecc.
Purtroppo solo alcuni di questi accorgimenti vengono utilizzati, perchè le migliorie e le ottimizzazioni costano, mentre il mercato sta andando verso una sempre maggiore rapidità nel rinnovamento dei modelli (a discapito della chiarezza di scelta) ed è sempre in corso una guerra all'ultimo sangue per riuscire a vendere al prezzo più basso. Nei "mercatoni" sempre aperti, quei luoghi in cui spesso la famiglia del 2000 decide di trascorrere la domenica, si svendono a poco prezzo apparecchi che fino a un mese prima erano delle novità. Il ritmo dei cambiamenti è frenetico e se non si sta aggrappati in poco tempo ci si ritrova sbalzati fuori dal carrozzone!
Il cellulare
Il caso più emblematico di questa frenetica corsa (forzata) all'ultima novità tecnologica è il telefono cellulare, il cosidetto "telefonino", un boom che fa dell'Italia uno dei primi paesi per pezzi venduti. La pubblicità su tutti i mass media è martellante: cartelloni stradali, radio, televisione, non fanno che ricordarci in ogni momento e con tutti i mezzi psicologici (naturalmente facendo particolare leva sul lato sessuale), di comprare il telefonino, rinnovarlo o cambiare il tipo di abbonamento.
Partiamo appunto dal tipo di abbonamento che vogliamo scegliere, una selva in cui è facilissimo perdersi, con fascie tariffarie diverse in base alle ore, ai giorni feriali / festivi, in base al fatto se sei nella tua città o in un'altra, se chiami un numero di una persona col cellulare che è abbonato alla tua stessa compagnia, ecc.
La scelta del cellulare poi, è drammatica, perchè qualunque cosa comperi diventa vecchia nel giro di pochi mesi: telefoni ETACS (analogici), GSM (digitali con frequenza 900 Mhz), dual band (digitali a doppia frequenza 900 / 1800 Mhz), tri band (digitali con tripla frequenza 900 / 1800 /1900 Mhz ), GPS (satellitari), Wap (permettono di navigare in siti internet realizzati con questa tecnologia). Non chiedetemi quale sarà la prossima evoluzione, perchè non ho proprio idea di cosa si possano ancora inventare per farvi rinnovare il telefonino!
Oltre ai tipi di tecnologia adottati dai cellulari, ogniuno naturalmente ha la sua gamma di funzioni, come la composizione automatica del numero con la lettura a voce del cognome, la programmazione della musichetta della suoneria (che emette degli atroci beep che sembrano usciti dai giochi elettronici di 15 anni fa...), il display grafico a colori, ecc.
Pensate di fronte a tutto questo bombardamento pubblicitario, come si può sentire una persona che del cellulare non se ne fa niente (perchè telefona raramente, o perchè sono cavoli suoi!), ma che va in strada e vede decine persone che parlano al telefono, prende l'autobus e sente squillare un telefono ogni 50 secondi, incontra gli amici e gli dicono "ma come, non hai il cellulare?". Capite che di fronte a tutto ciò, il disagio, la consapevolezza di non essere in linea con le altre persone, è la sensazione più vicina e questo, nei casi più estremi, può portare a un nuovo tipo di emarginazione psicologica.
Emarginazione che potrebbe proseguire se quella stessa persona che non voleva comprare un cellulare, lo compra... Ragioniamo un attimo, se telefonava poco prima di avere il cellulare, telefonerà poco ora; e se malgrado si porti sempre dietro il telefonino, non lo chiama quasi mai nessuno? Che sensazione di tristezza e solitudine... Dopo poche settimane, passata l'euforia per l'apparecchio, le conclusioni le trarrebbe da sè: avrebbe acquistato un prodotto che almeno in quel momento non gli serve granchè.
Insomma, se per il solo fatto che avete acquistato il telefonino, immaginate di poter parlare con Megane Gail o con Camilla, i vostri sogni rimarranno tali...
Ultima argomentazione riguardo ai telefoni cellulari, ma non certo di secondaria importanza, è il problema della possibile pericolosità del campo elettromagnetico emesso dai ripetitoli per cellulari e dai telefoni stessi. Ancora infatti non è stato presentato nessuno studio approfondito sugli aventuali danni che possono provocare questo tipo di onde elettromagnetiche. Non vorrei che capitasse quello già successo con l'Ethernit (l'amianto): dopo una decina d'anni che tutti lo usavano, si scopre con certezza che è cancerogeno, fa molto male e quindi bisogna eliminare ogni oggetto costruito con questo materiale!
Sembra comunque che i consigli per fare assorbire dal nostro cervello una quantità minore possibile di onde, siano già ben chiari: utilizzare un cellulare con antenna estraibile, cambiare il lato di appoggio dell'apparecchio sulla testa e non parlare più di dieci minuti. Se poi volete ridurre drasticamente il problema, potete sempre comprare il kit con cuffiette e microfono, in modo da potere tenere il cellulare lontano dal vostro corpo: si tratta di un sistema un po' più scomodo da usare, ma per la salute credo che si possa fare questo piccolo sacrificio, non vi pare?
Il cyberspazio
Altro fenomeno tecnologico di massa è Internet, che stanno proponendo come una cosa di cui proprio non si può fare a meno. E pensare che per un certo tempo Internet è stato associato a una congrega di hacker che sfruttava la rete per espugnare le banche dati di grosse ditte e multinazionali... Dopo c'è stato il periodo dei pedofili, in cui sembrava che tutti i navigatori fossero maniaci sessuali in cerca di emozioni proibite. Ma non preoccupiamoci: ora c'è Fiorello a pubblicizzare Internet ed è diventato tutto più bello: adesso l'abbonamento è anche gratis! Provate allora a navigare su Internet per tre o quattro ore al giorno, vedrete com'è gratis quando vi arriva la bolletta del telefono!
In realtà gli abbonamenti a questi provider gratuiti li paga la Telecom con parte della vostra bolletta telefonica che viene versata al provider. A voi invece vi viene chiesto di rinunciare a un po' della vostra privacy, lasciando la possibilità al provider di inviarvi della pubblicità. Inoltre proprio per questo motivo siete obbligati a scaricare la posta almeno un tot di volte al mese.
Insomma ci prendono per il naso, perchè il vero Internet che si avvicina allo slogan "Internet gratis" della pubblicità, sarebbe quello dello scatto unico, senza conteggio del tempo della telefonata, come avviene in numerosi paesi degli Stati Uniti. Invece se avete l'abitudine di navigare quasi tutti i giorni, la prima bolletta del telefono raggiungerà già il costo dell'abbonamento con un provider a pagamento. Naturalmente hanno pensato di rendere gratuito (pur con i vari obblighi spiegati in precedenza), il punto meno costoso dell'affare Internet.
Le informazioni fornite dalla televisione riguardo Internet sono quasi sempre approssimative (spesso errate) e creano parecchia confusione nello spettatore medio che non segue il mondo dell'informatica.
Con o senza l'aiuto della televisione comunque, Internet è destinata a diffondersi sempre più anche in Italia: la sua utilità intrinseca è indubbia. L'utilità sulle singole persone invece, come per tutte le cose, dipende dal modo in cui si usa! Prendete la televisione: potenzialmente è un veicolo per distribuire cultura, ma se una persona guarda telenovelas per quattro ore di seguito probabilmente non le servirà granchè... Stesso discorso per Internet, se passate ore a inseguire siti pornografici...
La televisione ad esempio, rivolge la stragrande maggioranza delle sue produzioni a programmi di intrattenimento e ha perso molto del potenziale istruttivo e culturale. Gli interessi economici la fanno da padrone e i programmi interessanti, è un dato di fatto, vengono seguiti da una minoranza di persone...
Succederà la stessa cosa per Internet? Tutto è possibile, ma non credo che possa accadere nel breve termine, perchè su Internet, a differenza della televisione, hanno accesso moltissime persone che possono creare i loro siti e le loro pagine. I costi di produzione e mantenimento dei siti su Internet, sono enormemente più bassi rispetto alle produzioni televisive, anzi, spesso è possibile gestire dei piccoli siti a costo zero.
Costi a parte comunque, per questa generazione che assiste all'introduzione di Internet, si tratta uno shock culturale non indifferente, perchè in primo luogo il suo utilizzo presuppone una sufficiente conoscenza del computer. Questa volta però varie aziende si stanno muovendo per facilitare chi vuole un prodotto più semplice da usare, inserendo la possibilità di navigare su Internet nel televisore (questa tecnologia è già presente su alcuni nuovi apparecchi e forse sarà aggiundibile su quelli vecchi tramite una scatoletta da collegare): avrà successo questo tipo di apparecchiature? Vedremo...
Su Internet, dopo aver preso dimestichezza con gli strumenti, è relativamente facile cercare delle informazioni, trovare cose curiose, conoscere nuove persone (anche da parte dei timidi, perchè con l'e-mail e le chat line non c'è un contatto diretto visuale/ gestuale/ vocale con l'interlocutore e si riesce ad essere più spigliati rispetto alla vita "reale").
Tutte cose interessanti si potrà chiedere qualcuno: dove sono allora i disagi? Beh, non bisogna andarli a cercare con il lanternino ma quasi, nel senso che sono casi molto particolari. Spesso l'interesse sprigionato da queste nuove possibilità, porta a una totale immersione nel mondo virtuale che spesso provoca effetti non del tutto piacevoli, come la dilatazione del tempo. Spesso si crede di essere rimasti collegati poche decine di minuti, ed invece guardando l'orologio ci si accorge che sono passate ore. Al contrario se ci pongono delle limitazioni di tempo nel collegamento, si può creare una tensione provocata dalla paura di non riuscire a fare tutto quello che vorremmo nel periodo che ci è stato concesso per il collegamento. Un'altra sensazione che provoca tensione è la voglia di fare cento cose tutte assieme, di rincorrere i link, di scaricare quello che troviamo per succhiare quanti più bytes possibili, di guardare tanti siti senza in realtà aver guardato niente.
Questi effetti collaterali si possono verificare nei momenti iniziali della scoperta di questo nuovo mezzo di comunicazione, oppure in persone particolarmente sensibili, o in individui che non hanno il giusto senso della misura. Non devono quindi creare preoccupazione a chi si vuole avvicinare a questo mondo, ma sapere della loro esistenza non fa certo male.
Come negli altri casi di apparecchiature elettroniche di consumo, anche nel frenetico mondo dei computer ci vogliono continuamente fare cambiare macchine e periferiche. Per pubblicizzare il processore Pentium III, ad esempio si è fatto leva sul fatto che velocizza la navigazione su Internet. Quasi inutile dire che in realtà non ci sono particolari vantaggi o benefici nell'utilizzo di questo processore; sono ben altri i punti critici nell'utilizzo di Internet: la velocità supportata dal modem, la vostra linea telefonica, la larghezza di banda della connessione, il livello di congestione della rete, il numero di persone collegate in quel momento nel provider, ecc.
La tecnologia applicata ai generi alimentari
Tutto sommato i disagi provocati dall'elettronica e dall'informatica sono niente se confrontati con le preoccupazioni che deriverebbero da un'utilizzo "barbaro" e sconsiderato delle biotecnologie. Grazie a questa scienza nata con la scoperta delle informazioni contenute nella doppia elica del Dna, nei generi alimentari ormai non sappiamo più cosa si mangia...
Ma come agiscono queste biotecnologie? E perchè vengono utilizzate? In pratica lo scopo è quello di modificare le caratteristiche di un'animale o di una pianta alterando il suo dna tramite l'inserimento di geni di altre piante e animali. In questo modo noi possiamo mangiare verdure con geni di un qualche animale e viceversa.
Ecco alcuni esempi di quello che si può ottenere utilizzando le biotecnologie.
La fragola che resiste alla neve grazie all'inserimento di un gene preso da un animale che vive nel polo nord, la creazione di frutta più grossa del normale, di verdura che resiste agli insetti grazie all'inserimento di un gene apposito, oppure ortaggi che avvizziscono dopo (sempre tramite l'inserimento di altri geni), oppure mangime ipercalorico per animali, ecc.
I vantaggi sono evidenti: a seconda dei casi il prodotto costa di meno alla produzione, oppure è più grosso, oppure dura di più e quindi ci sono meno sprechi in magazzino se il materiale rimane invenduto per più tempo, ecc.
Tutto questo si traduce in un minor costo per l'utente finale, come si può verificare nei prezzi super scontati che troviamo nei supermercati. Gli svantaggi purtroppo non sono altrettanto evidenti e prevedibili, perchè sostanzialmente questi prodotti transgenici si producono da troppo poco tempo per avere un'idea degli eventuali effetti collaterali. Il fatto di inserire geni animali nei vegetali (o viceversa), ad esempio porta alla creazione di una combinazione non esistente in natura, alquanto anomala. Cosa può succedere nel lungo periodo quando noi (o gli animali) mangiamo prodotti transgenici? O quando questi modificheranno altri elementi della catena naturale? Per ora non è possibile stabilirlo.
Nel frattempo quindi è meglio avere la massima cautela, anche perchè attualmente nella comunità europea è obbligatorio segnalare nei prodotti elementari la presenza di una elaborazione genetica, però solo per quei cibi che derivano direttamente da essa. Se invece il cibo è costituito da più ingredienti, la segnalazione di una o più componenti transgeniche non è obbligatoria.
Naturalmente non tutte le preoccupazioni alimentari vengono da alterazioni radicali del dna. Anche l'introduzione di prodotti chimici è altrettanto pericolosa. Ecco un esempio che può fare sorridere, ma che è sintomo di quanto ci prendano in giro.
Pochi giorni prima di macellare il bestiame, spesso i grossi allevatori iniettano delle sostanze che fanno venire molta sete all'animale. Bevendo molto, quando la carne viene macellata e venduta, pesa di più e quindi viene pagata di più ai produttori. Poi naturalmente quando noi andiamo a cuocere la bistecca, questa si restringe misteriosamente...
Conclusioni
In definitiva, come bisogna rapportarsi di fronte alle innovazioni tecnologiche? Esiliarsi nel proprio mondo utilizzando solo le cose ormai consolidate da anni e di cui siamo abituati? Aggiornarsi continuamente per essere sempre informati sugli ultimi ritrovati tecnologici? Correre a provare tutte le novità? Aspettare che invece diventino di uso comune?
Non esiste una ricetta universale, ma come al solito probabilmente la soluzione sta nel mezzo: essere il più possibile aggiornati, ma scegliere con la propria testa gli apparecchi, le tecnologie e le innovazioni che veramente ci possono migliorare la vita, da quelle che migliorano solo la vita di chi li vende e li produce. Parafrasando lo slogan di un vecchio spot pubblicitario: "meditate gente, meditate!"